Una nuova tegola sta per abbattersi sulla testa degli abitanti del Marchesato crotonese facendogli male. È stato presentato negli scorsi giorni, infatti, nella conferenza dei sindaci, il progetto dell’Asp di Crotone intenzionata a chiudere sette delle trentuno postazioni di continuità assistenziale.
Al di là della scarsa autorevolezza delle Amministrazioni locali che, in una sorta di sudditanza nei confronti delle Istituzioni superiori, sembrano incapaci di difendere il proprio territorio, le responsabilità nei nuovi tagli ai servizi sono quasi tutte del presidente regionale Roberto Occhiuto che da più tempo è stato nominato commissario per la sanità calabrese.
Come si ricorderà, è dal tempo del presidente Scopelliti che la gestione della stessa, devastata, sanità regionale non veniva affidato al Presidente regionale che, “manu militari” ha affidato anche all’Azienda sanitaria provinciale pitagorica l’ingrato compito di razionalizzare i servizi, risparmiando sulla pelle dei cittadini.
Le sette postazioni che secondo il piano saranno soppresse sono quelle di Le Castella frazione di Isola di Capo Rizzuto, Pagliarelle frazione di Petilia Policastro, San Nicola Dell’Alto, Cirò Superiore, San Mauro Marchesato, Cerenzia e Belvedere Spinello. Questi i fatti a cui, nell’ ultima assemblea dei sindaci, si è sommata una buona dose di folklore; principalmente nell’ intervento del sindaco di Petilia Policastro Simone Saporito che, come testimonia un video postato nella pagina social del Comune, “ha difeso a spada tratta tutte le trentuno postazioni attualmente previste, manifestando tutta la sua contrarietà al piano redatto dall’Asp senza alcuna minima concertazione con i Sindaci, chiedendo di non sopprimere nessuna di esse”.
Evidentemente, però, dopo la presa d’atto delle decisioni regionali nella conferenza dei sindaci, stringate proteste andrebbero fatte sia negli uffici dell’Asp che in quelli della Regione.
Se invece di “pettinare le bambole”, si volesse davvero produrre qualche risultato, invece di piangersi addosso, i Comuni del Marchesato crotonese dovrebbero avere il coraggio di fare squadra, magari convocando i Consigli comunali e deliberando proposte alternative e migliorative rispetto a quelle dell’Asp, sensibilizzando sul problema sanitario anche la Prefettura. Il territorio in cui nel Crotonese si registrano le maggiori problematicità anche dal punto di vista sanitario è quello dell’Entroterra e del “Distretto Sila” che ha la propria sede nel poliambulatorio situato in località Campizzi di Mesoraca. Allo stato attuale delle cose, oltre ad una viabilità da terzo mondo, su una popolazione di circa 40 mila abitanti lo stesso “Distretto Sila” per la gestione del pronto soccorso può contare solo su due ambulanze, una delle quali comprate solo recentemente. Per tale situazione, non sono poche negli ultimi anni le persone che sono morte per il ritardo nei soccorsi.
Ancora più grave la situazione di Petilia Policastro dove l’Asp non è neppure in grado di gestire i defibrillatori che la popolazione ha comprato tassandosi e distribuendoli nel centro abitato. Agli stessi strumenti “salva vita” infatti non sono mai state cambiate le batterie e, qualora dovessero servire, non sarebbero in grado di funzionare. A quando una sommossa popolare?