Calabria scandalosa, regalo da 3,5 milioni di euro di Occhiuto e Gentile agli amici degli amici
«Oggi c’è un governo regionale che marchette e favoritismi non ne fa» ha dichiarato il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, pochi giorni fa, durante l’ennesima finta pubblica diatriba con un Partito Democratico che, è noto, con lui non sdegna l’inciucio.
Eppure, è passata quasi sotto traccia, all’unanimità, nel consiglio regionale del 20 febbraio scorso, una legge che prevede una maxi mancia agli amici degli amici per la quale si arriva ad attingere, addirittura, ai fondi europei.
Parliamo della legge 6 pubblicata sul BURC n. 48 del 24 febbraio titolata: “Misure urgenti per le attività di affiancamento nell’attuazione del PNRR e dei fondi SIE”, di cui si è stata relatrice in terza commissione e in aula la nipote dell’ex sottosegretario Tonino Gentile, Katya, oggi consigliera a Palazzo Campanella e Presidente della commissione regionale agricoltura.
«Vorrei esprimere viva soddisfazione per quello che è stato quasi un parto gemellare» ha dichiarato la Gentile in aula prima dell’approvazione. 209 sono i “figli” beneficiari della misura, molti dei quali noti alla politica e provenienti da carrozzoni regionali oggetto negli anni di scandali clientelari e inchieste della magistratura, come Calabria Etica, Calabresi nel mondo e la Field. Ma procediamo per gradi.
L’“inghippo” tra tecnicismi e legalese
In soli tre articoli, tra le maglie della legge approvata, si nasconde l’inghippo. L’articolo 1 dispone che: “La Regione Calabria, al fine di garantire l’attivazione di una serie di azioni di rafforzamento amministrativo in termini di affiancamento e potenziamento per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e delle misure di cui ai Fondi strutturali e di investimento europei (SIE), nelle fasi di programmazione, progettazione ed esecuzione, individua un contingente di personale di cui possono avvalersi come supporto tecnicooperativo i dipartimenti regionali nonché le amministrazioni locali, in forma singola o associata, considerata la carenza di personale nelle dotazioni organiche degli enti locali medesimi”.
Un principio su cui in astratto non ci sarebbe nulla da dire, se non fosse che al secondo comma dello stesso articolo c’è scritto che: “Per la realizzazione delle attività di cui al comma 1, la Regione Calabria si avvale dei soggetti rientranti nella graduatoria generale dei lavoratori in possesso dei requisiti previsti dalla legge regionale 13 gennaio 2014, n. 1 (Indirizzi volti a favorire il superamento del precariato), come da elenco di cui ai decreti dirigenziali n. 11614 del 12/11/2020 e n. 4847 del 10/05/2021, mediante il reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori qualificati con esperienza pregressa”.
L’articolo 2 quantifica il costo di questo “contigente di personale” in 3.469.000,00 euro per il solo anno 2023 mentre l’ultimo articolo prevede come entrata in vigore il 31 marzo 2023. Vediamo, quindi, cosa si nasconde dietro questi rimandi tecnico-legislativi.
La carica dei 209
C’è chi li chiama “precari storici”, forse dimenticando che agli impieghi nella pubblica amministrazione la regola stabilita dalla Costituzione (articolo 97!) è l’accesso tramite concorso e non i diritti acquisiti. In ogni caso in questi elenchi (contenuti nei citati decreti del dirigente regionale del dipartimento lavoro n. 11614 del 12/11/2020 e n. 4847 del 10/05/2021) ci sono lavoratori che abbiano svolto lavori di pubblica utilità e lavoratori Lpu, ma anche, grazie all’ormai nota “legge 12” del 2014, anche “anche tutti i lavoratori di Enti partecipati interamente dalla Regione che abbiano svolto “alla data del 31.12.2007, almeno due anni di attività, anche mediante co.co.pro., alle dipendenze di tali enti partecipati e/o che siano in servizio alla data in vigore della presente legge”. Insomma, si è ampliato il raggio, inserendo dentro i co.co.pro. delle Fondazioni degli scandali clientelari che han visto il riflettore puntato sui vari Pasqualino Ruberto, Domenico Barile e Pino Galati.
L’elenco dei lavoratori di cui stiamo parlando, oggi ben 209, è mutato nel tempo, anche in maniera anomala e considera “precaria” e, quindi, assumibile con i soldi europei, anche una persona con 0 ore lavorative pregresse e due con sole 6 ore lavorative pregresse, sempre alla data del 2007. Eppure la legge approvata dal Consiglio regionale parla di “reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori qualificati con esperienza pregressa”.
