Gentile Sindaco,
ieri mia moglie che, romana, per ragioni misteriose riceve sul suo cellulare notizie e commenti riguardanti Cosenza, mi ha letto la sua lettera alla Gazzetta del Sud sbandierata come un’esclusiva, ricca di parole di sdegno e solidarietà per i cittadini che ogni giorno sperimentano il degrado della sanità pubblica, con una puntatina polemica, ma non troppo per il Governatore Occhiuto.
Come molte delle sue dichiarazioni conclamate il contenuto della lettera è ricco di … nulla. In politica, soprattutto in politica – un brocardo latino dice – primum facere, post dicere. E lei, ma non lei solo, dovrebbe ricordarsene. Prima faccia concretamente il lavoro di Sindaco, così da smentire la diceria molto diffusa in città che lei sia “aiutato” molto da autorevoli e meno stimabili personaggi dietro le quinte.
Ma questo è un problema che in quanto non votante e non più domiciliato a Cosenza mi riguarda fino ad un certo punto. Ma come direttore de ICalabresi, prima dello scippo e della sua successiva scomparsa, ed ora del vivace e libero blog/giornale I Nuovi Calabresi sono testimone che la sua popolarità è vicina allo zero, la sua sindacatura non raggiunge la sufficienza pure con benevolenza, insomma che lei ha deluso molti che hanno creduto alla sua promessa discontinuità rispetto a Mario Occhiuto, che ne esce rivalutato.
A parte il fatto che in tanti sospettano che lei avversario e alternativa ad Occhiuto non lo è mai stato, sempre per la vox populi che la direzione di un giornale permette di ascoltare e interpretare, ciò che lascia sconcertati è che un professionista massone – certa avvocatura e massoneria a Cosenza contano eccome – abbia scelto di farsi gregario e subalterno.
Ma anche questo è un suo problema che non mi riguarda.
Mentre mi riguarda e molto il suo comportamento personale e istituzionale dopo il colpaccio illegittimo e per quanto emerge dalla denuncia penale che un suo collega illustre ha presentato alla Procura di Roma “delinquenziale”.
Tralascio anche per discrezione i primi mesi del nostro rapporto personale nato anche per la mia fedeltà alla parola “socialista” non essendomi ancora convinto che è un termine onnicomprensivo che mette assieme reazionari e riformisti, militanti fedeli e saltimbanchi, onesti come lo erano in grande maggioranza i socialisti massacrati da Mani pulite e disonesti.
Parto invece dal 30 maggio 2022 quando quattro traditori aiutati e protetti tra gli altri da Mario Occhiuto e per missione da lei e una folta schiera di accoliti hanno illegittimamente usurpato e avviato a distruzione barbara una Fondazione privata, Villa Rendano con il prestigio conquistato grazie a pochi professionisti entusiasti e generosi.
Lei ha accompagnato con il silenzio omertoso una scalata ostile IMMOTIVATA a danno di una Fondazione il cui fondatore s’era fidato del Sindaco di Cosenza, in un caso Mario Occhiuto ma per la sua carica anche lei, sottoscrivendo un patto di collaborazione leale e reciproca. Quel patto oggi si chiama “sussidiarietà orizzontale” ed è descritto e tutelato dal Codice del Terzo settore.
Ma scendiamo sulla pelle delle persone che sono state perseguitate, dileggiate, minacciate fino a obbligarle a lasciare Villa Rendano nonostante i meriti acquisiti a beneficio della città – perché la Fondazione era il mezzo non il fine di tanto lavoro e di tanta passione – da un omonimo che ha insozzato il nome dello splendido galantuomo che era il papà e dal suo sgherro massone tale Francesco Kostner delegato al “lavoro sporco”.
Lei con la sua ostentata presenza a Villa Rendano in tutte le occasioni, di norma marchette o cazzate, è diventato complice di questa vergogna.
Lei moralmente deve rispondere come sindaco e come persona di queste responsabilità:
Ora per il tempo e per le forze che mi restano accoglierò colpevolmente in ritardo l’invito generoso, troppo generoso, di Giacomo.
Il libro che uscirà a giugno, e non boicottato come un altro mio libro da un editore omonimo infedele, sarà distribuito in tutt’Italia e a mie spese sarà inviato ai parlamentari eletti in Calabria che come tutti gli altri hanno ignorato mail, messaggi, documenti. Indegni rappresentati di una degna e martoriata regione.
Il vizio generico della libertà
Aggiungo una breve appendice a questo “ritratto” fedele alla realtà del Sindaco Caruso, altro “amico” fasullo.
Ho predisposto una nuova denuncia penale che ho poi trasmesso al mio avvocato perché la riveda e la integri (non sono un penalista) in cui oltre agli esecutori ci sono Mario Occhiuto, che ha già esperienze in questo campo, e Franz Caruso. I reati possono essere di doppia natura: “commissiva” – parte attiva – o “omissiva” – voltarsi dall’altra parte. Decidete voi chi è l’omissivo per definizione.
Se perderò questa battaglia civile – che è solo in parte giudiziaria – ne prenderò atto ma avrò la coscienza pulita.
Avrò fatto il mio dovere come sempre nella mia vita: da prof supplente con una preside arrogante, con un colonnello imbroglione in occasione del mio servizio militare come sottotenente dell’Aeronautica, con l’affossatore di imprese in FS Cimoli, dimettendomi a 54 anni, per non essere coinvolto in una operazione di svendita del servizio cargo alla Svizzera concordato con il Ministro. Nessun eroismo, banale coerenza che ho pagato sempre a caro prezzo. In questo caso “il prezzo” più alto è la rottura del mio rapporto d’amore e fedeltà con Cosenza.