Girifalco è conosciuta perchè ha ospitato uno dei più importanti ospedali psichiatrici del meridione d’Italia. Proprio per la valenza della sua storia, della sua cultura e delle sue tradizioni civili e religiose, ha ricevuto quest’anno (con decreto del Presidente della Repubblica dello scorso 23 marzo) il titolo onorifico di città.
Sulla carta Girifalco potrebbe essere considerata la “base politica” del fronte progressista Pd-M5S dell’area centrale della Calabria. Difatti, è la città natia della ex candidata presidente di Regione per il centro-sinistra e oggi anonima consigliera regionale del Pd, Amalia Cecilia Bruni. Non solo, è di Girifalco anche il neo-coordinatore provinciale per Catanzaro del Movimento 5 Stelle, Luigi Antonio Stranieri, che ne è stato consigliere comunale, nonchè ex candidato sindaco per due tornate (l’ultima, senza alcun risultato) ed ex candidato regionale del M5S al seguito di Amalia Bruni (arrivò ultimo su 8 candidati in termini di preferenze). Proprio per questo, il silenzio dei “big” di questi partiti sugli accadimenti amministrativi della città, fa storcere il naso a quelle latitudini. Ma andiamo per step.
Quante grane per Cristofaro
Nella Giunta guidata dal sindaco Pietrantonio Cristofaro c’è di tutto, come spesso accade nelle piccole realtà locali: da assessori di riferimento al Pd (quota Alecci) che in consiglio sta, invece all’opposizione, alla vicesindaca che fa riferimento a una parte di Fi, fino a Lega e Fdi.
Ma più che i “miscugli” partitici, il vero fardello per il sindaco della neo-città di Girifalco sono le azioni (con relative conseguenze anche sul piano amministrativo) di tre donne della sua maggioranza: la quasi forzista Alessia Burdino (vicina a una parte di Fi), la mancata grillina Rizzello (Fdi) e l’ex Pd Sestito (ora Lega). Vediamole una per una.
La casa abusiva del padre della vicesindaca
Alessia Burdino è una nota giornalista catanzarese, vicesindaca di Girifalco con deleghe, tra le varie, all’ambiente e alla legalità. La questione che la riguarda risale alla scorsa primavera quando una lettera anonima, che pubblichiamo, venne inviata alla Polizia municipale, ai carabinieri di Catanzaro, al dirigente dell’Ufficio Tecnico e alle capogruppo di opposizione consiliare di Pd e Fi.
“Sono un onesto cittadino che non si firma per paura di essere perseguitato dagli amministratori del comune di Girifalco, ma non posso chiudere gli occhi di fronte ad una costruzione fatta in modo abusivo da alcuni signori che dovrebbero dare l’esempio a tutti i cittadini” si legge. Continua: “circa un anno fa, il signor Burdino Giovanni, padre del vicesindaco Alessia Burdino, ha costruito sul suo terreno una casa senza nessun permesso e autorizzazione comunale (…) La costruzione è stata fatta anche con la complicità del vice sindaco che veniva sul terreno per controllare i lavori fatti dal genitore e passare alcune giornate con la sua famiglia”, concludendo avanzando la richiesta di appositi accertamenti.
Accertamenti che, in effetti, a seguito delle accuse forti di questa lettera anonima, sono stati effettuati.
Con missiva datata 8 maggio 2023 a firma della segretaria comunale di Girifalco, Elvira Tocci, veniva trasmessa alla Procura della Repubblica, al dipartimento urbanistica della Regione Calabria e alla Prefettura di Catanzaro, il rapporto da parte degli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria avvenuti nell’ambito del controllo dell’attività edilizia nell’aprile 2023.
Nel verbale 1/2023 (prot n. 237) di cui siamo in possesso veniva indicato come responsabile dell’abuso edilizio proprio il padre della vicesindaca, Giovanni Burdino, in riferimento al fabbricato di cui al Foglio 12 Particella 511. Da una visura catastale fatta il 22 ottobre 2023, Burdino padre risulta in effetti proprietario di due proprietà qualificate come fabbricati e corrispondenti al medesimo foglio e particella del verbale.
Fonti “paesane” raccontano che la sera del giorno in cui si è “sgamato” l’abuso edilizio, degli operai privati avrebbero provveduto alla demolizione integrale della costruzione, con relativa rimozione di tutti i detriti. Insomma, il giorno successivo i vigili sono tornati e non hanno trovato più nulla. Mistero.
Sta di fatto che, come riportato dalla Gazzetta del Sud del 22 ottobre, sarebbe stata protocollata una denuncia per mobbing ai danni della comandante dei vigili urbani di Girifalco, Gabriella Miniero. Mobbing (e condotte anti-sindacali) che sarebbe stato perpetrato, secondo quanto asserito, proprio dalla vicesindaca con delega all’ambiente e alla legalità.
Provinciali (e sindacatura?) a rischio
Quanto accaduto sarebbe inerente, secondo quanto riportano i consiglieri comunali girifalcesi di Pd e Fi, a presunti “comportamenti ritorsivi a seguito di un’attività svolta dalla comandante dei vigili nei confronti di familiari della vicesindaca per presunti abusi edilizi”.
