Avrei voluto scrivere il seguito del Dizionario alla cosentina, che offre l’opportunità di registrare che quel che vale per i dizionari della lingua italiana non sempre, o forse in alcune voci, quasi mai coincide con la versione “alla cosentina”.
Si potrebbe pensare ad una speciale capacità creativa di cui andare fieri, ma non pare proprio che sia così.
Ne abbiamo già scritto, la parola Amore, per la nostra terra, per essere vissuta con pienezza ha bisogno di essere supportata dalla parola Pazienza, che è anche rassegnazione, sfiducia e altro ancora.
Ora anche per emanciparsi dal format del Dizionario alla cosentina mi soffermo su un altro termine, Paradosso, che da noi non è solo un’anomalia o bizzarria della logica e della razionalità, ma è anche e soprattutto un’offesa ai valori dell’etica e dell’equità.
Non voglio filosofeggiare e quindi passo ad una situazione reale che tira in ballo ancora una volta Villa Rendano e specificatamente il Museo multimediale Consentia Itinera, voluto dal sottoscritto nel 2016 come avvio di un progetto identitario della nostra città, che conosce poco e apprezza ancora meno la sua storia, che per volontà dell’Imperatore Federico II le meritò il titolo di “perla dell’Impero” con Napoli e Palermo.
In questi anni Consentia Itinera si è arricchita di nuove produzioni, il centro storico, il Duomo, per l’anno giubilare appena concluso e fra poche settimane una nuova mostra digitale sul tema della scienza e della tecnologia, nata dalla collaborazione scientifica con il Museo Galileo Galilei di Firenze, una istituzione culturale di prestigio internazionale.
Di tutto questo – da cui sono germogliate un’infinità di altre attività: laboratori ludodidattici per i bambini e i ragazzi di scuola media, le lezioni di musica della pianista Giusy Caruso, un primo passo per l’educazione all’ascolto delle opere dei maggiori compositori, laboratori di artigianato, e molto altro (occuperei un’intera pagina del nostro Blog/giornale a enumerarli tutti) – va dato merito alla Direttrice di Consentia Itinera Anna Cipparrone.
La sua passione e competenza straordinaria le hanno guadagnato un apprezzamento diffuso in Italia che si è poi riversato su Consentia Itinera. Il partenariato con Università e istituzioni culturali e museali prestigiose ne sono il frutto più evidente, al pari di laureandi di altre università lontane da Cosenza che hanno trascorso mesi a Villa Rendano, per compilare la tesi di laurea dedicata al nostro Museo multimediale.
Cosa c’ entra tutto questo con il termine Paradosso, nella sua accezione morale?
La normalità che nel nostro caso è moralità ed onestà intellettuale dovrebbe prevedere elogi, riconoscimenti anche economici, gratitudine, vicinanza delle istituzioni locali. Anche perché la dott.ssa Cipparrone, che non condivide molto probabilmente questa nota, oltre a quanto ricordato, con il suo impegno dettato dal desiderio di rendere più solida la condizione economica della Fondazione Giuliani ha ottenuto, partecipando a più bandi finanziamenti pubblici, per alcune, molte decine di migliaia di euro con i quali è stata realizzata tutta l’offerta culturale e istituzionale del 2022. Anche la mostra sulla scienza e la tecnologia con il Galileo Galilei è stata resa possibile dal finanziamento MIUR ottenuto da Consentia Itinera e otto Dipartimenti dell’Unical.
