Che l’Università di Catanzaro sia più un centro di potere politico che di cultura e formazione delle giovani generazioni è un dato acquisito da tempo. Non ci si aspettava, però, che scelte manageriali scellerate e interessi individuali potessero portare una istituzione “a ramengo” così velocemente, con studenti sdegnati, oggetto di strumentalizzazioni e utilizzati per “fare volume” nelle aule dove di “big” di partito fanno passerelle. Studenti anche vittime di ricattucci di bassa lega e chiacchiere a mezzo stampa di politicanti di quartiere (che da decenni pensano a “dove metterli” se a Lido, al Campus o nel centro storico, come se fossero delle pecore). Certo, tra questi non fanno certo testo i cosiddetti “rappresentanti” degli studenti, spesso supini all’establishment e financo lacchè di questo o quel docente-barone nella speranza di avere qualche briciola. Sta di fatto che chi può, sloggia, mentre i bell’ ‘e papà (o bell’ e’ Quattrone) restano.
Generali senza esercito
Gli iscritti all’Università di Catanzaro sono in costante ed irreversibile calo. Presso la facoltà di giurisprudenza si è passati dai 439 iscritti dell’anno accademico 2010/2011 ai 108 del 2022/2023. Per non parlare degli attuali 9 iscritti alla scuola di specializzazione per le professioni legali. In più, tutti gli iscritti di tutti i corsi di laurea del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia (che conta 4 lauree triennali e 4 magistrali) sono passati dai 3276 dell’anno accademico 2019/2020 ai 2459 del 2022/2023 su un totale per tutta l’Università di 10.202 studenti (poco più di un quinto dell’intero Ateneo). Un dato in controtendenza rispetto ai reclutamenti dei docenti e ricercatori di ruolo che, invece, sono aumentati. Secondo il PIAO 2024-2026 al 31 dicembre 2020 c’erano 217 unità in tutto l’Ateneo, divenute 235 al 31 dicembre 2023.
Eppure sotto la gestione di Geremia Romano (attuale presidente della Fondazione Umg), con vice l’esponente del Pd Aquila Villella, che poi ha preso il suo posto, quel dipartimento è divenuto “di eccellenza” ottenendo dal ministero a guida Anna Maria Bernini (aperta sostenitrice alle scorse elezioni comunali del capoluogo dell’ex esponente Pd, docente ed ex presidente della Fondazione Umg, Valerio Donato) un finanziamento di 6.566.335 € per 5 anni (2023-2027), oltre vari “punti organico” per reclutare ricercatori e docenti associati e ordinari. Un bel “bottino” che fa diventare ancor più luogo di interessi politici un Dipartimento universitario, definito dal consigliere regionale Antonello Talerico: “una sorta di segreteria del Partito Democratico”.
Omertà d’eccellenza
Già, perchè nel Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia dell’Università di Catanzaro vi è la citata Aquila Villella, già pluri-consigliera Pd del Comune di Lamezia Terme, candidata al Senato col Pd nel 2018 e candidata regionale nel 2021 al seguito della cognata, la pessima candidata presidente di Regione del centrosinistra nel 2021 e attuale anonima consigliera regionale del Pd, Amalia Cecilia Bruni (detta “foulard” quanto a consistenza politica).
Attualmente la Villella risulta essere componente della commissione regionale di garanzia del Pd a guida Nicola Irto, oltre che componente del dipartimento regionale del Pd “Giovani, Istruzione, Innovazione e Lavoro”. Dall’assise comunale di Lamezia Terme, invece, si è dimessa lo scorso settembre a seguito di una inchiesta de INuoviCalabresi (con notizia data anche da LaNuovaCalabria) che ne evidenziava l’incompatibilità con le cariche cumulate negli anni in Università (membro del Cda e del Senato Accademico), nonchè qualche importante ‘dimenticanza’ nelle dichiarazioni obbligatorie da rendere annualmente allo stesso Ateneo. Un mese prima delle sue dimissioni dall’assise lametina, la Guardia di Finanza andò in Ateneo ad approfondire la questione e lo stesso Giovambattista De Sarro (all’epoca Rettore) inviò carteggi (e pareri dell’avvocatura dello Stato) direttamente in Procura.
Eppure, molti si sono chiesti: com’è stato possibile ignorare la legge Gelmini (che vieta categoricamente ai componenti dei Cda e dei Senati Accademici degli Atenei di ricoprire ‘incarichi di natura politica per la durata del mandato’) per così tanti anni, permettendo che venissero cumulate in una sola persona cariche incompatibili, nel silenzio generale? Seppur non dichiarati come per legge, gli incarichi politici della Villella erano e sono noti a tutti. Insomma, una omertà d’eccellenza, per la quale si continua a tenere sotto il tappeto il procedimento disciplinare aperto a carico della stessa, nonchè l’illegittimità dell’attuale Senato Accademico derivante dalla sua incandidabilità per numero di mandati (articolo 2, comma 1 lettera g) legge Gelmini).
Nello stesso Dipartimento della Villella sono presenti come dottorande la portaborse di Amalia Bruni, nonchè esponente del Pd lametino e delle “donne democratiche”, Lidia Vescio, nonchè la componente della segreteria regionale del Pd con deleghe a Scuola e Pari Opportunità, Maria Chiara Chiodo.
