“L’umanità è morta”, umanità intesa come il sentimento di solidarietà umana, di comprensione e di indulgenza verso gli altri uomini.
È una affermazione eccessiva, ingiusta perché sembra ignorare che milioni di uomini e donne si spendono per il servizio agli ultimi, i più miserabili nel mondo, si fanno corrieri di solidarietà e di pace, tengono viva la fiammella della pietas.
Nessuno nega che dove c’è il male c’è anche a contrastarlo il bene, dove c’è la violenza e la guerra sono in tanti che si adoperano per la pace.
Ma lo spettacolo della realtà odierna, come mai nel tempo moderno, ci dice altro: è in corso non solo una guerra nel medio oriente, una “guerra” regionale tra Israele e il popolo palestinese ma una strage, un eccidio che speravamo fosse relegato nella tra le vergogne del passato.
Accade invece il contrario di quel che aveva detto e promesso, pagando con il proprio sangue per mano di un fanatico ebreo il Primo ministro israeliano Yithak Rabik nel discorso del 1993 per la firma degli accordi di Oslo quando urlò “Basta” e aggiunse a sua gloria, ma prenotando il tempo della propria morte, “Noi che abbiamo combattuto contro di voi, palestinesi, oggi vi diciamo con voce forte e chiara: basta sangue e lacrime. Basta. Oggi diamo una possibilità alla pace e vi diciamo e vi ripetiamo: Basta!”.
E il giornalista americano Fintan O’Toole scrive sulla rivista Internazionale: “Basta è un obiettivo politico e un limite etico. Senza il primo è difficile stabilire il secondo. Per sapere fino a che punto puoi spingerti, devi sapere dove vuoi arrivare. Il governo di Netanyahu sembra non sapere né l’una né l’altra cosa. Ma una cosa sa: se prolunga il genocidio del popolo palestinese, identificato in blocco con Hamas, allunga la sua vita politica, e si mette al riparo dai Tribunali che lo braccano da tempo”.
Decine forse centinaia di migliaia di morti di entrambe le parti in cambio della sopravvivenza politica di uno solo!
Se questo è “lo scambio” è un’esagerazione dire che l’umanità è morta?
Gaza è letteralmente distrutta, ma nessuno pensa a dove dovrebbero andare i palestinesi a guerra finita (meglio sospesa) indipendentemente da chi debba governarli, sempre sotto il ferreo controllo israeliano.
La risposta è sempre la stessa. In campi provvisori privi di tutto, “provvisori” ma per decine di anni, un po’ qua e un po’ là, dove comunque non sarebbero graditi come già accade in tutto il Medio Oriente.
Ma c’è un altro Paese distrutto a causa di una guerra che oggi chiameremmo, non si sa perché, “a bassa intensità”.
Ma l’Ucraina è scivolata dalla prima posizione alla seconda o alla terza. Metà paese è distrutto come Gaza, gli ucraini che si sono messi in salvo all’estero raggiungendo le centinaia di badanti che assistono i nostri vecchi – con mia madre ne ho conosciute almeno una decina e con diverse ci sentiamo di tanto in tanto perché hanno meritato amicizia e riconoscenza – sono milioni. Se un giorno questo eccidio – di cui sono responsabili più governi oltre Putin – finisse, dove andrebbero a vivere, come potrebbero vivere in attesa che si ricostruisca ciò che è stato polverizzato?
E le altre guerre o le altre false paci, in Libia, nel Sahel africano, in Libano fallito, in Afganistan da cui siamo scappati come ladri dopo aver fatto assaggiare una porzione piccola di “libertà” alle donne in particolare, in Iraq, Somalia ecc…?
Noi per autoconsolarci chiamiamo pace “precaria” ciò che è solo non vita. Penso che da quelle parti, che sono una frazione del mondo, l’“umanità” come l’abbiamo intesa sia morta e un sentimento vitale come questo non rinasce semplicemente aprendo campi, costruendo nuove abitazioni, restituendo l’elettricità per un paio d’ore al giorno. Per riaverla vera e profonda ci vuole ben altro, sicuramente tempo lungo, equità e giustizia per tutti, una memoria che non svanisce ma ricorda solo il buono che s’è infiltrato nel buco nero del male.
Noi europei, noi italiani, noi calabresi siamo sicuri di avere salva e forte la nostra “umanità”? In grande maggioranza penso di sì. Ma con un po’ più di severità verso noi stessi macchie di disumanità o di scarsa solidarietà le troveremmo. Ma un micro esempio me lo consentirete. Ripeto è solo un piccolo esempio.
A Cosenza accogliendo l’invito del Comune misi a disposizione di una famiglia ucraina una mansarda restaurata e ben arredata che è di proprietà della Fondazione Giuliani. Un’altra più spartana la detti in comodato gratuito a una giovane venezuelana disoccupata.
Come sapete al vertice della Fondazione s’è insediato “perché gli piaceva” un omonimo di cui oggi penso il peggio possibile. Ebbene costui cosa ha fatto come prima cosa? Ha sbattuto fuori gli ucraini per affittarlo ad un prezzo comunque basso – Francesco Alimena con il quale avevo concordato l’ospitalità non mi risulta abbia detto “ma…” (è prassi comune al PD) – e ha fatto pagare un affitto di € 300,00 (non poco perché in appartamento centrale di fatto nuovo di 100 mq pago € 500,00) alla giovane venezuelana.
Il boss dei boss che soldi ne ha sprecati eccome – ho chiesto ad un commercialista di fare una revisione totale (senza lavorare di fantasia come l’omonimo) – ha dimenticato che tra la missione di una Fondazione fare azioni umanitarie e solidali non è uno spreco, ma è il primo elemento identitario e legittimo.
Ma qui si passa dal dramma alla farsa e quindi mi fermo.
1 Comment
Buongiorno, mi chiamo Mansur Muhammad Cristian Farano e sono un italiano convertito all’Islam premettendo che non appoggio movimenti radicali etc ,ma Occidente può permettersi di allenarsi le piazze dei paesi musulmani ignorando le legittime richieste di Giustizia da parte del popolo palestinese??? Come si è potuto e si può ignorare la Questione Palestinese??? O coprire le politiche errate di Israele, ripeto di Israele, e non degli ebrei, addirittura bollando ogni richiesta e solidarietà come antisemitismo, il quale è odioso comunque?? E la stampa è tutta parzialmente in difesa di Netanyhau????? Che pace quest’ultimo può pretendere sulle ceneri del Vicino???? Eh se lo è posto il problema????