Giuseppe Guzzetti – nome noto a molti ma non a tutti – è un signore di 90 anni, padre nobile delle Fondazioni bancarie. Su La Stampa è comparsa una sua intervista titolata “Fondazioni private – la loro cassaforte fa gola ai privati”. E rispondendo alla domanda del giornalista Guzzetti aggiunge: “Allora qual è oggi il ruolo delle Fondazioni (bancarie) nei confronti dello Stato: di supplenza non solo di sussidiarietà; sostengono il Terzo Pilastro delle democrazie occidentali, composte da Stato, mercato e terzo settore. Il rapporto tra le fondazioni e gli enti del terzo settore è cambiato: non si limitano più a erogare come un bancomat, ma definiscono bandi e progetti ascoltando e confrontandosi con gli enti non profit. Penso ad esempio al progetto dell’Acri sulla povertà educativa minorile, di cui nessuno si è mai occupato: migliaia di bambini sono stati sottratti ad un triste destino; o alla creazione della Fondazione con il Sud, con la quale le fondazioni del centro-nord sostengono le comunità del Sud. Le fondazioni, come spiegò Zagrebelsky, relatore della sentenza, fanno parte dell’organizzazione delle libertà sociali. Contribuiscono a realizzare gli articoli della Carta che sanciscono e tutelano le libertà personali e i corpi sociali. Al congresso di Parma il presidente Mattarella disse: le fondazioni concorrono a rafforzare la democrazia di questo Paese”.
Le Fondazioni bancarie al momento sono sottoposte al controllo del Ministero dell’Economia, ma con l’istituzione della Direzione Terzo Settore dal Ministero del Lavoro, delegata alle singole regioni, si realizza una sostanziale omologazione di tutte le Fondazioni private con la medesima disciplina conforme al D LGS 117/2017 (Codice del Terzo Settore).
Vi chiederete il perché di tanto interesse per l’intervista del dott. Guzzetti?
Debbo tornare a quanto scrissi su I Nuovi Calabresi e a quanto riportato sia negli atti processuali civili sia nelle denunce penali – in particolare quella che ho preannunciato di imminente deposito presso la Procura di Roma. L’abusiva occupazione della Fondazione Attilio e Elena Giuliani RUNTS da parte di noti manigoldi e con il sostegno pubblico di un senatore della Repubblica costituisce non solo un atto illegittimo con evidente profilo penale ma soprattutto un precedente inedito (il primo verificatosi in Italia) e pericoloso perché se essa non fosse annullata e sanzionata tutto il mondo del Terzo settore vedrebbe a rischio sia la sua natura di ente privato sia anche la sua stabilità. Un pirata o capo ciurma come Walter Pellegrini e soci o Mario Occhiuto potrebbero trovare degli imitatori replicanti il “caso Cosenza”.
Quindi ripeto ai lettori e agli innominabili protagonisti di questa storiaccia – che solo l’ignoranza e l’arroganza hanno potuto realizzare e i serventi de ICalabresi, inutile versione addomesticata, hanno celebrato come una battagli giudiziaria già vinta dai loro dante causa – che l’odore del pericolo e della precarietà non sarà tollerata dal Terzo Settore.
Di personaggetti come Occhiuto o Walter Pellegrini o Santo Emanuele Mungari se ne possono trovare, ma temo solo in Calabria, terra notoriamente impermeabile all’informazione e alla legalità sempre e ovunque.