Ora veniamo alla donazione che tanto titilla i pirati di Colle Triglio.
Parliamo di un atto che ho preteso pubblico, davanti al Notaio e di cui ho informato urbi et orbi, più chiaramente “cani e porci”.
Sarò rispettoso per quanto possibile della sfera privata di Sergio Giuliani, che sia pure con criteri un po’ bizzarri – escludeva quello della riconoscenza per quanti gli erano più vicini e disponibili – ma tuttavia era animato da sentimenti veri, come dimostra la creazione della Fondazione.
In sintesi tra il 2010 e il 2012, anno di acquisto e inizio lavori di ristrutturazione di Villa Rendano accadono queste cose che mi coinvolgono:
1) Sergio, che non è sposato e non ha rapporti con il fratello, a quel tempo mi chiede di accettare di essere designato “amministratore di sostegno” in caso di sue necessità. La nomina spetta al Magistrato, ma io mi considero comunque investito di questo obbligo morale.
La designazione è fatta con atto pubblico davanti il Notaio.
Purtroppo a partire dal 2011 le condizioni di salute richiedono ricoveri ospedalieri (il primo ad Asti), accertamenti clinici, ricoveri per controlli e terapie. Ciò significa per me, che non mi sento peraltro vittima, andare in centri ospedalieri in varie parti di Italia, essere chiamato di giorno e di notte, d’estate in vacanza come accade il 15 agosto 2020 a pochi mesi dalla scomparsa con il ricovero alla Columbus facente parte del Policlinico Gemelli.
Conservo gli scambi di aggiornamenti quotidiani che il nefrologo, di cui dirò, invia non essendo consentito l’accesso per la pandemia. Tutti questi report li giro, come ho sempre fatto, al fratello, ai cugini e amici più intimi, essendo peraltro in tutte le occasioni il solo familiare presente che ha diritto di essere informato dai medici.
2) Il giorno dopo il rientro da Asti – tralascio di riferire le parole di un intimo familiare quando lo informai di una previsione quasi infausta, ma rivelatasi per fortuna sbagliata –Sergio Giuliani, presente un cardiologo, un’amica e una cugina, ha una gravissima crisi renale che richiede un intervento di un nefrologo d’urgenza.
Ricordo il prof. Gambaro che mi aveva visitato una volta alla Columbus e quindi telefono a lui. Gambaro con grande generosità e professionalità accorre quasi subito in soccorso e anche se sembra melodrammatico gli salva la vita (uso le parole del cardiologo presente). Il prof. Gambaro su mia sollecitazione riceve una borsa di studio per uno specializzando in Nefrologia – sorprendente e inspiegabile perché Gambaro nominato da me nel CdA della Fondazione si accompagni ai tre “sovversivi” (cosa grave perché da medico era a conoscenza delle mie condizioni di salute molto precarie).
3) A parte le azioni legali, spesso pretestuose, che Sergio mi affidava delegandomi persino a partecipare alle riunioni condominiali, dal 2011 inizia la trattativa da me condotta con Snam per l’acquisto di Villa Rendano, portato a buon fine con un risparmio €200.000,00 rispetto alla richiesta iniziale e ottenuti i permessi dalla Sovrintendenza, che ha un rapporto severo ma collaborativo, iniziano i lavori di ristrutturazione con la direzione della cugina citata arch. Stefania Tropea e con la mia costante presenza, che servì anche grazie alla serietà dell’Impresa De Santo al rispetto maniacale del termine lavori con inaugurazione il 10 luglio 2013.
Questi i precedenti. Nel 2012 Sergio Giuliani fa testamento, non ho interessi diretti e comunque non potrei interferire.A due anni di distanza una persona autorevole e informata, che conosceva l’impegno per mio cugino, mi informa abbastanza scandalizzato dal contenuto dell’atto di ultima volontà. Di fatto non c’è neppure un “grazie” per me, che mi sarebbe bastato, ma tra gli altri familiari stretti e amiche intime, c’è un legato di € 300.000,00 per la colf in servizio da tre anni. La stessa colf diventa badante con ruoli molto invadenti che porteranno all’allontanamento di parenti, amiche intime e amici, che nel testamento valido del 2017 ha avuto un legato di € 1 milione e 600 mila. Ora la signora è stata chiamata come testimone della nuova Fondazione in uno dei processi iniziati su mia Citazione. Un esempio di affidabilità e trasparenza, visto che ha fatto sparire la copia del testamento rendendone problematico il recupero in tempi di COVID presso l’archivio notarile di Roma dove sono depositati 800mila testamenti. In attesa di recuperarli dovetti pagare con mie risorse gli stipendi al personale in aggiunta ai € 70mila già sottratti alla donazione.
