Il principio della sussidiarietà orizzontale, invero, si collega alla riduzione del ruolo del pubblico nei limiti in cui il servizio o l’attività possono essere assicurati dai soggetti privati in modo efficiente e secondo gli interessi di pubblica utilità, prefissati dal pubblico potere.
Questa è una delle possibili definizioni della sussidiarietà che detta in parole ancora più semplici vuol dire che là dove il Soggetto pubblico, in particolare il Comune, non ha risorse per realizzare progetti utili ai cittadini può affidarsi all’iniziativa dei privati, in particolare per le garanzie che danno, ai Soggetti del Terzo Settore, in particolare alle Fondazioni che sono per definizione no profit.
Nel 2012 il Sindaco del tempo Mario Occhiuto convinse Sergio Giuliani ad acquistare Villa Rendano, che era a rischio di degrado e abbandono,
Cessata la funzione di ufficio, “dove si pagavano le bollette del Gas”, che è stata per anni l’identità di uno degli edifici storici più belli della città antica, Giuliani, ignorando le mie riserve, accettò la proposta di Occhiuto e sotto la mia direzione in meno di 8 mesi acquistò la Villa dalla SNAM e la ristrutturò riportandola al suo originale.
Lasciamo perdere i tentativi di “farci fessi” immaginando di farne la sede secondaria di un carrozzone regionale Calabria Innova che in partneriato con il Parco Tecnologico di Trieste, ben pagato, più correttamente strapagato che io tradussi in una domanda ad Occhiuto: “Sindaco, la Fondazione ha speso oltre 3milioni di euro per trovare una sedia più comoda al culo di Umberto De Rose?” il miracolato stampatore nominato presidente di ciò che si rivelerà un sostanziale fallimento.
Ora a parte la vocazione diffusa tra i presunti “potenti” a trattare da fessi tutti a prescindere dal fatto che lo siano veramente, a mio parere l’acquisto e l’implementazione progettuale della Villa, alla quale non eravamo preparati e per la quale mi misi alla ricerca di ogni soluzione utile e credibile, in quell’accordo Fondazione-Occhiuto si realizzò un’esperienza di “sussidiarietà”. Preciso che non mi risulta una versione “tipizzata” della sussidiarietà e quindi il riferimento ad essa è di natura fattuale.
Un Ente no profit finanziava un recupero importante per il patrimonio storico e architettonico della città, altrimenti impossibile, e lo completò con un progetto identitario storico di Cosenza con il più importante Museo multimediale d’Italia, Consentia Itinera. Siccome la vocazione a farti fesso è diffusa tra i politici mentre noi informavamo formalmente Occhiuto di quanto stava per realizzarsi – nel gruppo di lavoro avevano voluto la partecipazione di un qualificato collaboratore del Sindaco, Geppino De Rose – il Sindaco cadendo dal pero ci comunicava che in contemporanea nasceva sotto Piazza Bilotti il Museo multimediale di Cosenza!
Ora caratteristica essenziale del rapporto di sussidiarietà è il rispetto di due obbligazioni tra pubblico e privato: “Coinvolgere è un termine che, già nella sua etimologia, prevede una partecipazione. Co-involgere viene infatti da involgere, un verbo oggi desueto che significa avvolgere, avviluppare, con l’aggiunta di quel semplice prefisso co- che ritroviamo poi nel testo dell’art. 55 laddove si prevede che “… le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nell’esercizio delle proprie funzioni di programmazione e organizzazione a livello territoriale degli interventi e dei servizi nei settori di attività di cui all’articolo 5, assicurano il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo Settore, attraverso forme di co-programmazione e co-progettazione e accreditamento…”.
Insomma, in parole semplici, pubblico donatario e Fondazione donante, l’uno e l’altra (da facto) debbono “Condividere e coprogettare” la realizzazione di un’opera ad esclusivo beneficio della città.
Ora, la scalata ostile ed illegittima della Fondazione ad opera del Pellegrini / Walter, quello buono e preferito da Occhiuto, con la complicità di altri tre “infedeli “compiuta il 30 maggio 2022 senza alcuna fondata motivazione è rispettoso dei vincoli della sussidiarietà? L’Occhiuto sindaco ora per meriti tutti da scoprire, ma certo esistenti Senatore della Repubblica che siede nel CdA accanto al Pellegrini amato ma abusivo è lo stesso che ha chiesto ed ottenuto un investimento milionario e da parte mia un lavoro difficile e imprevisto di 11 anni? È lo stesso Occhiuto che a fine 2017, in occasione dell’inaugurazione di Consentia Itinera ha pubblicato sul sito del Comune un elogio generoso di Giuliani e del Pellegrini che ora gli sta sulle scatole, al punto da renderlo complice di una “sottrazione indebita” di un bene privato e garantito dalle obbligazioni che accompagnano la sussidiarietà?
La mia personale convinzione e determinazione si riassumono in queste conclusioni: il Tribunale di Roma già il 22 maggio si pronuncerà sulla nostra richiesta di sospensiva di quanto dolosamente deciso a fine maggio 2022, ma noi crediamo che per sanare il vulnus etico, giuridico e politico la Giustizia non basti.
Se vogliamo evitare, come da cosentino reietto desidero, che Cosenza sia identificata come un luogo dove senza averne alcun titolo un gruppetto di infedeli (in termini giuridici non rispettosi della “buona fede” artt. 1337e 1338 del CC) decide come accaduto solo nel periodo fascista di chiudere un giornale libero e autorevole e “scippa” un ente non profit privato perché a un tizio “piace farsi chiamare Presidente” occorre che le componenti sane, libere, amanti della legalità di qualunque posizione politica, ideologica e culturale, assumano l’iniziativa di sanare un’azione barbara e illecita.
È il minimo per non gravare Cosenza (la Cosenza dei cittadini) di una colpa che non merita.
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Ottimo Pellegrini, chiara la narrazione di quello che è accaduto, personalmente ho compreso subito la gravità del colpo di mano messo in atto, altri non hanno voluto vedere allora, né vogliono vedere ora…forse presi dalla bellezza del luogo, si fregiano di convenzioni stipulate per usufruire degli ampli saloni, portano le loro iniziative senza comprendere di coprire il vuoto di proposta culturale della Fondazione….ma perché chi si occupa di musica, letteratura, storia, ambiente deve tenere il cervello tra le nuvole, mentre è così elementare ricordare – ca su ‘,u diavolo t’accarizza…vole l’anima- o forse mi sbaglio…magari procurandomi ancora più antipatie di quante già ne registro…ma tra le emblatiche figure femminili del ‘900 ne scelgo due che seguo e ammiro Edith Piaf e Laura Betti …perciò ora non mi resta che salutare con una risonante risata, come Laura dico “chi si risente è un asino” e rido e rido..