È sempre difficile scrivere di Israele, perché con molte forzature si accusa chi lo fa di essere antisemita. Non lo è quasi mai, ma questo rende più forte lo stato di Israele e specularmente cattivi, terroristi, indegni i palestinesi. È ovvio che tra di loro ci siano Hamas e altri gruppi armati che vanno condannati, non giustificati, ma anche collocati nel contesto di un popolo che è stato privato della sua terra residua dopo la nascita dello Stato di Israele nel 1948 e di tutti, sottolineo tutti, i diritti naturali e civili.
Oltre tutto gli israeliani non sono tutti come i governanti attuali, che vogliono l’espulsione magari in Congo di milioni di palestinesi. Una gran parte di loro sono contrari da sempre alla discriminazione selvaggia dei palestinesi, anche quelli con nazionalità israeliana che non sono cittadini né di serie A né di serie B, ma con un’immagine calcistica di serie D, la quarta serie.
Così come sono contrari al genocidio in atto. Si chiama genocidio, che non consente sinonimi e perifrasi meno crude.
Come la storia del passato nazista e fascista non dimenticherà l’olocausto di milioni di ebrei, così quella futura non dimenticherà le decine di migliaia di morti palestinesi sotto il fuoco nemico.
La prudenza che diventa poi complicità dell’Occidente non sarà a lungo tollerata e Israele, anche ingiustamente, sarà molto meno amata, apprezzata, protetta da decine di altri Stati e da molti milioni di cittadini del mondo.
L’idiozia del Ministro questurino, la reticenza di Giorgia Meloni nell’usare la parola genocidio che le è costata la sconfitta in Sardegna, non basterà a fermare le manifestazioni di dissenso soprattutto da parte dei giovani che da anni sono andati in letargo, mentre l’attenzione verso di loro scemava nei luoghi comuni.
Ora fatta questa permessa riassumo le pagine titolate “Israele è l’unica democrazia del Medio Oriente” tratte dal libro di Ilan Pappè israeliano titolato “10 miti su Israele”.
È evidente che Pappè contesta con molti dati e informazioni ufficiali questa qualificazione.
Riporto singole citazioni.
Mi fermo qui con le citazioni dello storico israeliano (sono tanti gli intellettuali, giornalisti, cittadini comuni ebrei che denunciano le persecuzioni, non iniziate ma rafforzate da Netanyahu).
Certo il male e la violenza alberga sia tra gli israeliani sia tra i palestinesi.
Ma quello che è un falso storico è la presunta “innocenza” dello stato israeliano. Si replica il copione di sempre: il più forte è sempre innocente, il più debole è un criminale anche se è vittima.
È una fuga dalla realtà e dalla verità che non è utile a Israele che rischia l’ostilità di molti paesi e molti popoli, anche immeritatamente – basta il ricordo di Golda Meir, Rabin, Shimon Peres e sopra tutti il fondatore dello Stato di Israele –.
Non resterà impunito il genocidio di un popolo, non sarà consentito alle lobbies di fare marketing sul sangue. Non lascerà integre molte, moltissime coscienze.
2 Comments
Quanta verità in questo approfondimento e quanta rabbia per le nostre Istituzioni italiane ed europee…
Condivido il link nei miei social…
Ecco un articolo che rende l’idea di cosa significhi una stampa libera. Dire la verità, argomentarla e documentarla anche attraverso gli scritti dei dissenzienti che non trovano ospitalità sulla stampa di regime. Avanti così!