Il Pd di Irto-landia: burattinai, indagati e maxi-inciuci. Dov’è la novità?
Irtolandia, il magico mondo del Pd “made in” Nicola Irto viene “venduto” sui media e al Nazareno come un Partito nuovo, smart, giovane, rinnovato nei metodi e nelle persone, in primis perchè ad essere “gggiovane” è il suo segretario regionale, divenuto precocemente senatore.
Dopo anni di far-west partitico, di primarie false e tessere altrettanto farlocche, nonché di commissariamenti romani, bisogna, comunque, dare atto che, senza alcun mea culpa per il passato, la forma viene oggi, invece, preservata, con organismi di partito correttamente costituiti e (inutili?) “pennacchi” generosamente distribuiti.
Eppure, se si scava oltre l’annuncite e la propaganda di Partito, possiamo dire che anche questo ennesimo “Nuovo Pd” sà di tappo, con figure nelle varie caselle ben conosciute e altre che, pur rappresentando nominalmente o anagraficamente una novità, sono solo un avamposto di coloro che stanno dietro a serrare le fila e…a muovere i fili, e sono quelli che Elly Schlein chiama “cacicchi” e “capibastone” (e capicorrente), gli stessi che erano in prima fila a far finta di ossequiarla al Festival dei libri sulle mafie (Trame) di Lamezia Terme.
Segreteria regionale: la corte di Irtolandia
Alla corte di Irtolandia (ossia, la segreteria regionale), il “ggiovane” senatore, figlioccio politico dell’ex deputato reggino Demetrio Battaglia, ha chiamato a far parte della sua squadra un “enfant prodige”, si tratta di Paolo Pappaterra, classe 91, sindaco di Mormanno dal giugno del 2022.
Tra le maglie del sito del comune che guida, però, si evince solo un suo curriculum del 2017 di quando era laureando in economia e vicesindaco. Pappaterra è figlio del ben più noto Mimmo, già candidato regionale nel 2010 e 2014, in passato sindaco di Mormanno, poi Consigliere e assessore regionale in Calabria, deputato dello SDI, presidente del Parco Nazionale del Pollino dal 2007 e poi dal 2019, direttore generale di Arpacal. Queste ultime due cariche le ha ricoperte fino a qualche mese fa. Insomma, l’entrata del figlio in segreteria regionale del Pd è ossigeno nell’annus horribilis dell’eterno Mimmo che nell’arco di pochi mesi è decaduto da Presidente dell’Ente Parco del Pollino (col Tar che ha rigettato il suo ricorso il mese scorso) ed è stato sostituito da Roberto Occhiuto all’Arpacal dopo che è riuscito a “sopravvivere” allo Spoil System con il centrodestra della Santelli e di Spirlì.
Presente, su volere del segretario regionale, anche l’ex sindaco di Melissa, Gino Murgi, segretario provinciale del Pd crotonese ai tempi delle primarie farlocche e delle tessere gonfiate. Iconica fu nel 2019 la restituzione delle “300 tessere” nelle mani di Murgi contro il commissariamento del Pd Crotone voluto dal nazionale. Atto che portò alla autosospensione di vari dirigenti, tra cui l’allora presidente del Pd Crotone, Manuela Asteriti e l’ex sindaco Peppino Vallone. «Ci autosospendiamo dagli organismi politici cittadini, usciti dal congresso del 2017, mettendoci i nomi e la faccia, diversamente dai famosi 300, che pare abbiano consegnato la tessera per protesta (dove? a chi?) a causa del commissariamento. Tessere che fanno parte di un tesseramento, passato alla storia del Partito Democratico crotonese come quello dell’elenco telefonico, approvato dall’organismo regionale e non provinciale, senza alcun controllo e con defunti inclusi» dichiararono. Insomma, una chiara scelta in controtendenza con il rinnovamento “schleniano”.
Voluto da Irto anche il docente vibonese dell’Unical, Damiano Silipo, espressione dell’intellighenzia di sinistra che va bene per i convegni (ma non alle urne). Silipo è l’ex marito della consigliera comunale di Vibo Valentia (ex Pd), Loredana Pileggi, vicina al consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, anch’esso ex Pd poi ex lista DeMagistris. Il figlio, Cosimo Silipo, è stato Co.co.co. di Lo Schiavo nel 2022 ma Pileggi, per quanto consigliera d’opposizione, inserita sempre in quota Lo Schiavo in commissione regionale pari opportunità, è ora “cognata” della sindaca di Forza Italia, Maria Limardo (compagna del fratello Domenico). Insomma, maxi-intrecci a sinistra.
