Gilda De Caro commenta così l’articolo Cosenza, la versione “malandrina“ della sussidiarietà (un vaffa invece di un grazie) .
Ottimo Pellegrini, chiara la narrazione di quello che è accaduto, personalmente ho compreso subito la gravità del colpo di mano messo in atto, altri non hanno voluto vedere allora, né vogliono vedere ora… forse presi dalla bellezza del luogo, si fregiano di convenzioni stipulate per usufruire degli ampli saloni, portano le loro iniziative senza comprendere di coprire il vuoto di proposta culturale della Fondazione… ma perché chi si occupa di musica, letteratura, storia, ambiente deve tenere il cervello tra le nuvole, mentre è così elementare ricordare – ca su ‘,u diavolo t’accarizza… vole l’anima – o forse mi sbaglio… magari procurandomi ancora più antipatie di quante già ne registro… ma tra le emblatiche figure femminili del ‘900 ne scelgo due che seguo e ammiro Edith Piaf e Laura Betti… perciò ora non mi resta che salutare con una risonante risata, come Laura dico “chi si risente è un asino” e rido e rido.