Lo Stato non potrà vincere la propria lotta contro la mafia se non registrerà in questa lotta la collaborazione di tutti i suoi apparati e delle sue Istituzioni ad ogni livello.
È emblematico in questa lotta ciò che dallo scorso luglio sta accadendo a Petilia Policastro, Comune fra i più grossi della Provincia crotonese che a cavallo degli anni ’70 e ’90, con le sue frazioni montane di Camellino e Pagliarelle, fu scenario di una feroce faida di ’ndrangheta.
Era il marzo del 2009 quando, in Brianza, veniva uccisa e sciolta nell’acido la trentacinquenne collaboratrice di giustizia che si era distaccata dalla propria cosca e dalla propria famiglia. Fra i colpevoli del suo efferato omicidio la famiglia Cosco cui apparteneva suo marito Carlo ma anche Rosario Curcio che da alcuni anni scontava la propria condanna all’ergastolo nel carcere milanese “Opera”. Morto suicida Rosario Curcio, i suoi funerali, in pieno stile “Casamonica” si sono svolti pubblicamente nella frazione di Camellino.
Perché la Prefettura di Crotone ha consentito i funerali pubblici? Intervistato dal giornalista molisano Paolo De Chiara, un funzionario della stessa Prefettura ha ammesso che gli uffici non erano a conoscenza della data dei funerali.
Purtroppo c’è dell’altro: fra i manifesti di solidarietà alla famiglia anche quelli della Amministrazione comunale del giovane sindaco Simone Saporito che, dopo aver tentato di giustificare il manifesto ha tentato di giustificarne la pubblicazione scaricando le responsabilità su una ditta funebre che gestisce anche l’affissione dei manifesti. Nell’immediato, la solidarietà comunale ha fatto il giro della Nazione per la pubblicazione di numerosi articoli anche su testate nazionali e contro i manifesti si sono schierati fra gli altri Salvatore Borsellino, il presidente della Regione Roberto Occhiuto e la sotto segretaria Wanda (Fdi).
In molti si aspettavano le dimissioni della Amministrazione comunale o, almeno, l’arrivo in Municipio di una Commissione di Accesso. L’unica conseguenza le dimissioni della assessore Maria Berardi che aveva preso parte ai funerali salutati dai fuori artificiali, dal lancio di numerosi palloncini e da un lungo striscione con la scritta “Bentornato”.
L’attesa reazione dello Stato? Ancora non c’è stata ed addirittura non ha ancora avuto nessuna risposta l’interpellanza della parlamentare Stefania Ascari (M5S) presentata lo scorso 4 agosto. L’ultima novità della vicenda è degli scorsi giorni: Aurelio Berardi, nipote della assessore dimessa, e stato assunto nello staff del Sindaco per un anno e 18 ore settimanali.
Lo Stato avrà, almeno ora, il coraggio e la dignità di intervenire? Intanto, per fare il punto sulla situazione, abbiamo intervistato la parlamentare Stefania Ascari che, cortesemente, pur trovandosi a Strasburgo si è messa a nostra disposizione, esprimendo innanzitutto il proprio disappunto. “Questo ritardo – spiega – non è naturale, perché interrogazioni che ho depositato successivamente hanno già ricevuto risposta. Solleciterò fino a quando il Governo non sarà spiegazioni in merito a questa vicenda. Sarei intanto felice di confrontarmi con la popolazione di Petilia”. Di seguito l’intervista.
“Una donna delle Istituzioni come lei, che vive lontano dalla Calabria e per questo ne valuta le vicende con un certo distacco, come ha reagito ai funerali pubblici e fastosi di Rosario Curcio ed ai manifesti di solidarietà alla famiglia della Amministrazione comunale?”.
“Ho provato vergogna – ammette – per un fatto che ha offeso in primis la donna, Lea Garofalo che è simbolo della lotta alla mafia e che ha combattuto la ‘ndrangheta. E poi vergogna per un fatto che ha infangato le stesse Istruzioni che mai avrebbero dare segnali di sudditanza o solidarietà alle famiglie mafiose. È alle vittime che dobbiamo ogni omaggio. La morte non ci rende tutti uguali”.
“Ad oggi, da parte della Questura e della Prefettura, non abbiamo registrato nessuna reazione. In molti si sarebbero aspettati la Commissione d’accesso al Municipio che ancora non è arrivata. Le sembra normale?”.
“No, non è normale, quando si verificano episodi allarmanti lo Stato ha il dovere di intervenire per far luce sugli aspetti non chiari e fugare ogni possibile dubbio”.
“All’indomani della vicenda si sono registrate numerose prese di posizione contro il manifesto, ma ora nessuno ne parla più. La politica può, secondo lei, tacere su storie come questa?”.
“La politica quando si verificano queste cose non può restare inerte. Devono essere adottate misure per accertare le responsabilità delle Istituzioni correlate e scongiurare questi fatti”.
“A suo parere, l’Amministrazione comunale di Petilia Policastro è legittimata a continuare ad amministrare la città? Possono bastare le dimissioni della assessore Maria Berardi che ha ammesso di aver partecipato ai funerali di Rosario Curcio?”.
“L’intera Amministrazione comunale avrebbe dovuto dimettersi, ma purtroppo la Magistratura ha le mani legate perché non esiste il reato di apologia di mafia. Per questo ho depositato una proposta di legge per introdurla nel nostro ordinamento”.