Quella che segue è la PEC indirizzata al Giudice che, come la sua collega della Sezione lavoro, già pronunciatasi con una sentenza vergognosa, ha impedito ogni possibilità di chiarire ed esporre le mie ragioni. Ha semplicemente cancellato tutta la fase istruttoria che è la sola parte orale del processo.
La rendo nota pur consapevole che tra i magistrati la grande maggioranza legge le carte, se ha preso lucciole per lanterne consente che una memoria sia depositata per chiarire e replicare. Almeno un risultato ce lo saremmo risparmiato, il titolo su ICalabresi che ha scritto “La fondazione vince in tribunale a tutto campo” (cito a memoria). Il commento sta anche nella PEC che pubblichiamo perchè noi, I Nuovi Calabresi, abbiamo scelto la strada della trasparenza assoluta. E cosi sarà con le altre azioni avviate o imminenti tutte escludenti il Tribunale che non gode della mia fiducia di cittadino.
Giudice P.,
premetto che questa mail conforme all’art 21 della Carta Costituzionale che garantisce libertà di pensiero e di espressione è assolutamente inutile. Ne sono consapevole ma questo non va ad onore della Giustizia italiana.
Lei ha emesso l’ordinanza in oggetto con una presunzione illegittima e infondata: che la citazione per abuso di diritto e relativa richiesta di provvedimento sospensivo fossero esclusivamente frutto del mio desiderio di riassumere il ruolo di Presidente della Fondazione Attilio Elena Giuliani RUNTS. Chi le ha dato il diritto di una presunzione arbitraria?
Poichè il suo non apprezzabile rinvio dell’udienza conclusionale a fine 2025 quindi ipotetica sentenza da lei già anticipata al 2026 rende inutile il processo sia perche avrei a quella data oltre 80 anni e le mie condizioni di salute non consentono la prospettiva di tempi lunghi le anticipo i suoi errori e il pregiudizio immotivato nei miei confronti, cioè di una persona che ha creato per volere del Fondatore la Fondazione dalla stesura dell’atto costititutivo sino all’azione illecita di appropriazione di quattro membri del CdA da me nominati per un rapporto fiduciario e professionale ultraventennale come minimo. Abuso di diritto si ha quando – lei lo ricorda- quando pur formalmente rispettandolo in realtà è motivato da fini illeciti tra i quali rientra la decadenza dolosa del CdA.
Lei invece dichiara che i quattro traditori di cui dirò parole oggettive e già sottoposte all’esame della Procura della Repubbblica di Roma e con un esposto all’Ufficio RUNTS della Competente Direzione terzo settore della Regione Lazio, avrebbero doverosamente operato per la mala gestio del sottoscritto che ha di fatto assunto la Direzione Generale e la Presidenza dopo la scomparsa del Fondatore a fine 2020 il quale legitttimamente esercitava il suo ruolo con rigore moltaparsimonia, con un prestito annuale di € 250.000 e dal 2017 di € 200.000,00. Se lei avesse autorizzato come era suo dovere il deposito di una memoria che dava conto di ogni criticità – ma lei non l’ha consentito cancellando non si capisce su quali basi l’intera fase istruttoria – avrebbe appreso che la Fondazione che aveva iniziali finalità modeste poi superate per le insistenze del Sindaco pro tempore Mario Occhiuto (incidentalmente già condannato per corruzione a Cosenza in primo grado e sotto processo a Roma per corruzione transnazionale in rapporto di complicità con il dott Corrado Clini già condannato a 6 anni di reclusione) con l’acquisto di Villa Rendano e successiva ristrutturazione per un costo di circa € 3milioni ovviamente a debito. Già perchè quello che hanno taciuto i traditori è che la Fondazione era nata con un capitale di € 10.000,00 (diecimila). Pertanto dalla spesa per l’acquisto ecc della Villa a quella per l’acquisto di tre bottiglie di acqua minerale tutto andava ad incremenatre il debito che sarebbe stato sanato nominando la Fondazione erede universale. Cosa che è accaduta ma in misura pari alla metà del capitale perchè il Fondatore manipolato da un’avventuriera rumena ha lasciato legati di € 1milioneseicentomila alla suddetta e altri € 4.500.000.00 in beni mobili e immobili. Se il sottoscritto avesse chiesto di essere retribuito anche modestamente per un lavoro intenso non facile in un contesto non collaborativo facendo il pendolare Roma- Cosenza la Fondazione sarebbe falllita : Il nuovo presidente incombutta con il citato Mario Occhiuto che ha stracciato l’ l’ accordo con Convenzione di sussidarietà orizzontale per il quale è imminente il ricorso al TAR a norma dell’ art 30 del DL 117/2017 (Codice del terzo settore) ha percepito fino a tutto il 2021 una retribuzione per la sua funzione di rappresentante sul territorio della Fondazione € 45.000,00 annui, (evidentemene inutile a seguito del mio tasferimento da Roma a Cosenza, ha assunto il genero e il nipote (cercando di far fuori entrambe le sole due risorse professionali pregiate, con esito positivo nel caso di una giovane venuta da Milano con un eccellente CV) e altre amenità sfruttando la mia molto ridotta presenza a Cosenza nel biennio 2018/2019 per 5 interventi chirurgici di cui due di alta complessità ricoveri ospedalieri per 5 o 6 mesi di cui due in terapia intensiva. Ma lei ha deciso con arroganza che il cattivo fossi io ed ha impropriamente (e non so con quale fonte informativa) ricordato che avevo percepito nel 2014 una donazione (anche) modale. La sua citazione in udienza mentre era pendente uno specifico processo presso il Gudice del lavoro – mentre ha respinto tutto e con la malagrazia (di ignota origine) mi ha indotto a ricordarle che “la mia presenza in udienza era lagata al mio ruolo di avvocato, “non di venditore di pesci al mercato rionale”; mi ha ha impedito di ricordarle che una donazionè può avere una pluralità di qualificazioni giuriche (come nel caso de quo), che essa è stata decisa dal fondatore e mio cugino solo quando ha capito che nel testamento del 2014 non c’era neanche un grazie per me. Per il lavoro fatto per la Fondazione? No perche avevo accettato di fatto la designazione fatta in forma pubblica di “ammnistratore di sostegno” che in concreto sino alla morte mi ha visto sempre presente in occasione di ricoveri ospedalieri in ogni parte d’Italia assistenza legale in iniziative spesso solo generate dalla sua noia e molto altro ancora. Il solo non gratificato anche per mia volontà in sede testamentaria. Il modus che per lei è unico e inalinabile era in buona parte il riconoscimento della mia totale e solitaria disponibilità e l’ obbligo di garantire la gestione e la continuità nel tempo della Fondazione. Esattamente quello che lei ha impedito ritenendo verità rivelate tutte la affermazioni, tutti i dati economicogestionali FALSI e oggetto della ricordata denuncia alla Procura di Roma. Lei ha negato il mio diritto ad un giusto processo, ha negato ogni possibilità di smentire le considerazioni riprese fedelmente dalla comparsa di parte avversa, ha compiuto errori inescusabili, ha di fatto involontariamente reso agevole fino ad ora un’azione di rapina di un patrimonio materiale di 13milioni e immateriale incalcolabile. Se questo è oggi lo stato della giustizia civile italiana sarebbe onesto dirlo ai cittadini che non hanno altro modo di provare a difendere i propri diritti.
Con riserva di ogni ulteriore iniziatica consentita dalla Legge la saluto e la invio a riflettere anche senza toga
Avv. Francesco Pellegrini Foro di RomaDa TRASMETTERE PER CONOSCENZA AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA