Un nuovo colpo gobbo del Governo Meloni alla Calabria ed ai suoi cittadini, in ambito sanitario. Nelle ultime settimane, il ministro Fitto ha ben pensato di revocare i fondi precedentemente assegnati alla nostra Regione provenienti dal fondo 20 della legge 67. In pratica su 607 milioni, ne restano a disposizione dei Calabresi solo 171, 5.
I fondi che potrebbero ritornare indietro, nelle intenzioni governative, dovrebbero implementare i fondi necessari ad alcune spese aggiuntive del Pnrr; con la motivazione dei ritardi della burocrazia calabrese nell’impegnare il bottino a disposizione. Dimentico, però, che da più lustri il sistema sanitario calabrese è commissariato e nelle mani di “specialisti” provenienti da fuori. Ciò nonostante, mentre i costi ed i debiti sono aumentati (emblematico il bilancio dell’Asp di Reggio Calabria dove le stesse fatture erano state presentate più e più volte) non senza lo sguardo attento della malavita.
“Quando i mugnai si litigano – consiglia un proverbio calabrese – guardati la farina” ed infatti, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, che indossa anche i panni del commissario alla sanità, ha ben pensato di sveltire il sonnolento lavoro degli uffici regionali relativamente all’Ospedale di Vibo Valentia, cui andrebbero 30 milioni di euro, e all’Ospedale della Piana di Gioia Tauro, cui andrebbero i restanti 141,5 milioni di euro. Qualora questi fondi rimanessero nella disponibilità della Calabria rappresenterebbero comunque una coperta troppo corta per coprire tutte le necessità. Non potendo fare altro il presidente Occhiuto ha promesso di rivolgersi alla Corte dei Conti dopo aver appreso, nell’ultima Conferenza Stato Regioni, della possibile decurtazione.
Sull’impegno dei fondi a disposizione, che rimarrebbero a disposizione della Regione Calabria e salvati in “zona Cesarini”, non si capisce come mai non sia stato fatto prima. Evidentemente all’attenzione governativa nei confronti della Calabria, che più di quella di una madre sembra quello di una matrigna, si somma l’indolenza o l’incapacità degli uffici della Regione calabrese.
Eppure, da parte del presidente Occhiuto, almeno su questa vicenda, ci si sarebbe potuto aspettare di più non solo perché divenuto da più tempo commissario pleni potenziario per la sanità calabrese, avrebbe potuto essere avvertito con più anticipo del rischio dei fondi per la sanità, anche perché da più mesi è diventato vice segretario nazionale di Forza Italia, partito fra i maggiori della coalizione di destra centro che proprio in Calabria ha uno dei propri, maggiori, feudi elettorali.
Evidentemente però, a prescindere dai ruoli ricoperti dai suoi rappresentanti istituzionali, nella programmazione nazionale, il peso della Calabria è vicino allo zero. Se si dovesse realizzare il taglio governativo ai fondi a disposizione della nostra Regione, sarebbero cancellati dalla programmazione sanitaria in un batter di ciglia tutta una serie di urgenze, particolarmente sul versante jonico calabrese che anche per quanto riguarda i diritti sanitari è fanalino di coda, come attestano i primi malumori che ad Acri, città del Cosentino che aspetta da tempo un nuovo ospedale, si potrebbero trasformare in protesta nei prossimi giorni.
In attesa che l’autonomia differenziata darà uno degli ultimi colpi alla Calabria, la deputazione calabrese di maggioranza e di minoranza dia un segno di vita.