Come anticipato, dedichiamo I Nuovi Calabresi alla pubblicazione di parte di una Citazione che ha una caratteristica bizzarra, cioè di non avere alcuna relazione con i fatti reali tutti documentati – e noi ve li renderemo noti – con il diritto e con il buon senso.
Ovviamente toccherà alla Magistratura accertare sulla base di questa documentazione, che sarà prodotta dal mio avvocato, se sia sufficiente a respingere la domanda dell’attuale Fondazione Giuliani applicando anche l’art 96 del CPC che prevede sanzioni economiche quando l’atto sia manifestamente infondato e strumentale.
Io da cittadino, e anche da avvocato, ma preferisco definirmi cultore del diritto da sempre, credo legittima l’informazione se fondata e ben documentata, ma non in alternativa al ruolo della Magistratura.
In questo tempo però le sentenze arrivano in ritardo e col lasciare che nel frattempo girino fandonie e falsità si rischia che la valutazione essenziale del Giudice arrivi, come usa dirsi, “a babbo morto”.
E siccome non sono in gioco miei interessi personali, ma il destino di una Fondazione che, da dono alla città, rischia di esserne scandalo, penso che sia legittimo informare con rigore e fedeltà.
E non basta ciò che è accaduto il 30 maggio 2022 nel CdA della Fondazione che – è la nostra tesi già all’esame del Giudice in un processo in corso – si configura come “abuso di diritto”, ma da quell’evento è scaturito un provvedimento ancora più grave, la sospensione, cioè la chiusura e il “licenziamento”, senza rispetto delle regole e della correttezza, del fondatore e direttore responsabile. Ora ICalabresi, con una diversa direzione, ha da tempo ripreso le pubblicazioni con la stessa professionalità dei giornalisti, ma con un linea editoriale diversa, molto diversa, legittimamente, da ICalabresi che avevano ottenuto risultati eccellenti e che il sig. Walter Pellegrini ha definito, non si sa su quale base, “un danno per la Fondazione”, tanto da buttare a mare un patrimonio informativo ispirato al profilo del giornalismo libero, che per sua natura è anche rigoroso nell’utilizzazione delle fonti, non incline alla diffamazione personale, immune da manipolazioni da qualunque parte provengano.
Ma qui si esce dal perimetro giudiziario e si entra in quello della politica e delle forze occulte che spesso si accompagnano con la prima.
Non sono il “giudice” dell’attuale realtà calabrese e in specie cosentina (non è colpa mia se sono nato a Cosenza e sono tornato a viverci per fedeltà alle mie radici e per il dovere di prepararmi ad un governo da presso della Fondazione nella previsione, purtroppo rivelatasi fondata, della scomparsa del dott. Sergio Giuliani), ma esercito i diritti di cittadino della Repubblica previsti dalla nostra Costituzione.
Poiché non sono il clone di don Chisciotte, so bene che potrò fare poco. Ma poco è meglio di nulla, e questo è stata la costante della mia vita, per la quale ho pagato prezzi sul piano personale.
Siccome non penso che due avvocati, sicuramente professionisti, possano mettere insieme con consapevole volontà elementi che lasciano sconcertati, perché puntualmente smentiti da verbali e altri atti ufficiali delle Fondazione, debbo sospettare che lo scopo sia altro. Perdere tempo? Farmi spendere soldi per l’avvocato che mi rappresenta; gli avvocati del sig. Walter Pellegrini li paga, come già scritto, Pantalone Rendano; provare ad intimidirmi? Illusi. Mettere a rischio la mia salute e cioè la mia vita, come hanno certificato due qualificati specialisti ed ora in procinto di sottopormi a controlli presso strutture pubbliche? Sarebbe ignobile soprattutto perché tutti coloro che hanno determinato la mia estromissione ne sono a conoscenza. Walter Pellegrini proclamandosi “fratello” venne a trovarmi – anche se io non ero del tutto cosciente – in Terapia intensiva al Gemelli di Roma. L’avv. Mungari, la dott.ssa Catanese lo erano parimenti. Il prof Gambaro, primario nefrologo, ne era non solo a conoscenza ma, oltre a ciò, è il testimone più attendibile della cura e della mia totale dedizione a Sergio Giuliani nel decennio segnato da gravi patologie, che lo hanno costretto a ripetuti ricoveri.
Intanto prima di rispondere producendo tutti i documenti – verbali del CdA della Fondazione Giuliani in massima parte che potrete consultare, vi consiglio di leggere prioritariamente le richieste “di condanna” a mio carico avanzate al Giudice. Hanno il profilo di Torquemada e quello di uno cui piace lo scherzo macabro.
