Da giorni in TV, sui giornali, su programmi come 8 e mezzo e altri, che faticano a prendere atto che al governo oggi c’è una coalizione di destra guidata da una giovane leader – cosa che sul piano personale non mi rende felice, ma sono 30 anni che la politica nazionale mi fa lo stesso effetto -, si grida allo scandalo perché il Ministro Lollobrigida ha fatto fare una fermata a Ciampino non prevista per raggiungere in tempo Caivano per una manifestazione istituzionale.
Cosa dimostra a mio parere, che per 20 anni e più ho lavorato nelle FS, questo can can? Due cose: un’incapacità di comunicare e scegliere il messaggio politico che si vuole lanciare, che è bipolare, PD e FdI e la presunzione, e qui siamo nel campo PD, che con oltre un milione di ferrovieri o ex ferrovieri si possano sparare cavolate senza che qualcuno del suddetto milione se ne accorga e magari lo faccia sapere agli amici al bar.
Nell’articolo Viva l’ignoranza casualmente si parla dell’“ignoranza” di gran parte degli italiani. Pur non avendolo previsto questa nota integra quell’articolo.
Andiamo sul merito brevemente: per gravi motivi, malore di una certa gravità, il capotreno dopo essere autorizzato dalla Sala Movimento, può far fermare il treno per i necessari soccorsi.
Prima informazione: se l’Amministratore dicesse – come è stato detto da Formigli – a seguito di una telefonata di una personalità, “fermate il treno dove vuole sua Eccellenza” lo prenderebbero a pernacchie e il capotreno sarebbe autorizzato a mandarlo a fare in c….
Per ovvi motivi, a me è capitato più volte, se avessi chiesto non una straordinaria ma un’“incursione” pure modesta su competenze del personale di macchina mi avrebbero potuto dire “ma chi si crede di essere?”.
In sintesi la fermata straordinaria per vari motivi deve essere autorizzata dalla struttura tecnica centrale – la gerarchia qui non vale nulla – e se richiesta prima della partenza viene annotata sul registro di bordo con i riferimenti autorizzativi; se per motivi validi – e un impegno istituzionale lo è per definizione – viene chiesta in corsa non cambia l’iter e una volta su due viene accolta (programmando un ritardo imprevisto di 3 minuti).
Se è capitato a me con altri Dirigenti per obblighi di ufficio, che non ero megadirigente o mammasantissima, potete essere sicuri che si è montato uno scandalo inesistente.
Ma aggiungo, gestito male sul piano della comunicazione dalle Ferrovie evidentemente timorose di smentire il coro dell’opposizione come sarebbe accaduto con quello governativo.
Bastava fare un comunicato di tre righe, più o meno con le informazioni di questa nota. Ma la vocazione non all’eroismo ma al semplice obbligo di non scegliere le parole più innocue non è pane per i nostri denti. Meno male che non si sono spinti, le opposizioni, a chiedere il licenziamento in tronco dei due macchinisti, che avrebbe fatto comodo a tutti.
Ora allontaniamoci da questo episodio per alcune considerazioni sulla comunicazione politica specie in questa fase. Spero che me lo consentiate perché ho diretto a lungo la comunicazione di fatto “politica”.
C’è una regola banale ma spesso ignorata: non usare mai per rendere più efficace la comunicazione fatti e affermazioni che possono essere smentite facilmente (nel caso nostro un esercito di ferrovieri, ex o solo amanti del treno sono una “bomba ad orologeria”). Il treno che si ferma a Cassino ne è un esempio e prova, non da solo, che ad una classe politica di mediocre qualità non può chiedersi di comunicare almeno al livello di 6–.
La controprova è che il Governo Meloni nonostante Salvini, Valditara, la Santa(de)chè, che da soli farebbero affondare un bastimento mantengono le posizioni nelle classifiche del consenso.
Bravi a comunicare non sono, statisti di razza pure, e allora chi li fa andare alla velocità di un aliscafo? La inconsistenza della proposta politica dell’opposizione, cioè il PD, la impresentabilità di buona parte della classe dirigente oligarchica, e una comunicazione – molto scarna – che fa bene solo all’altro campo.
Terza e ultima considerazione: nonostante una rozza immissione di volti nuovi la TV pubblica fa acqua da tutte le parti. Perché le polemiche sono minori della già bassa qualità dei programmi?
Perché tutti gli italiani pensanti sanno che la Rai è stata per decenni la riserva indiana del centrosinistra, che in compenso ci ha propinato, guarda caso come la destra, l’ultraottantenne Vespa, ma in genere giornalisti ed artisti di sufficiente professionalità.
E per finire, guadagnandomi l’affetto e la stima dei Piddini locali, a parte la indemoniata Gruber ha attribuito alla Meloni la tara del patriarcato? Un regalo d’oro alla Meloni che è cresciuta in una famiglia di sole donne (piccolina compresa) e a differenza dei maschietti che le donne, per non essere lasciati, le perseguitano fino alla morte, la patriarcale Giorgia il maschio belloccio lo ha scaricato in meno di 24 ore.