Occhiuto, siamo a tre, esagerato!

Leggo su Cosenzachannel, che per una volta vince la sua “ritrosia” a occuparsi di politica, che il sen. Mario Occhiuto è stato rinviato a giudizio per Bancarotta fraudolenta.
Non ne sono affatto felice, non per la bufala per la quale fino alla Cassazione vige la presunzione di innocenza, che vale solo per i big che in tale modo spesso (o quasi sempre la “sfangano” come si dice a Roma), ma perché trovo vile attaccare non sul piano politico – e non mancherebbe materia – ma passando per la via giudiziaria.
Per deontologia o etica? No, perché la Magistratura intesa in senso lato è un potere che agisce spesso con le regole del potere.
La politica in Italia merita poca fiducia, ma credo che la Giustizia non se la passi molto meglio.
Auguro a Mario Occhiuto di uscire presto e bene dal tunnel giudiziario, ma gli domando: chi ti ha autorizzato per dare una mano al Pellegrini educato e gentile (quando gli conviene) Walter, a stracciare il patto di correttezza e condivisione fatto con la Fondazione da me rappresentata?
Ora non ti manderò a processo, non sono in grado e non lo vorrei ma ti chiedo: “per decenza non dovresti liberare il posto occupato nel CdA della Fondazione? Per decenza e anche perché tra pochi giorni sarai da me citato per avere violato tutti i fondamentali delle obbligazioni che (correttezza, condivisione, coprogrammazione, trasparenza, ecc – non trovo la parola tradimento, inganno, slealtà, trasporto sentimentale per un Pellegrini piacione) a norma dell’art. 55 del DL n° 117/2017 vincolano i partner di un patto siglato in occasione dell’acquisto di Villa Rendano.
Un altro consiglio se permetti: libero di tenermi in antipatia, ma non confonderti con colui che ha tradito me per ultimo ma in primo luogo la sua famiglia e il suo splendido padre. Chi tradisce una volta ha buone possibilità di farlo ancora.