L’impressione che si ha è che Giorgia Meloni con il suo governo stia tirando troppo la corda. Lo indicano i risultati elettorali in Sardegna, ma anche la rissosità neppure camuffata con Salvini. Diamo per scontato che almeno una parte dell’informazione le faccia le pulci, talora anche con argomenti ormai frustri – la Stampa, Repubblica, alcune trasmissioni di La7 – ma è innegabile che ci sono contraddizioni, iniziative parlamentari molto discutibili o addirittura inaccettabili, scarsa qualità e relative gaffes di alcuni ministri e sottosegretari.
Le riassumo per temi: un obiettivo restringimento dell’area dei diritti sociali anche di rango costituzionale. Mi riferisco alla sciocca e inutile limitazione della libertà di informazione – senza invasione in campi irrilevanti processualmente – da parte del Ministro Nordio che pure ha chiaro che in Italia la corporazione dei magistrati specie inquirenti ha fatto e continua a fare danni. Il principio di “obbligatorietà dell’azione penale” è una bufala, che vale quando si vuol colpire anche per ragioni politiche qualcuno. In generale mentre il principio vale quasi sempre per la gente comune, è molto selettivo quando si tratta di colpire in alto. Così i tempi della giustizia che in processi che vedono imputati pezzi da 90 si dilatano a tal punto che quando si arriva a sentenza definiva pochi si ricordano dell’imputato di lungo corso e quindi viene meno il modesto controllo di legalità da parte dei cittadini.
Faccio un solo esempio: ricordate Cimoli, che fu amministratore delegato di FS e poi di Alitalia, un distruttore seriale di aziende strategiche? Il primo processo risale credo a 15 anni fa; credo che la Cassazione abbia richiesto la ripetizione di quello d’appello di recente. Là dove non arriva la prescrizione arriverà la tagliola della legge Cartabia, governo Draghi, che ha strangolato già il processo civile.
Per esperienza personale e diretta Cimoli ha goduto di un vasto appoggio da parte della politica, la gran parte della politica, sinistra in testa, e solo per iniziativa dei dipendenti di Alitalia non è bastata la manleva – cioè la garanzia dell’immunità – per non mandarlo a processo.
Io, nella mia modestia, mi dimisi a 54 anni perché non volli accettare supinamente una scelta che avrebbe regalato tutto il traffico cargo ferroviario alla Svizzera, come concordato con il Ministro dei trasporti del tempo.
Le cariche di Pisa sono la ciliegina sulla torta. La moltiplicazione di querele temerarie per imbavagliare i giornalisti è un altro esempio. Io personalmente ne ho ricevuto solo due, subito archiviate, ma ho avuto due decreti penali di condanna senza mai essere interpellato dal giudice per aver definito con un aggettivo strameritato Mario Occhiuto e Walter Pellegrini. In un caso pescando dal solito traditore tra i giornalisti in un WhatsApp chiuso, cioè riservato ai soli collaboratori de ICalabresi (che è considerata dalla Giurisprudenza conversazione privata non aggredibile). Sull’altro caso non so nulla. Ovviamente ho fatto opposizione e sono certo che tutto cadrà nel ridicolo, ma al momento io da incensurato sono tecnicamente un imputato con spese legali connesse. Alla faccia della Costituzione.
Altra area precaria per la Meloni: l’occupazione delle cariche e dei ruoli più importanti nelle imprese pubbliche e in RAI.
È vero che il PD in tutte le versioni ha fatto lo stesso, ma ora siamo a livello di conduttore di un programma pomeridiano o in tarda serata e con un abbassamento qualitativo nell’informazione che il centrosinistra ci aveva risparmiato.
La gestione dell’immigrazione illegale. Giorgia Meloni e con lei il bamba Salvini gridano “al lupo” riuscendo solo ad elevare il tasso di intolleranza e di razzismo in una buona fetta dei cittadini. La permanenza nei Centri di prima accoglienza da tre mesi (teorici) è salita a 18 mesi. Cioè si tengono in una galera di fatto persone che hanno diritto d’asilo e di protezione. Sono afgani, iraniani, tunisini, cioè paesi in guerra o con feroci regimi autoritari.
Vale per il governo Meloni quello che valeva per i precedenti governi. La rottura di ogni equilibrio geopolitico ha resto strutturale la fuga dal sud-est del mondo e quindi la repressione becera serve solo a riempire di cadaveri il Mediterraneo. Senza contare che specie il centro nord ha bisogno di immigrati perché l’Italia è ormai un paese di anziani e con questa tendenza nel 2050 saremo con milioni di nativi in meno e la Calabria potrà scendere vicino a 1 milione di abitanti, anche perché i giovani scappano e a differenza del passato non ci pensano proprio a tornare.
Infine la qualità del personale politico: uno dei ministri più importanti di FI, quello che dovrebbe occuparsi delle diverse transizioni in atto, non conosce una parola di inglese. So per esperienza diretta che chi non ha il possesso di una seconda lingua in sede internazionale tace o dice, senza sapere bene perché, Si o No. Molti dicono che così è andata con il Trattato di Dublino, che ha scaricato sull’Italia quasi tutti i flussi migratori.
Di Lollobrigida è inutile parlare, ma per amor di verità, poiché per 20 anni ho lavorato in ferrovia, la possibilità di fare fermate straordinarie per motivi seri per dirigenti FS e autorità istituzionali è stato sempre possibile e legittimo.
Ma quando sei produttore seriale di gaffes come Lollobrigida quello che è consentito ad altri non è consentito a te. Sarebbe bastato però chiedere una precisazione alle Ferrovie, ma non l‘hanno fatto perché nessuno ha pensato di fare una telefonata non ai vertici, sarebbe bastato un capostazione esperto.