Francamente scrivere un articolo sul sindaco ff di Cosenza Franz Caruso rischia di essere una bolla di sapone.
Perché a migliaia sono arrivati a I Nuovi Calabresi commenti graffianti, tutti di delusione o peggio per una sindacatura che era stata votata, o da me non votante sostenuta, perché prometteva la “discontinuità” rispetto al secondo quinquennio di Mario Occhiuto (il primo lo avevo apprezzato dopo quella eterea e impercettibile dell’avv. Salvatore Perugini, segnalatosi comunque per la sua correttezza istituzionale).
Ma siccome per le bizzarrie della vita il predetto è il primo cittadino di Cosenza qualche considerazione mi pare opportuno farla. Non rivelo nulla di riservato, ma di pura testimonianza.
Non conoscevo Franz Caruso, fu lui a telefonarmi nel luglio precedente le elezioni mentre mi trovavo a Massa Marittima, fu un colloquio interessante in cui mi parlò della sua molto probabile candidatura e si presentò come socialista.
Anche se questo termine è stato spesso abusato da politici, passati in men che non si dica dalla sinistra riformista non tanto a Forza Italia, che fu l’unico spazio di “salvezza” politica e personale nel clima di caccia alle streghe che il noto “statista” Occhetto chiamò “gioiosa macchina da guerra” (se avesse interpellato il più ignorante dei comunicatori lo avrebbe dissuaso dal linguaggio bellico che allontana non avvicina), ma addirittura a FdI. Io presi sul serio quella dichiarata appartenenza alla cultura politica riformista e liberale.
Il primo di una lunga serie di errori. Sapevo che era massone, ma senza esserlo non ho nulla contro la massoneria storica, sapevo dell’appoggio dei coniugi Adamo-Bruno Bossio, non immaginavo che eletto Sindaco lo facesse a nome e per conto loro e non solo, addirittura con il favore del suo antagonista a chiacchiere Mario Occhiuto (fonti qualificate).
Sul piano personale molta affabilità, poca efficienza, riconoscibile mancanza di autorevolezza, ma non è che a Cosenza ci siano politici di razza. Sono più o meno furbi, più o meno corretti, in genere sono inutili o dannosi. Anche questo emerge dai 13mila commenti che in un anno I Nuovi Calabresi ha raccolto.
Il crollo di ogni aspettativa è stato quando un giornalista che aveva lasciato la redazione de ICalabresi con rammarico, ma per andare in un giornale con il posto garantito a vita, con coraggio (quello mancato ai suoi colleghi) al termine di una manifestazione con altro contenuto denunciò la porcata fatta con la chiusura del giornale da me diretto e fondato (la prima in Italia repubblicana per motivi “politici”) e chiese a Franz Caruso seduto davanti a lui cosa ne pensasse. Risposta non pervenuta, Caruso come la muta di Portici.
Poi per far sapere a tutti che come Occhiuto s’era votato al Pellegrini traditore, ma tanto servile, ha cominciato ad essere presente alle varie attività da mercatino rionale della nuova e morente Fondazione, ha dato sponsorizzazione tanto per far vedere (e secondo me facendo ulteriori danni a Villa Rendano) e da ultimo ha distribuito ragazzi per varie ragioni privi di capacità di scrittura e di parola corretti per un’iniziativa finanziata da qualche bando pubblico distribuiti tra le scuole comunali e una frazione a Villa Rendano. Tanto per far vedere che la Villa esiste e fa opera di promozione, non della cultura in senso lato – come ha sempre fatto -, ma di alfabetizzazione. Cosa meritoria ma che cavolo c’entra con la Fondazione che per la sola gestione della Villa spende € 160.000 annui? Niente. Ma così Franz Caruso mostra il suo lato “sociale”, farlocco come il suo socialismo, WP che è vipera e piacione allo stesso tempo mostra il suo profilo di liberalità (lo stesso che ha mostrato sbattendo fuori da una mansarda della Fondazione sei profughi ucraini che avevo accolto a seguito dell’invito del Comune e chiedendo un affitto per un’altra mansarda vuota di € 300/350 ad una ragazza venezuelana rimasta senza lavoro alla quale avevo dato un contratto di comodato gratuito).
Naturalmente sono finiti i contributi per opere di solidarietà da me dati con parsimonia alla Chiesa cosentina, in un caso per contribuire al trasporto della salma di una studentessa cilena dell’Unical.
I soldi servono per le marchette, per pagare avvocati ignoranti ma carogne, per fare il paggio a destra e a manca, per licenziare le sole risorse professionali pregiate, non toccando due familiari, l’ex genero e un nipote della moglie. In lista di attesa di sicuro un “compagno” di, e secondo mie fonti, affidabili ma non testate, una collaborazione con Antonio Nicaso, ottimo professionista e anche ottimo amico del procuratore Gratteri sempre appetito a prescindere dal fatto che l’interessato abbia detto di gradirlo.