La Schlein con molto ritardo ha capito che presentare con parole nuove realtà vecchie e stantie non serve a nulla. Anzi, si fa prendere in contropiede dal mutante Giuseppe Conte che passato attraverso i diversi colori dell’arcobaleno ora si fa giudice delle malefatte del Pd, in barba all’idiozia zingarelliana, del “campo largo” e si erge ad accusatore di corrotti, imbroglioncelli, saltimbanchi che albergano da decenni nelle file dei predecessori del PD e del PD attuale.
Schlein è diventata segretaria del partito perché votata alle primarie da coloro che lo avevano abbandonato. Segretaria contro la volontà dei militanti iscritti è obiettivamente una bizzarria.
Ma sarebbe stato possibile fare subito qualcosa che facesse passare in secondo piano questa anomalia?
Certamente sì, sul piano dei contenuti, dare spazio ai diritti sociali e al lavoro, ridotti al minimo sindacale da Renzi e non modificati dai suoi successori, riducendo lo spazio alle proposte e alle priorità che erano del partito radicale di Pannella e Bonino.
Sul piano della strategia decidere se puntare sul M5S fosse cosa saggia e possibile se non prevedendo, come molti facevano, che dopo la trionfale vittoria delle penultime elezioni i grillini sarebbero stati travolti dalla loro inconsistenza programmatica e dall’abbandono del guru genovese.
Come la destra ha vinto in parte per il fallimento e l’inconsistenza della proposta politica del PD, così oggi, per gli stessi motivi, rischia di cedere il secondo posto ai contiani.
Ora sembra che giocoforza la Schlein cominci a chiamare per nome i mali decennali del partito che doveva innovare alle radici. Parla di “capibastone”, “cacicchi” corrotti e corruttori, acrobati nel collocarsi a destra o a sinistra secondo convenienza. Lo ha fatto Berlusconi e lo ha pagato. Lo ha fatto Salvini pescando nel mercato dei saltimbanchi ma facendo incazzare tutto il partito del nord. Noi, nel nostro piccolo, lo abbiamo scritto: se non sbaraglia i sultanati sparsi dal nord al sud d’Italia – operazione non facile ma indispensabile – sarà la Schlein ad essere sbattuta fuori. Ed è il rischio che oggi corre.
La Calabria quanto a cacicchi e sultani non bada a spese. Li elegge, vende i voti di molti cittadini a loschi e inutili figuri, saltella da destra a sinistra con soste al centro per capire da che parte soffia il vento. Non si scandalizza se qualche suo uomo o donna è in rapporti di amicizia e buon vicinato con cosche e logge deviate. Manca l’attitudine a chiamare per nome, “porcate,” quelle scelte o quelle relazioni oscure che sono in effetti porcate.
La ricetta che la Schlein dovrebbe applicare ma che non potrà applicare è fare fuori, in senso figurato, mummie imbiancate per il passare dei decenni, non affidare ad un incapace politico pugliese il compito di selezionare i volti nuovi da piazzare nel recinto del potere. Non ne ha azzeccata una: un ologramma come Franz Caruso designato e cosa ancora peggiore eletto Sindaco di Cosenza, l’avv. Maria Locanto volto nuovo del nuovo Pd, nuovo forse sì ma in compenso ignoto ai più perché scomparsa pare nella tundra siberiana. La coppia sempiterna Adamo- Bruno Bossio che continua a tirare i fili e detta l’agenda politica, programmatica, clientelistica della Calabria e di Cosenza.
Un giudizio politico si formava un tempo su base ideologica. I rossi nipotini di Marx o Stalin o Kruscev neanche dubitavano che se il partito PCI diceva Stalin tutti gridavano “W la pace, W Stalin”. Poi l’ideologia ha perso peso, e quindi cosa c’era di meglio che fare un bel “compromesso storico” tra PCI e DC. Di storico ebbe poco e durò ancora meno. Ma esso fu la prova generale di quella amalgama tra post DC e post PCI. L’attuale PD ci conferma che non un’unione si è realizzata ma un pastrocchio dove naturalmente i democristiani, ante e post, maestri nella gestione del potere hanno occupato le prime fila.
Stando così le cose perché gli ex democristiani Occhiuto dovrebbero essere avversari di un partito dove la D di PD significa appunto Democristiano (ma senza le qualità politiche della vecchia balena).
Che differenza passa tra i mandanti di marca dc e quelli di marca PCI nell’occupazione di una fondazione e della sua spoliazione? Nessuna. Tutti muti e l’avvocato penalista romano che mi ha inviato la bozza della denuncia contro tutti i malfattori di questa penosa vicenda si lascia sfuggire un’espressione di incredulità un po’ inusuale in un atto penale quando sottolinea che nessuno delle istituzioni, della politica, della cultura se l’è sentito di stracciare il solito e condiviso copione. Il titolo non è originale: Chinni frica a nua? Libera informazione, rispetto delle leggi e delle buone prassi? Robba vecchia cu’n serva a nente. Avanti popolo alla riscossa ecc… ecc… Errori di gioventù.