Mimmo Lucano in appello è stato condannato a un anno e sei mesi, azzerando la sentenza assurda e vendicativa emessa dal tribunale di Locri cinque anni fa.
La ricordo non a caso con le parole di un avvocato di Bergamo, non profondo sud, che come tante altre città vide la gente in piazza per manifestare la propria solidarietà ad un uomo che la stampa internazionale considerava tra le persone più note e apprezzate e per gridare il proprio sdegno per una giustizia ad orologeria.
“Quattromilaottocentocinque. Un’enormità. Sono l’equivalente, in giorni, della pena inflitta a Mimmo Lucano per il reato di solidarietà che, improvvidi giudici, hanno qualificato come peculato, truffa ai danni della UE e associazione per delinquere.
Che la pena sia abnorme, tra l’altro unita alla pena pecuniaria di 700.000 euro, è chiaro a tutti, anche se la si cerca di spiegare con ogni tecnicismo possibile.
Qualcuno, ingenuo, ha persino azzardato l’ipotesi di una sentenza suicida, ovvero di una sentenza appositamente fuori luogo tanto da essere completamente invalidata in appello.
Ma quale suicida! Tali sentenze, semmai, difettano nella motivazione, non nel dispositivo. Lor signori fan sul serio: colpiscine uno ed educane cento, che nessuno si permetta di fare analoghi gesti solidali o la pagherà cara, ci ammonisce il pronunciamento di Locri.
Lucano non è un politico capace, difetta nell’eloquio, non ha appeal, non ha grandi progetti e la sua immagine ci ricorda quella di un rustico curato di campagna, non quella di un rivoluzionario, eppure ha straordinariamente migliorato l’accoglienza nel proprio comune, popolandolo quando era spopolato, aprendo piccole attività economiche nel deserto materiale e morale di un angolo di Calabria dimenticato da tutti.
I giudici non gli hanno concesso neppure le attenuanti.”
Ora che, anche se non azzerando del tutto le accuse all’ex Sindaco di Riace, la Corte di appello ha ristabilito la verità storica di quel che fu “il modello di accoglienza dei migranti” realizzato in un piccolo paese semiabbandonato è il momento di fare qualche considerazione chiara e incontestabile.
La prima riguarda i Giudici di Locri che hanno spremuto le meningi per tirare fuor dal pozzo nero le imputazioni più gravi ed infamanti. A me vengono in mente i giudici di Napoli che condannarono Enzo Tortora sulla base delle accuse di delinquenti condannati per camorra, facendo di un bravo e onesto conduttore televisivo una specie di mostro.
Quei Giudici non hanno pagato alcun prezzo, anzi, per la superficialità e voglia di protagonismo che li aveva guidati a compiere uno dei più eclatanti errori giudiziari (che in Italia non sono pochi) fecero carriera. Cosi accadrà con i Giudici di Locri. Statene certi.
In Italia se c’è una categoria professionale che se sbaglia gravemente ai limiti del dolo è quella dei magistrati. Ed è un danno per la loro stragrande maggioranza che merita rispetto e gratitudine.
La seconda osservazione riguarda la stampa più becera, di destra in prevalenza, che trovò il mostro perfetto: uno che gli immigrati cercava di aiutarli non solo a sopravvivere ma a vivere con qualche dignità. Un meridionale, anzi uno nato in Calabria, una terra tutta ’ndrangheta e ’nduja, ferma alla preistoria come l’ha rappresentata lo strapagato Muccino con il suo “corto” rimasto clandestino.
Un uomo, Mimmo, che parlava con un forte accento reggino. Se seguite la pubblicità televisiva i personaggi usano o meglio ostentano l’accento dal piemontese al romano perché è “normale”, il napoletano si accompagna alla pizza o al caffè, il siciliano, quando serve una spruzzatina di mafia, fa colore.
E infine i cronisti di nera, quelli che sono pappa e ciccia con procuratori e giudici. Io incontravo spesso Guido Guidi, il decano dei cronisti giudiziari e anche presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti. Contro ogni evidenza logica, sino alla fine della vicenda giudiziaria era, come molti altri, ferocemente colpevolista. Ruppi per questo l’amicizia con lui che era, al netto dell’odio per Tortora, un ottimo giornalista e una persona per bene.
Ed infine dulcis in fundo i nativi di Riace che alle prime elezioni rinnegarono il loro Sindaco che aveva reso famoso il loro borgo al pari delle statue recuperate dopo secoli dal mare ed elessero sindaco il contrario di Lucano.
Ma in questa pratica di voltafaccia i riacesi sono in buona e numerosa compagnia.
3 Comments
Mi vergogno tanto per com’è stato trattato il caso Lucano e profonda vergogna per i suoi paesani ma d’altronde la vigliaccheria dilaga!
Strano commento di destra alla sentenza “…fatti non corretti politicamente….” ministro Salvini dove sei? non dovresti,perlomeno,chiedere pubblicamente scusa a Mimmo Lucano? e a tutti coloro che della solidarietà ne fanno la loro ideologia e bandiera. con le parole di Totò “Siamo uomini o caporali?2
Sono feilissimo. Restituita dignità a Mimmo Lucano. L’ ho sempre ammirato..sempre anche quando hanno tentato di infangare il suo nome e le sue azioni. Grande Mimmo Lucano