Tutti i burattinai del Pd Calabria
Il consigliere regionale “cigiellino” Raffaele Mammoliti ha “piazzato” nella segreteria di Irtolandia, Marwa El Afia, già segretaria Cgil Area Vasta CZ-KR-VV, figlia di Abdel Ilah El Afia, anch’esso vicino a Mammoliti, dirigente Fillea Cgil, rappresentante della stessa sigla nel comitato di gestione di Cassa Edile CZ-KR-VV.
Marwa El Afia è stata candidata alle elezioni comunali di Sant’Onofrio nel 2016 a sostegno di Onofrio Maragò. Ottenne 22 voti. Meglio di lei fece la sorella Laila nel 2021, sempre a sostegno di Maragò (non rieletto e poi assunto come Co.co.co. del Pd in Consiglio regionale) che di voti ne ottenne 29. «È entrata in segreteria regionale per clichè», «serve per copertina, devono fare i radicalchic» sussurrano insider del Pd vibonese con promessa dell’anonimato.
Proprio la federazione vibonese, in queste settimane occupata a “cucinarsi” il segretario provinciale Giovanni Di Bartolo, avamposto dell’ex commissario regionale (oggi deputato) Stefano Graziano, ha visto confermare come tesoriere regionale Enzo Insardà, già tesoriere nell’epoca pre-Irto e, quindi, certamente una scelta di continuità con l’apparato del passato.
In quota “sinistri” entrano l’ex oliveriano di ferro Pasqualino Mancuso, voluto dalla ex sardina Jasmine Cristallo, e Anna Pittelli che, benchè compagna dell’ex segretario provinciale del Pd di Cosenza Luigi Guglielmelli e ex componente della direzione nazionale del Pd voluta da Nicola Zingaretti (su spinta di Enza Bruno Bossio), sarebbe stata indicata, a questo giro, da Articolo1.
In quota Enza Bruno Bossio entra in segreteria l’ex “bevacquana” Francesca Dorato, candidata regionale nel 2021, consigliera comunale del Pd di Castrovillari, già vicesindaca; ma anche la componente di diritto (in quanto coordinatrice donne democratiche) Teresa Esposito ha sostenuto Paola De Micheli al congresso, ed è ascrivibile alla medesima area; mentre in quota Carlo Guccione (area Andrea Orlando) entra il sindaco di Spezzano Sila, Salvatore Monaco. Piccola nota di colore: l’ex consigliere regionale Guccione, oggi dipendente regionale – “supporto funzionale” della struttura del consigliere Francesco Antonio Iacucci (dove e quando timbra se lo chiedono in molti) si gode un vitalizio da 4.119,06 euro mensili, oltre lo stipendio da 2.054 euro oltre indennità da 630 euro mensili. Roba da cacicchi cosentini.
Il “cacicco” Bevacqua
A tal proposito, in quota Mimmo Bevacqua, capogruppo regionale “evergreen” del Pd e “cacicco” di Dario Franceschini in Calabria, nella segreteria di Nicola Irto è entrata Franca Sposato, capogruppo Pd in consiglio comunale di Acri e coordinatrice provinciale di ZonaDem, la corrente bevacquana del Pd. Sposato è stata nel 2016 Co.co.co. del gruppo consiliare “Oliverio Presidente”.
Il primo franceschiniano di Calabria ha inserito nella segreteria regionale anche il lametino Luigi Muraca, suo amico personale dai tempi della Dc.
Una nomina che, però, ha lasciato molti a bocca aperta. Muraca, difatti, nel 2020 è stato candidato alle elezioni regionali con il centrodestra (lista “Santelli Presidente”), ottenendo un discreto risultato di circa 1.371 preferenze. In precedenza è stato coordinatore regionale di “Direzione Italia” di Raffaele Fitto, ex vicepresidente Sacal, ex presidente del consorzio industriale Asicat e già esponente lametino di Forza Italia. Dal 2015 al 2017 è stato consigliere comunale di Lamezia Unita, all’interno della coalizione di centrodestra. Insomma, la svolta “schleiniana” a sinistra in Calabria può aspettare (soprattutto a Lamezia Terme e su questo ci torneremo a breve).
