Negli anni scorsi, non i più recenti, i meridionalisti – una categoria ormai sparita – dicevano che la vocazione naturale del nostro Mezzogiorno, per crescere e modernizzarsi, era guardare al sud più a sud. In parole semplici, un economista di cui non ricordo il nome (prova che di tempo ne è passato parecchio), si domandava: “perché bisogna guardare il resto del mondo sempre dal nord d’Italia? Rovesciamo la carta geografica e guardiamo lontano ma dal sud italiano.”
Allora proviamo a guardare il sud a 180 gradi dalla punta dello stivale. Cosa vediamo oggi? Il mare mediterraneo, azzurro e splendente, ma anche un immenso cimitero di cadaveri, immigrati che per sopravvivere hanno finito con lo scegliere il percorso della morte.
Se poi guardiamo da Sud dall’alto vedremmo il Mediterraneo dove ci sono molte più navi militari di diversi Paesi – spesso l’uno ostile agli altri – che barche di pescatori o motoscafi d’altura.
Ma spingiamoci ancora di più a sud, sulla terra ferma e ci rendiamo conto finalmente che non ci sono paesi in via di sviluppo, terre di opportunità reciproche: Il Magreb – Algeria e Tunisia – hanno regimi autoritari, milioni di persone senza lavoro, né cibo, né acqua. C’è la Libia che è tornata ad essere un aggregato di tribù che si odiano reciprocamente oltre a essere una prigione, con e senza sbarre, di decine di migliaia di neri, verso cui la gente di etnia araba ha un atteggiamento razzistico pari a quello di una parte degli europei.
Se da Sud ci volgiamo a Sud Est è ancora peggio: una guerra e un genocidio in corso tra palestinesi e Israele, una spaccatura tra sunniti e sciiti.
Dunque le belle parole e le aspettative del nostro sud verso chi è ancora più a sud di noi si sono rivelate delle bufale.
E, siccome la politica segue l’economia e il profitto, il Mezzogiorno italiano che è già quasi dimenticato – è la palla di piombo del nord produttivo e traino delle esportazioni – andrà sempre peggio.
Prossima tappa l’autonomia differenziata per la quale le regioni più povere e mal governate – la Calabria in questo non teme confronti – saranno progressivamente desertificate.
Se vi sembra un eccesso di pessimismo facciamoci qualche domanda: la classe politica più squalificata e impresentabile in Italia è o non è quella calabrese, destra e pseudo sinistra senza grosse distinzioni?
La democrazia che significa parità di diritti tra tutti i cittadini italiani è uguale in Emilia e in Calabria?
Sindaci eterei e inutili come Franz Caruso, è un caso diffuso nelle decine di migliaia di sindaci, di paesi e città italiane?
La totale assenza di un’opinione pubblica in Calabria che sia garante come dappertutto della qualità della nostra democrazia è la normalità?
E via di questo passo. Per aumentare la mia modesta credibilità di cosentino additato come “nemico da abbattere” per aver fatto nascere una fondazione al servizio della nostra città, al punto di minarne la salute in modo grave, ma soprattutto obbligato a difendersi da un manipolo di traditori inqualificabili, esecutori e mandanti, credo che noi calabresi siamo bipolari: vittime e colpevoli, di inerzia, pavidità, servilismo e piaggeria nei confronti di chi sembri avere un etto di potere.
Ora che sono lontano da Cosenza non certo per timore – è un sentimento che non mi appartiene – consapevole dei miei limiti, fisici e anagrafici, ci saranno altri che faranno quanto e più di me per la nostra terra e per la nostra Cosenza? Se non farò in tempo – ma ci proverò a costo di ingurgitare 20 pasticche al giorno – a sbattere a calci in cu… delinquenti comuni fuori da una sede che non gli appartiene, ci saranno altri che continueranno a provarci in tutti i modi e in tutte le sedi possibili?
Spero proprio di sì. Concludo con un ricordo personale che mi ha molto condizionato nel corso della mia vita.
Quando ero ancora un giovane che s’arrabattava per fare un giorno il giornalista fui invitato dal Direttore del mensile con il quale collaboravo ad accompagnarlo per un’intervista ad un personaggio torinese, come il veggente Rol di Torino (un caso studiato a lungo per capirne le doti reali di cui era dotato come “lettore del futuro”), non un ciarlatano, non interessato né alla fama né al guadagno di cui in molti parlavano con meraviglia e interesse.
Non volli essere presente all’intervista perché ne avevo timore.
Ma poi tranquillizzato dal direttore accettai di parlare o meglio di farmi esaminare dal “veggente”.
Debbo confessare che ne uscii sconvolto perché mi predisse una serie di eventi positivi e negativi, mai banali e scontati, che si sarebbero verificati. In molti purtroppo, in altri per fortuna, si sono compiuti.
La conclusione fu una frase che volli interpretare come beneaugurante. “Lei lascerà una traccia importante nella “storia” immagino personale.
Tutto ciò che mi era stato predetto s’è verificato alla lettera, l’ultima profezia no, avendola intesa come evento positivo e gratificante.
Ora – al netto dell’audacia della mia sensazione – penso che se di “traccia” si tratta non sarà con il segno della vittoria o del benessere personale, ma con quello di aver contribuito quasi senza volerlo a incrinare non poco e nel tempo irreversibilmente il fronte maligno e tossico che sta conducendo la mia terra e la mia città natale nel baratro.
Se ha indovinato tutto, perché non sperare che abbia indovinato anche in questa previsione, non a mio beneficio come avevo creduto, ma a beneficio degli uomini e delle donne di questa terra bella e disgraziata?
1 Comment
E’ proprio cosi…purtroppo…
Comandati e schiavi degli USA e delle multinazionali rapaci..