Le elezioni per le forze politiche sono un po’ come le partite di calcio, quando finiscono con un risultato con molti goals, 4-0 o 1-6.
Alla fine ci si chiede sempre se chi ha vinto con un paniere gonfio di goal lo deve al fatto che è troppo forte e superiore oppure al fatto che la squadra perdente è fatta di pippe.
Ora fuor di metafora, ancor prima delle elezioni, che non lasciano presagire sorprese a vantaggio dell’opposizione, in particolare il PD, se fossi un militante o un votante di questo partito – al quale sono stato persino iscritto per un anno appena costituito con Walter Veltroni – neanche me la porrei la domanda. La destra, FdI in particolare, va con il vento in poppa, nonostante la mediocrità di molti esponenti di primo piano, perché il suo naturale avversario PD, che a sua volta non ha ancora capito se il M5S di Conte è un potenziale alleato rissoso o un altro avversario o concorrente ostile, ha deluso tutte le aspettative suscitate dalla Schlein, subito messa sotto tutela dai notabili gerontocratici che di andare in panchina non hanno proprio voglia.
Allora, senza acrimonia, vediamo come si presenta e come è percepito il “nuovo” PD. Se il partito già prima era una mescolanza di gruppi e gruppetti, in maggioranza provenienti dalla DC, i post comunisti sono di fatto minoranza nel partito e si accontentano di esistere, oggi si sono aggiunte nuove criticità, ricordi di mancate riforme quando erano di riffa o di raffa al governo per 9 anni senza aver mai vinto le elezioni, la mediocrità di alcuni segretari; rimarrà nel barzellettiere il buon Zingaretti (se ne ricorda il nome grazie al fratello commissario Montalbano) che dopo poche settimane dalla caduta del governo più a destra dell’Italia repubblicana, guidato dal cangiante Conte, battezza quest’ultimo “leader dello schieramento progressista” o campo largo solo per una visione distorta.
Vediamo l’azione riformatrice vera e profonda che il PD ha realizzato prima dell’avvento della destra.
Non ha toccato il tema del lavoro, precario, sottopagato, soprattutto svilito. Al di là degli schieramenti, il lavoro in conformità anche alla nostra Costituzione è la prima risorsa da valorizzare e proteggere. Con la complicità dei sindacati, della CGIL diventato da rosso quasi giallo, ha tolto garanzie, anche quelle compatibili con il liberismo osannato da Berlusconi e con la celebrata, ma devastante per i lavoratori soprattutto europei, globalizzazione. Ha certamente aiutato l’economia, ma in concreto ha reso più ricchi – imprese, multinazionali, singoli imprenditori – che ricchi erano già. Nessuno chiede conto ai “progressisti” di quel meno 2% dei salari dei lavoratori italiani, il solo dato in negativo in Europa. In compenso si è fatto un uso sconsiderato perché senza controlli e con molti truffatori in azione di un bonus del 110% che è costato € 148miliardi. Per lo stesso reddito di cittadinanza, legittimo e necessario, ma anche qui con adeguati controlli, ha chiamato per costruirlo un oscuro furbastro professore italoamericano di una università anonima del più povero e irrilevante stato degli USA, l’Ohio.
Non sono state toccate le leggi Bossi-Fini senza peraltro riuscire a governare per quanto possibile il fenomeno inarrestabile dell’immigrazione illegale. In questo caso, sentendoci tutti quei coloro che hanno più diritto di avere diritti, mentre gli altri, centinaia di disperati nel mondo, hanno la “sfortuna” di essere nati nella parte sbagliata del mondo. Questo è normale per una classe arrogante e conservatrice, è intollerabile, anche solo dal punto di vista culturale, per chi dovrebbe essere la parte progressista.
Ora per finire, prometto che I Nuovi Calabresi, spero con la collaborazione di molti altri (scritti, idee, proposte e non soldi) sarà o cercherà di essere una spina nelle chiappe dei distruttori della Calabria – se la vocazione servile e omertosa non prevarrà –. Solo un primo accenno al contesto locale: chi può credere ad un “nuovo PD” se un’eterea Maria Locanto dovrebbe rappresentarlo? Chi dovrebbe credere nella palingenesi di una classe PD data dalla coppia Adamo – Bossio e servitù al seguito? Chi dovrebbe prendere sul serio un sindaco barzelletta e una giunta fatta in gran parte di comparse come Antonietta Cozza o Francesco Alimena?
Pensateci bene gente e cominciate a pensare se è stata una mossa indovinata seguire Mario Occhiuto nella sua scalata ad una fondazione perché gli stava sulle palle Franco Pellegrini.
Come si risolve il problema? Fare marcia indietro, far fuori in concreto Franco Pellegrini, essere presi a calci in culo dalla minoranza di cittadini pensanti. È un vostro problema, non mio (mi manca il sentimento della paura purtroppo).
2 Comments
Chiedo scusa, direttore Pellegrini, se mi permetto di esprimere, in tutta sincerità, il mio punto di vista; non me ne voglia e sappia che le scrivo quanto di seguito perché nessun’altro lo leggerà, altrimenti non l’avrei scritto dato che non voglio assolutamente essere di “sostegno” ai suoi denigratori ed usurpatori di carica.
Il suo articolo mi è piaciuto molto, dato che ha sollevato problemi di natura politica/economica, che interessano, o dovrebbero interessare, tutti noi meridionali. A prescindere dalle tesi da Lei sostenute, condivisibili o meno, ha richiesto anche l’impegno dei suoi lettori ad intervenire con idee per cercare di contrastare la mala politica e la malversazione di chi occupa cariche pubbliche di cui tutti siamo avvertiamo il peso e l’ingerenza nel nostro vivere quotidiano. Ma come al solito, ritorna sull’argomento di “Villa Rendano” che conclude l’articolo, come a voler comunicare: guardate che io non mi sono scordato di voi e quel che faccio è solo per punirvi. Se Lei lasciasse di citare la Villa in ogni suo articolo, di cui in molti ormai sappiamo, non risulterebbe monotematico. Con stima Flavio Vercillo
Buongiorno sig. Pellegrino ho letto con attenzione il suo articolo sul “PD, come disperati”. Mi permetto solo un’aggiunta ed una correzione molto personale sul punto lavoro e salari , dove lei scrive testualmente: ” Non ha toccato il tema del lavoro, precario, sottopagato, soprattutto svilito. Al di là degli schieramenti, il lavoro in conformità anche alla nostra Costituzione è la prima risorsa da valorizzare e proteggere. ”
Condivido in pieno ma il Partito Democratico nasce sul rispetto dell’ art. 3 della nostra costituzione, e non sul rispetto e l’attuazione dell’ art 1 .
Quindi se posso permettermi, il PD è un partito che va riformato nelle fondamenta a partire dallo statuto.
Grazie buon proseguimento.