Una faccenda destinata probabilmente ad avere risvolti più ampi, con riflessi sulle ambizioni politiche della vicesindaca che aveva già scaldato i motori in vista di una sua candidatura alle elezioni provinciali di Catanzaro del prossimo anno e senza mai trascurare il sogno del cassetto di succedere a Cristofaro come prima cittadina, forte delle sue entrature tra gli azzurri che contano.
“Continuo ad essere accanto al coordinatore cittadino di forza italia della città di Catanzaro Marco Polimeni. L’ho detto in campagna elettorale. Ribadisco la mia vicinanza politica, umana, affettiva e culturale nel termine più ampio del termine al coordinatore Marco Polimeni” dichiarò la Burdino a fine 2022 nell’assise comunale girifalcese. Nello stesso periodo, proprio pochi mesi prima, con determinazione del responsabile area amministrativa n. 508 del 27 giugno 2022 veniva conferito un incarico fiduciario di legale del Comune per una causa al Tar a Ludovica Gualtieri, all’epoca quasi-moglie di Marco Polimeni, con un onorario lordo previsto di 10.943,40 euro.
Se ciò è espressione o meno della decantata e variegata “vicinanza” della Burdino a Polimeni non è dato saperlo, certo è che a settembre di quell’anno la vicesindaca era presente al loro matrimonio.
Ma basterà questa vicinanza a garantirle il sostegno politico necessario alle prossime competizioni elettorali, alla luce di eventuali sviluppi sugli abusi edilizi che riguardano il padre? Di sicuro, in ogni caso, il coordinatore regionale azzurro Giuseppe Mangialavori non la prenderebbe bene.
Lo “shopping” della Presidente del Consiglio
Rosanna Rizzello fu assessora con la giunta di centrosinistra dell’ex cicontiano Mario Deonofrio, che contribuì a mandare a casa nel 2015. Nel 2020 si infilò alle “regionarie” del M5S venendo espunta dalla lista perchè sconosciuta ai pentastellati (all’urlo di “infiltrata, infiltrata!), ritornando alle comunali dello stesso anno e riuscendo ad ottenere lo scranno di presidente del consiglio comunale, divenendo poi esponente di punta di Fratelli d’Italia.
Da amministratore locale ha fatto domanda per l’acquisto di un immobile comunale (afferente alla ghiotta area di servizio dell’anfiteatro) a seguito di apposito avviso comunale dello scorso 5 settembre. Sul punto l’articolo 1471 del codice civile e i vari pareri del Ministero dell’Interno sono chiari: un consigliere comunale non può comprare immobili dal Comune. Immagino l’imbarazzo di Wanda Ferro.
Il conflitto di interessi dell’assessora alla cultura
Ci risiamo. Un’altra assessora alla cultura “cade” sul conflitto di interessi. Dopo il “Caso Monteverdi” a Catanzaro, ne abbiamo un altro “made in” Girifalco.
Con deliberazione della Giunta comunale di Girifalco n. 165 del 31 luglio 2023 è stato approvato lo schema di protocollo d’intesa tra il Comune e l’Associazione “Premio Girifalco” per la collaborazione per la III edizione del premio letterario “Città di Girifalco”. A votare la deliberazione anche l’assessora alla cultura Elisa Sestito, che promuove da amministratrice il premio ma che dell’associazione citata è socia fondatrice unitamente alla sorella. Legale rappresentante e presidente è, invece, lo scrittore Domenico Gara, direttore artistico del premio.
L’articolo 2 del protocollo di intesa recita: “L’associazione Premio Girifalco A.P.S. si impegna in collaborazione con l’amministrazione comunale e le altri associazioni da questa coinvolte ad organizzare ed a garantire il buon esito e la realizzazione del Premio Letterario in cui viene coinvolta”. C’è da chiederselo, ma che senso ha tutto ciò se i promotori dell’associazione coincidono con l’assessora di riferimento e con il direttore artistico della kermesse?
Se lo è chiesto anche la segretaria comunale che con missiva del 26 settembre scorso ha sollecitato la revoca della delibera. “L’amministratore in questione avrebbe dovuto dichiarare nella seduta dell’esecutivo di trovarsi in una situazione di conflitto di interessi che avrebbe comportato il conseguente obbligo di astensione nella discussione e nella votazione dell’atto deliberativo” scrive la segretaria comunale.
Insomma, per quanto l’apporto dell’associazione fosse a titolo gratuito, l’impegno di spesa per la rassegna era di € 7.192,00 (determinazione n. 682 del 4 agosto 2023), mentre per premi e gettoni di presenza si parla di un totale di € 4.300,00 (determinazione n. 682 del 4 agosto 2023). Si ha a che fare, in ogni caso, quindi, con l’esercizio di un’influenza nella gestione di fondi che per un Comune non sono bruscolini e meriterebbero la massima oculatezza, anche procedurale. Ma nel paese dei balocchi (amministrativi) succede questo ed altro.