I nomi noti
Nell’elenco dei “precari” troviamo Bianca Maria Vitalone, già al centro dello scandalo del “super co.co.pro” di Pasqualino Ruberto che guidava Calabria Etica, all’epoca suo fidanzato e ora marito.
Abbiamo anche Rosalba Gallo, figlia di un famoso otorino catanzarese e nipote della ex vicesindaca di Catanzaro Gabriella Celestino, nonchè dal reventino, Vera Tomaino, socia della Entopan Innovation s.r.l. e già Co.co.co. dei gruppi consiliari della Regione.
Presente anche Giusy Ruberto, già presidente della pro-loco di Lamezia Terme e figlia di Vincenzo Ruberto, candidato Udc alle ultime amministrative cittadine e anch’esso presidente della pro-loco lametina e dell’unione di quelle calabresi (Unpli).
Troviamo anche Elvira Putame, figlia del defunto sindaco di San Pietro Maida, già collaboratrice del gruppo consiliare “Autonomia e diritti” di Agazio Loiero e poi planata tra Fondazione Field e Calabria Etica. Laura Masi, ex dirigente della WhyNot, parente di Domenico Masi (Calabresi nel Mondo), figlio dell’ex sindaco di Amato, Giuseppe Masi.
Presente in quota “Calabria Etica” anche Carlo Marino, fratello della ex dirigente della Fondazione, Maria Teresa Marino e l’avvocato Fabio Davoli, già vicesegretario della Fondazione, nonchè suo cognato Giuseppe Marrazzo. Nell’elenco dei 209 anche, Serafina Varone, una parente del dirigente regionale ex commissario di Calabria Lavoro e oggi dirigente regionale allo sviluppo economico, Fortunato Varone.
Nell’elenco risulta anche una famiglia intera! Ossia quella dell’ex storico funzionario del dipartimento lavoro della Regione, Francescantonio Manfredi. Tra i precari da “stabilizzare” in elenco troviamo la figlia Emilia, già segretaria particolare dell’assessore regionale all’urbanistica di Mario Oliverio, Franco Rossi e suo fratello, Francesco, già consulente per i Por Calabria Fesr 2007-2013 e Po Calabria 2014-2020 e consulente Fincalabra e FormezPa. C’è anche la moglie di Francesco in elenco, Daniela Iellamo.
Amici degli amici… bipartisan
In lista anche tanti altri “amici” della politica. Luca Nicolazzo, ex responsabile per il tesseramento per la Lega di Lamezia Terme e Ketty Riolo, già candidata alle elezioni comunali di Lamezia Terme con la lista civica di Eugenio Guarascio (candidato del Pd) e l’avvocato Eugenio Penna, già candidato consigliere alle comunali 2019 di Vibo Valentia con il centrosinistra.
Presente Bruno Squillaci, commissario di Fratelli d’Italia di Bovalino e Fabio Valente da Serra San Bruno, già responsabile amministrativo nella struttura del Presidente della Regione, Nino Spirlì; Vincenzina Palmieri, moglie del consigliere comunale di Lamezia Terme e già candidato regionale di “Forza Azzurri” (la lista di Occhiuto) Tranquillo Paradiso, ma anche Domenico Magro, nipote di Ezio Praticò, già capogruppo di “Catanzaro da vivere” nell’assise del capoluogo di Regione a guida Sergio Abramo e fedelissimo dell’ex consigliere regionale Baldo Esposito.
Presente Melissa Garrì, già componente del direttivo provinciale del Partito Democratico di Vibo Valentia e già collaboratrice di Calabria Lavoro. Non passa sottotraccia nemmeno Giovanni Brindisi, ex portaborse del capogruppo regionale dei “Democratici e Progressisti” Giuseppe Aieta e Andrea Mazzei, ex portaborse del consigliere regionale dei “Democratici e Progressisti”, Giuseppe Giudiceandrea.
Infine, Roberta Quattromani, nipote dell’ex presidente della Regione Guido Rhodio e Fortunato Tripodo, fino al 2008 coordinatore regionale di Ms-Fiamma Tricolore, nonchè l’ex sindaco di centrosinistra di Sant’Onofrio, Onofrio Maragò e l’ex assessore ai lavori pubblici di Lamezia Terme della precedente Giunta Mascaro (quota Forza Italia), Massimiliano Cardamone.