Pd e grumi di potere: il caso di Aquila Villella
In quota Ernesto Alecci (area “Base Riformista”) è stata inserita in segreteria Maria Chiara Chiodo, presidente del Pd di Catanzaro città, vicina anche alla presidente regionale del Pd Giuseppina detta Giusy Iemma. Chiodo è anche dottoranda di ricerca presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Magna Graecia.
Proprio qui è recentemente scoppiato uno scandalo che coinvolge la cognata della consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni (ex candidata presidente del centrosinistra, ma nessuno lo ricorda); ossia la capogruppo del Pd nel consiglio comunale di Lamezia Terme, Aquila Villella.
Villella è stata eletta in assemblea regionale del Pd nel 2022 ed è componente della commissione regionale di garanzia e del dipartimento tematico “Giovani, Istruzione, Innovazione e Lavoro” della segreteria regionale. Peccato che stessa sia anche membro del C.d.a. dell’Università Magna Graecia (dove è dottoranda presso il Dipartimento di giurisprudenza anche Lidia Vescio, componente della segreteria provinciale del Pd e portaborse di Amalia Bruni), carica incompatibile con incarichi di natura politica secondo la legge “Gelmini” del 2010 e secondo lo Statuto della stessa Università. In più, tali incarichi politici non sarebbero stati dichiarati dall’esponente dem all’Ateneo, nonostante il decreto legislativo 33 del 2013 (articolo 14, comma 1) lo imponga.
Un bel pasticcio se si considera che è stata membro del Cda per quasi 6 anni e prima ancora del Senato Accademico, anch’essa carica incompatibile.
E se la palla è passata ora ad Anac e Corte dei Conti, nell’Ateneo catanzarese sembra abbiano scoperto l’acqua calda rispetto a una situazione che perdura dal 2014. Proprio su questo ha incalzato la Lega di Catanzaro. Certo, Villella spererebbe in una interpretazione della legge che le consentisse di preservare l’incarico elettivo, ma la legge, suo malgrado, non distingue tra cariche partitiche e cariche elettive.
Nonostante questo, la cognata “eccellente” di Amalia Bruni vorrebbe forzare la mano e ritentare la corsa al Senato Accademico, le cui elezioni sono fissate per il prossimo 19 luglio, forte dell’appoggio dell’ex Rettore, Aldo Quattrone (protagonista del recente “catfight” stampa sul Cnr con il consigliere regionale Antonello Talerico), nonchè della “protezione” politica del deputato lametino della Lega, Domenico Furgiuele, che avrebbe stoppato iniziative parlamentari sul “caso Villella” sollecitate dai consiglieri comunale di Catanzaro (anche se ha dichiarato di non conoscere la questione). Ma sul genero di Salvatore Mazzei e sugli inciuci trasversali lametini ne riparleremo. È un fatto, però, che a segnalare la questione all’interno del Pd sia stata la dirigente nazionale Jasmine Cristallo. Sarà la volta buona che i dem non facciano gli struzzi?
Imbarazzi crotonesi
La recente inchiesta Glicine della D.d.a. di Catanzaro, oltre a coinvolgere l’ex vicepresidente della Regione, Nicola Adamo (con la moglie, Enza Bruno Bossio, che parla di “ennesimo show” di Nicola Gratteri), ha “pizzicato” Giancarlo Devona, cugino del consigliere comunale del Pd di Crotone, Andrea Devona (vicino ad Alecci) e già portaborse di Ernesto Alecci dal 1 dicembre 2021 al 1 aprile 2023.
Coinvolto nell’inchiesta è anche il consigliere provinciale del Pd (ed ex presidente della provincia f.f. di Crotone), nonchè consigliere comunale di Cirò Marina, Giuseppe Dell’Aquila, vicino al deputato dem Nico Stumpo.
Sarà un caso che proprio un giorno prima delle elezioni politiche, con deliberazione del commissario straordinario Domenico Sperlì (la cui cugina, Teresa Sperlì è indagata nell’inchiesta) vi sta stata la presa d’atto della designazione dei componenti del consiglio sindacale dell’Azienda sanitaria di Crotone? E che tra questi, in rappresentanza del ministero della salute (guidato da Roberto Speranza, cui Nico Stumpo è molto legato), vi sia Luigi Dell’Aquila, padre del consigliere cirotano indagato? Magie del (vecchio?) Pd.
1 Comment
Povero partito Democratico In Calabria i Dirigenti dovrebbero essere cacciati a calci in culo.