Capisco che le persone, indipendentemente dal loro giudizio, non abbiano più lo stesso interesse iniziale a quanto accaduto dopo fine maggio 2022 alla Fondazione Giuliani, presa d’assalto con lo stesso spirito di chi irrompe in una gioielleria per riempire i sacchi di cose preziose. Nel caso di Villa Rendano le “cose preziose” sono o erano immateriali. Il ruolo crescente come polo culturale, il successo nazionale e non solo del Museo multimediale Consentia Itinera arricchito di quattro nuovi “percorsi”, l’ultimo in partenariato con il prestigioso Museo della tecnica Galileo Galilei di Firenze. Ed anche il successo de ICalabresi che un clandestino ha osato definire “un danno per la Fondazione”.
Personalmente l’evento mi sembrava così ignobile e scandaloso che non ci ho pensato un istante rivolgendomi ad avvocati di fama e impegnando le risorse personali che avevo, ma andando anche oltre a rivolgermi alla Giustizia a Roma. Ho seri dubbi che almeno in un caso abbia fatto la scelta giusta, c’è sempre il sospetto che una manina autorevole abbia toccato i tasti giusti (non bisogna generalizzare, ma alla Giustizia virginea non ho mai creduto).
Il vero errore che ha consentito di fare i pesci in barile a tanti, compresi coloro che avevano lavorato con me con condizioni di autonomia, rispetto e gratificazione insoliti da queste parti è stato quello, inevitabile peraltro, di mettermi in primo piano per una battaglia giusta e doverosa, che considero tale anche se ho molte riserve su Sergio Giuliani, in tarda età e facilmente influenzabile.
Ma agli errori, che non sono sempre tali (un giudice, oggi deferito al CSM, rinvia l’udienza neanche conclusionale per una citazione accompagnata dalla richiesta d’urgenza da settembre 2023 a 2025!), si può rimediare.
Con quali premesse? Ciò che è avvenuto a danno della Fondazione Giuliani non è un evento locale, irrilevante fuori dalla Calabria. Oggi nel Terzo settore sono registrate 116mila imprese. Hanno una pluralità di forme – cito dal Corriere della sera – non solo coop, fondazioni, cooperative sociali, ma anche società di capitali, società di persone, associazioni.
Nel Mezzogiorno il tasso di crescita rimane alto con il 52% delle imprese sociali e, dopo la Riforma del 2017, sono nate il 47,8 del totale. Un dato che può spiegarsi con i forti bisogni sociali che al sud necessitano di risposte diverse, in particolare nella cultura e nell’educazione. E per concludere, nel terzo settore in tutt’Italia lavorano mezzo milione di persone, con opportunità particolarmente nel Mezzogiorno, che ha i più alti tassi di disoccupazione.
Solo la prosopopea e il narcisismo di Mario Occhiuto (ma certo non lui solo) poteva pensare che questa porcata rimanesse nell’ambito locale. Ciò che è stato fatto con la regia dell’avv. Mungari – ce ne sarà di interessante e inedito anche per lui – e con il carburante del livore di un frustato omonimo crea un precedente grave e pericoloso. La massima parte del Terzo settore è impegnata nei settori nei quali il Pubblico e il Privato debbono collaborare per consentire interventi di interesse pubblico. Immaginate che un Sindaco o un Amministratore pubblico siccome vuole sistemare “l’amica” manda a farsi fottere l’accordo e le relative realizzazioni – come è accaduto a Cosenza dove al posto dell’“amica” c’era “l’amico”, quello più simpatico e educato – cosa accadrebbe ad un sistema essenziale che si basa su correttezza, collaborazione, co-programmazione, ecc…?
Guardate che i termini che ho appena usato sono quelli indicati nell’art 55 del Codice del Terzo settore. Ho cercato se ci fossero altri termini: ad esempio mandare a fare in c… il Pellegrini antipatico a Occhiuto ma legittimo, a far fuori le sole risorse umane pregiate per sistemare l’amico dell’amica e a trasformare una sede costata 13milioni di euro per farne un mercatino delle pulci. Non l’ho trovate.
Faremo girare il nostro caso e la nostra reazione, imminente, in tutto il pianeta del Terzo settore. L’esito sicuro? Lo sputtanamento dei “padroni e servi” di Cosenza che immeritatamente somiglierà ad un villaggio del selvaggio West.
Come? Rendendo pubblica tra pochi giorni una citazione che per la prima volta porta un caso di violazione degli obblighi di correttezza, collaborazione, co-programmazione che impegnano Pubblico (Comune di Cosenza) e Privato (La neonata Fondazione) che hanno sottoscritto un atto di collaborazione per un obiettivo di interesse pubblico (Acquisto e ristrutturazione Villa Rendano per un totale di circa € 4000,00) che è un classico caso di “sussidiarietà orizzontale” ora normata con DL 117/2017 all’art 55 da cui ho tratto gli obblighi citati. Non ho trovato parole come acquisizione illegittima della Fondazione, stravolgimento della sua missione originale voluta da Giuliani e me, declassamento di Villa Rendano da polo culturale a mercatino delle pulci, depauperamento dei suoi beni per ora immateriali, di fatto spreco di un investimento di 13milioni di euro fatto da Sergio Giuliani non per dare una poltroncina al sedere di Walter Pellegrini.