La stessa badante misteriosa – indagini fatte fare in Romania, perché come rappresentante dell’erede dovevo essere certo che non vi fosse stato un illecito condizionamento sul defunto, hanno trovato solo tracce sulla sua nascita. Aggiungo che quando mi resi conto che SG era vulnerabile oltre il lecito e sarebbe bastato un nulla per modificare le sue ultime volontà la signora minacciò di dimettersi, come feci scrivere dall’avv. Mungari, altro congiurato, a tutti i parenti più vicini a Sergio, fratello compreso, invitandoli a farsi avanti perché il mio ruolo era di fatto quasi incompatibile con le condizioni fisiche – ovviamente nessuno rispose.
Per quel che vale, la donazione considerati i 12 anni di impegno quasi full time per Sergio e per la Fondazione corrispondono a circa € 35.000/40.000 annui, cioè meno di quanto percepito dal sig. Walter Pellegrini anche nel 2020 e 2021, con lockdown e Villa Rendano per mesi chiusa, pari a € 45.000 sul totale di € 300.000.
Inutile spiegare a lor signori che la Donazione è stata voluta da mio cugino per l’imbarazzo di non aver apprezzato la mia “dedizione” che era dettata da affetto e solidarietà e non la remunerazione per i 10 anni da Direttore Generale, che non ho mai richiesto, perché incompatibile con il contributo annuo relativamente modesto dato dal Fondatore.
La sola cosa della Donazione che ha riferimento alla Fondazione e che i novi padroni di Villa Rendano ignorano (facendo violenza al fondatore) è l’obbligo dal donante assegnatomi di “curare e gestire la Fondazione anche per assicurarne la durata nel tempo fino a quando le condizioni fisiche lo consentano”.
Ci sarebbe molto altro da aggiungere ma non voglio spingermi oltre nella sfera privata di Sergio e dei suoi familiari più stretti.
Aggiungo per finire che non ho avuto lasciti testamentari e “prestiti senza interessi” di cui hanno goduto in tanti.
Gent. mo Notaio,
talune affermazioni di mio cugino Sergio Giuliani di cui mi ha reso partecipe mercoledi 1 ottobre, con riferimento al contratto di donazione in mio favore […] meritano di essere da Lei conosciute.
Sergio, in estrema sintesi, mi ha chiesto cosa ne sarebbe della somma donata, in caso di mia morte.
A parte la bizzarria del quesito, Sergio pare avere dubbi sulla donazione, che è frutto di una scelta assolutamente libera, da lui assunta e a me preannunciata già nel corso di un colloquio a luglio a Civitavecchia, allorchè gli rappresentai l’impossibilità da parte mia di assicurare la continuità negli anni prossimi del mio impegno alla guida della Fondazione Giuliani non avendo alcuna “copertura” economica (intendo persino senza l’attuale recupero delle spese e il parziale, saltuario recupero di emolumenti professionali, cui ho rinunciato per sostenere gli impegni, full time, della Fondazione medesima).
Ho dovuto registrare, peraltro, la stessa “volubilita” nel caso di determinazioni assunte e più volte confermate da Sergio al fine di assicurare alla Fondazione per il futuro le indispensabili risorse economiche, con conseguente pregiudizio per la solidità del progetto che essa si è data.
Naturalmente quanto sopra mi tocca non solo per le conseguenze sul piano economico (che pure non consentirebbero di confermare il mio impegno nella Fondazione [nel lungo periodo]) ma anche e soprattutto per l’apparente cancellazione di ogni memoria e consapevolezza sul ruolo a sua tutela che mi è stato chiesto di assumere da Sergio, addirittura con una scrittura depositata presso il Suo Studio, circa tre anni fa.
Ruolo che attiene in via prioritaria e risalente alla totale mia disponibilità per assicurare una costante vicinanza, solidale e cordiale – va da sé di comprovata e non surrogabile utilità – in presenza di una condizione fisica purtroppo segnata da diverse patologie [che, al ritorno da un ricovero ospedaliero da Asti, hanno costituito un vero e proprio pericolo di vita risolto solo grazie alla lodevole disponibilità del nefrologo prof. Gambaro di cui avevo il cellulare essondomi sottoposto ad una sua visita poche settimane prima].
Ruolo che attiene anche alla guida della Fondazione che in poco tempo ha consentito la valorizzazione di Villa Rendano in Cosenza, divenuta sede di molteplici attività culturali e sociali, che ne fanno oggi un riferimento per la comunità cittadina.
Affido alla Sua valutazione quanto sopra rappresentato dichiarandomi sin d’ ora pronto a ogni soluzione che sia conforme a diritto e rispettosa della volontà del dott. Sergio Giuliani eventualmente difforme da quella manifestata con l’atto donativo.
Attendo un cortese cenno di riscontro e nel ringraziarLa La saluto con viva cordialità.
Roma 06.10.2014
Avv. Francesco Pellegrini