E qui soccorre la parola Paradosso. Dai provvisori “occupanti” di Villa Rendano, nessuna lode, nessun apprezzamento, magari con un semplice “Brava, grazie”, ma al contrario PARADOSSALMENTE una riduzione dello stipendio non consentito dalla Legge, con la motivazione insultante e farsesca che il sottoscritto Presidente e Direttore Generale, dal 2012 con tutti “i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione” (ndr prego i nuovi padroni di prenderne nota) non aveva quello di riconoscere un doveroso e modesto incremento salariale. Ed ho motivo di credere che, come fatto con una brava e stimata giovane professionista costretta a dimettersi, sia in atto o possibile un analogo tentativo con Anna Cipparrone, che sarebbe a dir poco un danno grave e ingiustificabile per la Fondazione e Villa Rendano. Una conferma a ciò che fin dall’inizio ho paventato, che se la Fondazione si priva delle sole risorse professionali pregiate intende o virare vero la banalità e cioè l’irrilevanza o fare spazio a qualche prezioso raccomandato avendo già esaurito la lista dei familiari. Tertium non datur. Vigileremo.
Ora ignoro cosa farà o non farà Anna Cipparrone, non conosco i suoi pensieri e sentimenti, ma questo articolo, un po’ inusuale, lo riconosco, è parte di quell’impegno per il ripristino della legalità e per la tutela del Progetto della Fondazione come prefigurato dal fondatore Sergio Giuliani, che sto sostenendo con fatica fisica e con sacrificio economico, senza prefigurare alcun rientro alla guida della Fondazione.
Dovrei essere sostenuto dagli esponenti della cultura, accademica e non, dai vertici istituzionali, il Sindaco Caruso e il “padre putativo di Villa Rendano” Mario Occhiuto, i sindacati che partecipano a inutili dibattiti a Villa Rendano per segnalare che esistono, i politici che vorrebbero essere stimati senza merito ecc ecc… Sono solo: ognuno ha il profilo etico che desidera.
Per questo, in modo del tutto irrituale, mi permetto di chiedere ai lettori un commento, un emoji, un simbolo che possa essere interpretato come “Brava e grazie Anna” e da chi tace e si volta dall’altra parte come “Vergognatevi”.
Questo articolo costituisce anche una risposta ad alcuni amici che ho cari e stimo che hanno definito “lite” (ndr tra Pellegrini Francesco detto Franco e Pellegrini Walter) cioè una specie di “goldoniana” baruffa chiozzotta cosentina la presa di possesso immotivata della Fondazione Giuliani. È una definizione che mi irrita perché falsa. È invece la reazione doverosa, e costosa in tutti i sensi, ad una azione che i Giudici definiranno con la propria sentenza, ma chi scrive, che bada alla sostanza, definisce violenta, illegittima, inqualificabile.
2 Comments
Parimenti a Cosenza, che anticamenta meritò l’appellativo di perla, mi viene facile attribuirlo pure ad Anna Cipparrone, vera anima vibrante di Villa Rendano. Il sottoscritto è stato testimone diretto di ciò che ne è stato di questo posto incantato, sin dalla sua fatiscenza dei primi anni ’90 (vedi “Frammenti”, un mio video del 1993), fino ai fasti dei tempi recenti come, fra tutti, Cosentia Itinera e L’International Music Festival Alfonso Rendano. Allora, mi viene da dire di fare molta attenzione alla storia che, in mancanza di perle, come pure Daniela Roma, rischia di ripetersi.
Tutto ciò che è stato scritto sull’opera della dottoressa Cipparrone, per averla seguita da vicino, corrisponde al vero.
A lei va il merito di avere dato sostanza al progetto della Fondazione, così com’era nelle intenzioni del suo fondatore, l’amico Sergio Giuliani. I progetti riportati dalla nota in maniera dettagliata ne sono la conferma. Ma la Calabria delle clientele e delle faide politiche va in tutt’altra direzione! Non è un caso che i giovani capaci sono costretti ad emigrare da sempre. La nobile iniziativa di Sergio Giuliani , senza un progetto di largo respiro rischia di naufragare, trascinando con se anche gli occupati, escluso la Cipparrone, peraltro parenti. Penso, a questo punto, che per salvare l’onorabilità di Elena e Attilio Giuliani, la famiglia, il fratello Vittorio, debbano intervenire. Ma tant’è, non mi meraviglierei se a vincere sarebbe il silenzio: così vanno le cose in Calabria.