Come si conviene a un giornale che dopo ICalabresi chiude, perché aver molti lettori non serve a nulla se produce commenti innocui, mai un atto di accusa, mai la rivendicazione di essere trattati da cittadini della Repubblica e non sudditi mal sopportati, è il momento di raccontare senza particolari, ma con frasi brevi la “storia criminale” alla quale abbiamo assistito, ma senza risultati da rivendicare.
Sia chiaro che il mio allontanamento da Cosenza non è una resa, ma un atto di accusa.
Percorriamo il cammino iniziato nel 2012 quando un suadente Occhiuto convince Giuliani, che era animato da buoni sentimenti, ma non era “una volpe del deserto” a comprare Villa Rendano.
Siccome il soprannome di cazzaro gli sta a pennello, ci fa credere che per realizzare un progetto non previsto è pronto il Parco tecnologico di Trieste presieduto dall’amico Clini. Il Parco in effetti è pronto, ma per dare un mucchio di soldi a Calabria Innova.
Questa presa per il c… dura alcuni mesi, finisce a Roma incontrando il DG del Parco, che spiega che il nuovo misterioso progetto spetta alla sede di Lamezia, quindi Villa Rendano se si accontenta sarà la sede secondaria. Mio commento: se ho ben capito abbiamo speso a debito oltre 3 milioni di euro per fare stare più comodo il culo dello stampatore ed editore Umberto De Rose.
Saltiamo tutto e arriviamo alla mia idea di realizzare un percorso storico multimediale da me battezzato Consentia Itinera. Dopo l’inaugurazione Occhiuto si lancia in elogi sperticati per Giuliani e per me. La programmazione va avanti con un Casa dei cittadini, un centro di informazione e partecipazione attiva curato da Anna Martina, una professionista torinese di non comune valore. Siamo a fine 2017 con i miei ripetuti ricoveri e interventi. Una pacchia per WP, lui ama far fuori tutti quelli che “non controlla”; in compenso ama ed assume parenti stretti e la colf.
Torno a Villa Rendano. L’acquisto caldeggiato e voluto da Mario Occhiuto è frutto di un’intesa tra Privato e Pubblico che si chiama sussidiarietà orizzontale. L’art. 30 del Codice del Terzo settore parla di collaborazione leale, cooperazione e coprogrammazione. Non ho trovato la voce “tranne Occhiuto”. E infatti il cazzaro si fa promotore e sostenitore dalla manovra canagliesca di quattro “amici” con la regia dell’avv. Mungari che è un cinico e falso esemplare umano, ma un bravo avvocato, molto bene ammanicato negli ambienti giudiziari.
E la guida eccitata e scomposta di WP (ha scritto più cazzate in poche settimane che in anni) fa finta di dimenticare che la Fondazione era nata con un capitale di € 10.000,00 e mette tutti i prestiti SG annui, compresi tra € 250.000 e 200.000, da saldare con il lascito ereditario, come fossero il risultato di una gestione spendereccia da parte mia. In una citazione costruita solo su dati fasulli – è un record – avendo scritto di violazioni di legge il Giudice correttamente gli ha imposto di notificarla alla Procura. Io mi sono portato avanti con il lavoro ed ho presentata un dettaglia denuncia.
Per non farla lunga: ICalabresi regalati sebbene valessero con l’editrice mezzo milione di euro, la Fondazione presa da clandestini “perché gli piaceva”; un utile precedente se passate dinanzi alle vetrine di Scintille e provate a prendervi qualche gioiello gratis “perché vi piace”. Tutta la città che conta non ha aperto bocca, come usa o usava a Corleone. Un lettore in buona fede, scambiando una rapina a danno della città di un bene costato milioni di euro come una litigata tra quasi amici ha proposto: “stringetevi la mano in segno di pace”.
Ho capito che il lettore era ingenuo, ma in buona fede. Ho capito meno una persona di cui mi fidavo che per spiegare il suo allontanamento ha detto che non apprezzava i miei commenti nei confronti dei colleghi de ICalabresi. Non c’è bisogno di sparare cazzate (se rendessi pubblici gli scritti ci sarebbe da chiamare la neuro) per allontanarsi da me.
Ora per evitare questi imbarazzi, le porcherie fatte da mezza città, con la volontà di fare male e cancellarmi dalla scena (le cose che potrei raccontare con nomi illustri e quasi venerati sono imbarazzanti), sapendo che non ho posso pagare 10 avvocati (loro con il saccheggio di Villa Rendano nuotano nell’oro) e che non ho la salute di ferro – sulla quale hanno giocato con malvagità – lascio Cosenza con rabbia e disamore. Ha favorito una “storia criminale” e per la proprietà transitiva si è autoqualificata, credo ingiustamente, come “citta criminale”.
I protagonisti…
Mario Occhiuto, che non sa neppure cosa sia il rispetto dei ruoli istituzionali.
Franz Caruso, una comparsa fastidiosa e inutile.
Walter Pellegrini, liberatosi dalle maschere che lo coprivano ha distrutto un dono dato alla città, appena scomparso il padre Luigi che non glielo avrebbe consentito. Sorpreso della mia decisione di tornare a Cosenza, e solo il giorno prima ha fatto una capatina in agenzia immobiliare.
Santo Mungari, viscido come una biscia, è stato il regista in totale malafede. Ma ha fatto un errore grave, che forse gli farà perdere il ruolo di padrone assoluto della Fondazione. Ha peraltro dimenticato che gli avevo offerto il ruolo di Presidente che era incompatibile con la professione forense. Deve essere vero che rubare è meglio che fottere (gli amici da 20 anni).
I due restanti consiglieri, una rilevante solo per il tasso di cattiveria scatenatosi contro una bravissima collaboratrice perché aveva osato dirle che non poteva assumere impegni senza informare il Presidente, l’altro un nefrologo veneto che fino all’ultimo mi ha visto vicino a Sergio Giuliani, l’unico parente disponibile e in grado di avere notizie dai medici.
Una massa informe – politicanti, massomafiosi, servi per scelta e vocazione – che non ha pronunciato parola. Il culto del silenzio a danno della dignita personale e sociale.
Dietro le quinte magistrati – i due ostili non perché ce l’avessero con me, mai vista una, vista l’altra che non ha capito un cazzo e per rispondere alle mie osservazioni ha utilizzato citandole pari pari le bufale inventate da qualche avvocato laureato on line.
Ripeto che questo Paese ha moltissimi problemi, ma ha una giustizia che è propria del quarto mondo.
La speranza che Mungari non la passi liscia è fondata sul fatto che non deve occuparsene un Tribunale. Che vergogna.
2 Comments
Un peccato chiudere un giornale, peraltro, mi pare non abbia peli sulla lingua.
Se posso rendermi utile, sono Piergiorgio Lo Duca, avvocato cosentino, stanco di tante ipocrisie non solo cosentine.
Se ritiene possiamo sentirci, saluti
3272922553
Solidarietà e vicinanza.