Prima di provare a rispondere contenendo lo sdegno per tante falsità, idiozie, e chi più ne ha più metta, voglio fare una sottolineatura.
La battaglia legale che su su tre fronti (processi, compreso questo inqualificabile documento) sto combattendo da solo, come ho più volte detto, in ogni caso non prevede alcun ruolo o beneficio personale, né nella Fondazione che per disposizione del Fondatore Sergio Giuliani dovrei (oggi mi sarebbe impedito) gestire per assicurarne la durata e missione nel futuro “fino a quando le mie condizioni fisiche lo consentano”, né tantomeno ne ICalabresi che è stato ceduto ad una srls di giornalisti che hanno con me lavorato splendidamente sotto la mia Direzione.
Sembrerà strano, ma lo faccio per rispetto a Sergio Giuliani, non ai suoi familiari intimi, da sempre – come ha ricordato il sen. Occhiuto – ostili alla scelta autonoma e legittima del Fondatore e in genere a lui stesso come ho potuto più volte verificare nelle parole e nei turbamenti di Sergio.
Lo faccio per rispetto alle centinaia di migliaia di calabresi o amici della Calabria che hanno decretato un successo straordinario a ICalabresi in termini di autorevolezza, qualità e testimonianza di giornalismo libero.
Lo faccio per la mia città che con decine di migliaia di cittadini leggendo I nuovi Calabresi – un solo articolo a giorno, un solo autore, un solo microfinanziatore (me stesso) – se posso dirlo, stanno mostrando di non avere apprezzato autori e mandanti della chiusura di quell’edizione del giornale “di inchiesta”.
Lo faccio perché è INTOLLERABILE che un giornale che ha rivalutato il capitale sociale delle Srl Calavria INTERAMENTE POSSEDUTA DALLA FONDAZIONE da € 20.000,00 a € 240.000,00; che avendo un budget di € 160.000,00 sforato per accompagnare una diffusione imprevista in ogni parte di Italia, Europa e altri Paesi lontani (Sud America, USA, Canada, Australia, ecc.) per € 60.000,00 metà dei quali avrei coperto con mie risorse, che nella valutazione di un economista e top manager di importanti società pubbliche e private avrebbe generato utili nel primo triennio pari a € 100.000,00/150.000,00 (la certificazione è disponibile, non come scritto dal sig. WP mai prodotta, uno degli innumerevoli falsi); sia considerato un fallimento, un debito o una perdita economica da imputarmi. Una visione della realtà alla rovescia che nasce con perfida consapevolezza.
Chiarisco a beneficio dei lettori, che tutte le attività della Fondazione e di Villa Rendano, tutti gli stipendi e le collaborazioni esterne compresa quella del sig. WP, ammontante dal 2014 al 2021 a circa € 300.000,00, sono DEBITO, perché a parte le risorse acquisite con bandi pubblici solo negli ultimi due anni grazie all’impegno di Anna Cipparrone, non ci sono entrate, salvo il contributo annuo a debito del dr. Guliani vivente, compreso tra € 200.000/250.000, il rendimento degli investimenti finanziari delle risorse devolute con Testamento che registrano come tutti perdite importanti per COVID, guerra russo ucraina, crisi delle borse ecc ecc.
È quindi un gioco di parole parlare di passivi e perdite per ICalabresi e di spese “angelicate” per tutte le altre. È osceno che un prodotto della Fondazione tramite la sua SrL Calavria venga considerato un danno patrimoniale, mentre tutti gli altri siano costi, ma volati nel cielo blu. Le espressioni di apprezzamento, compiacimento per i dati positivi crescenti di tutti i consiglieri autori del “ribaltone” dicono il contrario, fa eccezione, guarda caso, WP che sollecitato a condividere i post de ICalabresi tra i suoi numerosissimi “amici di Facebook” scrive che “non sa come si fa”!!!!!!
A parte leggendo, da domani martedi 28 marzo, anche solo alcuni degli approfondimenti potrete, se avrete pazienza trovare tutti i documenti che smentiscono, con vergogna, le affermazioni contenute in un atto giudiziario, che imporrebbe rigore, rispetto di canoni consolidati, una più rigorosa deontologia agli avvocati, anche quello che è dietro le quinte.
Avete letto in tanti la storia semiseria del “Calabrese bramoso di denaro” a sua insaputa. Ho il piacere di informare i miei “cari amici” che per una battaglia di principio – nei paesi civili si chiama “dovere civico” – ho dato fondo a tutti i miei, peraltro modesti, risparmi e mi piacerebbe che anche il sig. Walter Pellegrini sostenesse a suo carico le spese legali. Sarebbero una parziale restituzione di quanto ha ottenuto come collaboratore a Cosenza di Villa Rendano.