Cosenza ha guadagnato meritatamente il titolo di “capitale italiana del volontariato”. Può ora aspirare ad un altro titolo: quello di capitale delle promesse ventennali non mantenute, delle opere finanziate da anni e non realizzate, delle date declamate e quasi mai rispettate.
Se ce n’è bisogno, un breve riassuntino: “la città unica Cosenza, Rende, Castrolibero, forse anche Montalto Uffugo”.
Se ne parla da decenni, intanto ai forestieri che passano dalle nostre parti fai fatica a spiegare che una rotatoria dal lato nord è Rende e da Sud è Cosenza. Se un cosentino decide di trasferirsi nel palazzo di fronte diventa rendese, Rende acquista nuovi cittadini, il capoluogo specularmente ne perde.
Nella mia ingenuità, conclamata e dimostrata anche di recente, volli una collana di libri per trattare dei problemi più importanti che erano “sul tavolo” da tempo, contro ogni logica ed evidenza, quella della realtà compiuta innanzi tutto.
Il primo era titolato “La grande Cosenza”. Partecipanti alla presentazione con il Sindaco Occhiuto, una cinquantina di persone. Un record! Risultato in occasione di un paio di dibattiti alla TEN coordinati dal Direttore Attilio Sabato – del quale ho perso la tracce dopo essere stato incensato come “risorsa preziosa per la Calabria” – nel primo dei quali Manna e Occhiuto si impantanarono – Manna per il vero in particolare – sul “nome” della città unica.
In un altro dibattito sempre Manna, del quale mi considero amico, nell’arco di 10 minuti disse “Sì, sono favorevole” e “No, sì, ma”.
Un altro libro sul “tram del desiderio” presentato da un ex Direttore de L’Espresso ebbe una ventina di spettatori nessuno degli “addetti ai lavori”. Provammo a distribuirlo gratis in abbinamento con la Gazzetta del Sud, i giornalai riferirono che una buona metà era rimasta nelle scatole.
Mio commento malevolo: perché perdere tempo a leggere contributi e proposte di spessore quando si sa che un mezzo genio perde spesso con un tutto incapace? Io estremizzo, ma i commenti di centinaia di cittadini che arrivano a I Nuovi Calabresi sono altrettanto severi e “schifati”, chiedo scusa per il mancato bon ton.
Ora siamo alla terza versione: Francesco Caruso, dal centro destra apprezza la spinta – vera, fasulla, strumentale? – verso la realizzazione della città unica, nel tempo medio lungo, impressa dal Governatore regionale e Franz Caruso, sindaco, frena e sospetta che sia una scusa per accorciargli la sindacatura peraltro non eccelsa.
La leghista Loizzo per non sbilanciarsi vince il titolo di miss banalità: “le riforme si fanno insieme”.
L’elenco continua con l’Ospedale da 20 e più anni finanziato, che come una pallina da flipper passa da vicino all’Annunziata, magari in un grattacielo giacché non pare che ci siano grandi aree a disposizione, al viale dove c’è la stazione dei fantasmi e infine vicino all’Unical prendendo a spunto l’istituzione di un pezzo di facoltà di Medicina o di Robotica, non è del tutto chiaro.
Della metropolitana leggera, leggasi tram, si sono perse le tracce dopo 20 anni di bandi di gara deserti e appalto vinto a non assegnato.
A Lussemburgo per realizzare la stessa “metropolitana leggera” che unisce il quartiere della finanza e delle istituzioni europee al centro e alla stazione hanno impiegato 3 anni ed ora nessuno, top manager, mago della finanza, impiegato al supermercato pensa di non muoversi in tram.
Lo stesso accade più o meno anche a Milano, non a Roma con la scusa dei “serci”, cioè dei resti archeologici che si trovano come i funghi, e in tutto il mondo – Perché non accade nulla a Cosenza e in genere in Calabria?
I malevoli, ma senza prove, pensano subito alla difficoltà di mettere assieme aranci e bergamotti (leggasi spartizione), altri a ragione credo pensino ad un gioco delle tre carte in cui gli avversari, posti su sponde diverse, in realtà fanno a mmuina e si spingono con ardita fantasia a immaginare Occhiuto Mario + Roberto e Franz Caruso + la creme de la creme piddina, tutti attori di una specie di piece di stile borbonico.
Ci sono poi quelli che non pensano affatto, perché conoscono già come andrà a finire: non succederà nulla, le buone intenzioni evaporeranno come al solito e insomma non si farà un ca… volo…
Tempus fugit dicevano i Romani. A Cosenza, che il tempo passa e la vita è breve, ai sempiterni condomini del palazzo del potere non gliene frega niente.
2 Comments
Personalmente penso che questo argomento della città unica è un ritornello che viene di tanto in tanto rispolverato per far credere ai cittadini che i “politici” degli enti territoriali hanno “grandi idee” ma in realtà non hanno argomenti validi che possono ancora incantare gli elettori e quindi dopo qualche anno si riprende il sempre eterno discorso della conurbazione. Ma si potrà mai mischiare l’olio con l’acqua? Ognuno stia dove sta e chi ha delega per governare un territorio badi a quello per cui è stato delegato e non al territorio del confinante!
Non è cosi semplice perchè tre Comuni che si toccano e si intersecano sono un dato fuorviante non utile a nessuno salvo chi vuole mantenere ruoli senza senso e soprattutto sono penalizzati sia in termini economici (meno il 60% del contributo centrale ai Comuni sia in termini di economie di scala e soprattutto di buon senso .