Presente anche Medina Tursi Prato, figlia di Pino Tursi Prato, l’ex consigliere regionale del Psdi condannato in via definitiva il 20 dicembre 2004 per concorso esterno in associazione mafiosa e al centro della recente inchiesta “Genesi” (che lo riportò agli arresti) per il presunto tentativo di corruzione del Giudice Marco Petrini (condannato in atti giudiziari dal Gup di Salerno lo scorso novembre) al fine di riottenere il vitalizio toltogli a seguito della condanna definitiva.
Ipocrisia giallo-rossa
Un primo tentativo di far passare questa legge venne fatto nel 2021. Spirlì si sfilò: «non si può fare», disse perentorio invocando la prorogatio.
Toni da scandalo vennero usati, dai sindacati e anche dal quotidiano La Repubblica, con Sergio Risso che scrisse un articolo dal titolo “Parenti e amici da sistemare -La Calabria regala posti ai precari”.
All’epoca la minoranza ritirò la firma sulla proposta e l’allora capogruppo del Pd, Domenico Bevacqua dichiarò: «non parteciperemo a nessun blitz clientelare (…) la Giunta Spirlì fornisca i chiarimenti e i pareri necessari per poter dar seguito all’iter legislativo. Ci dica se tra i precari della legge 12 ci sono esponenti politici o figli del clientelismo politico che ha portato ad inchieste giudiziarie nel passato. Siamo vicini ai deboli, non ai furbi». Perentorio all’epoca fu anche il parlamentare del M5S Alessandro Melicchio: «dobbiamo assistere a questo ennesimo uso scorretto degli enti pubblici sub-regionali calabresi, che troppo spesso hanno sfornato contratti a pioggia a sodali e parenti di notabili della politica calabresi e alti burocrati o persone direttamente collegate a partiti».
Come si cambia…
A distanza di due anni lo stesso Bevacqua ha votato e approvato quella legge, con gli annessi Ernesto Alecci, Raffaele Mammoliti e Amalia Bruni, mentre il capogruppo del M5S in Consiglio regionale Davide Tavernise arriva, addirittura, ad “adulare” la maggioranza per quanto fatto.
«Anche io mi unisco ai colleghi di maggioranza e di minoranza. Da parte del Movimento Cinque Stelle, su questo provvedimento, il voto è assolutamente favorevole. Mi sento anche di fare i complimenti per il lavoro svolto alla collega Gentile, che ha avuto una grossa intuizione» ha dichiarato. Insomma, parole molto diverse da quelle del deputato Melicchio di due anni prima che parlava di clientele e raschiamenti del fondo del barile.
Intanto Occhiuto e Gentile hanno rivendicato quanto fatto e la stessa consigliera cosentina in aula ha detto che «Il primo ringraziamento va al presidente Occhiuto, senza il cui benestare non saremmo qui a discutere di questa proposta di legge» con il Presidente di Regione che ha risposto in aula «ho ascoltato la consigliera Straface che diceva: è una legge fortemente voluta dal Presidente. No! Diamo a Cesare quel che è di Cesare! Questa è una legge fortemente voluta dai consiglieri regionali».
(S)copertura finanziaria?
L’articolo 2 della proposta di legge prevede che il quasi 3 milioni e mezzo di euro per il 2023 è “da allocare nei capitoli dell’Assistenza Tecnica delle singole Autorità di Gestione, in ragione di un terzo sul Programma di Sviluppo Rurale 2023-2027 e due terzi sul POR Calabria 2021-2027. Insomma, soldi europei.
Nella relazione finanziaria al progetto di legge depositato il 15 dicembre 2022 (protocollo n. 28526) si parla di uno stipendio tabellare pari a 18 ore settimanali (ossia, un part-time) per 12 mesi per 125 unità di personale di Categoria D, pari a 2.125.000€, oltre 84 unità di personale di categoria C pari a 1.344.000€. Il tutto tramite FinCalabra.
Durante l’esame della legge in commissione bilancio lo scorso 13 febbraio si è discusso in merito ad un parere del Dipartimento economia in cui veniva rilevata la mancanza di copertura finanziaria, per come sottolineato in quella sede dal consigliere regionale Antonio Lo Schiavo. Di diverso avviso il Dipartimento agricoltura ed il Dipartimento programmazione (dirigenti Ferrara e Nicolai) che hanno confermato la presenza delle risorse. Insomma, i soldi dovrebbero esserci, data l’approvazione del Por Calabria 2021-2027, ma l’Europa ne sarà contenta?