Il 31 marzo 2022 sulla pagina FB de ICalabresi pubblicai un lungo post con un titolo che non lasciava equivoci: “Sedotta e abbandonata: Villa Rendano, un dono alla città snobbato dalle istituzioni”.
Ne riporto solo una parte anche se a mio parere è importante perché prova che a molti, la maggioranza della città, in primo luogo le classi dirigenti, dell’atto donativo del mecenate Sergio Giuliani importava poco.
Ora è venuto il tempo di rilevare – come già fatto con una relazione al Sindaco Caruso per rispetto istituzionale – che il nostro non breve impegno ci ha visti sempre soli, salvo rare eccezioni, tra le quali merita ricordare altre istituzioni come il Museo dei Brettii e poche Associazioni animate dallo stesso spirito civico.
Le ingenti risorse economiche e professionali sono state messe a disposizione solo dalla Fondazione; nessuno tra i più importanti portatori di interessi, i cosiddetti stakeholders, ha raccolto i ripetuti inviti a condividere, valorizzare, promuovere l’offerta culturale e civile alla città, intesa come frutto di una convergente volontà di più soggetti.
Gli attori più rappresentativi dell’economia, delle realtà imprenditoriali e produttive, della politica, sono stati frequentatori distratti o interlocutori indisponibili e riottosi. Hanno preferito astenersi, facendo torto non a Villa Rendano e alla Fondazione, ma a quella città che li gratifica talvolta oltre i loro meriti. Ed è giusto che i cittadini apprendano questa anomalia: un atto di straordinaria e non usuale liberalità sembra suscitare nei loro rappresentanti un interesse solo di facciata.
Prima ancora che insostenibile nel lungo periodo, questa sostanziale solitudine è intollerabile e deprecabile. Continueremo ad andare avanti e fare la nostra parte da solisti per Cosenza e l’area urbana, senza attenderci improbabili ravvedimenti da parte di nessuno. Ma ogni impresa, se non diventa scelta e impegno collettivo, prima o poi rischia di esaurirsi.
All’amico tedesco ribadirò che suoni di trombe e tamburi noi non ne abbiamo ancora sentito.Il Presidente della Fondazione Attilio ed Elena Giuliani Francesco Pellegrini.
Il post fu accompagnato dall’adesione dei redattori de ICalabresi a conferma del fatto che il giudizio falso e in malafede di Walter Pellegrini che ha definito “un danno per la Fondazione” nel Cda del ribaltone resta solo a testimonianza che quando un killer decide di sparare è inutile spendere parole di verità.
La redazione de I Calabresi – che ha sede proprio all’interno di Villa Rendano – condivide l’appello della Fondazione. Riteniamo importante diffonderlo perché un luogo di cultura e aperto a chiunque la ami merita tutta l’attenzione che le Istituzioni locali non gli hanno riservato finora.
Il post/denuncia registrò 3604 interazioni, 161 commenti, 383 condivisioni.
Nessun rappresentante delle istituzioni locali, nessun politico, nessun imprenditore, nessun vertice delle Associazioni e Ordini professionali, nessun docente di Unical, ecc…
In questo clima è ovvio che qualunque farabutto l’avesse deciso, Villa Rendano, sola, sarebbe stato un boccone facile facile.
2 Comments
La classe dirigente di Cosenza è di una ignoranza devastante, non hanno visione la loro unica preoccupazione è la salvaguardia del potere. Non gli importa della cultura, della città. Mio marito ha dedicato la sua vita alla letteratura ma ripete sempre che in questa città non c’è posto per gli studiosi per i ciarlatani si.
Auguri per tutto. Lei scrive benissimo, complimenti.
Saluti
Emma Spadafora
Suo marito ha ragione ma i ciarlatani e i parassiti sono vulnerabili . E l’informazione libera , non remissiva e non omertosa può aiutare . Alla fine la partita deve essere giocata dai cittadini con coraggio e testardaggine . Con ICalabresi li stavamo incalzando e eravamo se non un pericolo era certo un fastidio . L’ hanno chiuso perchè hanno trovato 4 traditori ( levatoio )
Risultato per i ciarlatani e parassiti ? Si sono fatti disprezzare ancora di piu e I nuovi calabresi ha rilanciato il fastidio e l’ irritazione dei suddetti e a differenza di prima ci sommergono con commenti e emoj inequivocabili ( leggerete presto un pezzo in proposito) che mostrano rabbia , voglia di riscatto per la Calabria e per Cosenza, perchè hanno presto compreso che il ” nuovo” promesso – vedi il PD- appena annunciato odora già di rancido.