Sono presenti anche esponenti di primo piano di ‘Cambiavento’ il movimento civico del sindaco Nicola Fiorita (che vanta tra i suoi alleati anche il Pd): in primis l’assessora ai rapporti con l’Università, Donatella Monteverdi (in pieno conflitto di interessi) e la moglie del sindaco, Maura Ranieri in Fiorita (detta “la sindachessa”) che è stata confermata dalla Villella come responsabile della “terza missione”, ossia di coloro che si devono rapportare con le istituzioni, tra cui il Comune guidato dal marito. Senza dimenticare che la consigliera di fiducia dell’Ateneo è l’assessora comunale alla legalità (sic!) Marina Giordano.
Non stupirà, quindi, che a fare vere e proprie “passerelle” ad iniziative del Dipartimento (magari con crediti formativi per gli studenti, in modo da riempire le aule) vi siano stati il deputato del Pd, Piero De Luca e il componente della segreteria nazionale, Alfredo D’Attorre, nonchè il capolista al sud del M5S, Pasquale Tridico, partito che ha visto come “suo” membro al CSM il docente Fulvio Gigliotti (già candidato alle “parlamentarie” grilline del 2018) e come candidato comunale il docente di diritto ecclesiastico, Antonino Mantineo, già assessore “civico” in quel di Messina dal 2013 al 2015.
L’affaire “Lidietta”
L’Autorità Nazionale Anti Corruzione all’adunanza dello scorso 10 gennaio ha preso atto di quanto riferitole dal Responsabile Anticorruzione dell’Università di Catanzaro, Roberto Sigilli, in merito al rischio di illegittime erogazioni da parte dell’Ateneo di borse di dottorato. Sul punto, su segnalazione dello stesso Sigilli, si è acceso anche il faro della Procura della Corte dei Conti che punterebbe dritto verso l’enfant prodige della sinistra lametina e dottoranda “villelliana”, Lidia Vescio.
In effetti il regolamento in materia di dottorati del 2013 (modificato nel 2020) riferito al ciclo dottorale da essa svolto prevede che per fruire della borsa di dottorato (pari a 16.243,00 euro dal 1° luglio 2022) vi sia un limite di reddito personale annuo lordo di 15 mila euro e che in caso di violazione di tale tetto si debba restituire quanto già percepito.
In più, è previsto che il Collegio dei docenti autorizzi il dottorando a svolgere attività lavorativa (previa richiesta, corredata da una dichiarazione del supervisore e del Coordinatore che va rinnovata ogni anno). Eppure Vescio nell’anno 2022 ha svolto attività forense quale avvocata iscritta all’albo (risulta ancora iscritta), possedeva (e possiede) un immobile di proprietà ed è stata “portaborse” della cognata eccellente Amalia Cecilia Bruni, per un ammontare, solo per quest’ultima attività (autorizzata dall’Università?), di 13.947,5 euro lordi. Certo, si è tentato di aggirare la norma facendo svolgere alla Vescio 10 mesi da “collaboratore esperto” al posto di 12, revocandole l’incarico fiduciario il 1° novembre per poi ri-nominarla dal 1 gennaio del 2023. Stesso “giochino” è stato fatto con la sua nomina nella struttura della Bruni fino al novembre 2023 e poi ancora dal 2 gennaio al 1° marzo 2024 e successiva stipula di contratto “Co.co.co.” per 9.174,00 euro lordi fino al 31 agosto. Basterà a non superare il tetto reddituale previsto e a non dover restituire la già cospicua borsa di dottorato? E le sue attività lavorative a favor di cognata sono state puntualmente autorizzate dal collegio dei docenti come previsto? Tutto fa supporre che vi saranno notizie a breve, certamente prima delle comunali lametine per le quali avrebbe già scaldato i motori in tandem con il distruttore di coalizioni di sinistra, Rosario Piccioni.
Un concorso “chiacchierato”
Nel febbraio del 2023 è andato in pensione, dopo quarant’anni di servizio, il segretario amministrativo del dipartimento ora “villelliano”, Pompeo La Banca. All’Università lascia la figlia, Luciana bell’ ‘e papà, già assegnista di ricerca e cultrice della materia con l’ex direttore, Geremia Romano.
Per il successore di Pompeo è stato bandito il relativo concorso con decreto rettorale n. 1434 del 4 novembre 2022, ma la prima prova del concorso si è svolta solo il 14 marzo del 2024.
Le terribili malelingue universitarie dicono che vi sia una vincitrice designata che corrisponderebbe a Carmela Leopardi, segretaria del Rettore Giovanni Cuda e prima ancora di Giovambattista De Sarro e del vero “dominus” dell’Università, Aldo Quattrone. Va specificato che trattasi semplicemente di una insistente voce “di corridoio” che non inficia la genuinità delle performance concorsuali della predetta. A maggior ragione, però, l’iter del concorso dovrebbe essere scevro da dubbi e possibili “chiacchiericci”, tenuto conto che vi partecipano anche la segretaria del direttore generale Roberto Sigilli, la moglie di Giuseppe Ceravolo, coordinatore amministrativo dei Dipartimenti di area medica, e la moglie di Ivan Vaccari, responsabile del personale dell’Università. Certo, il posto è uno solo, ma la graduatoria si può sempre utilizzare per “ripescare” nomi eccellenti, non sarebbe una novità.
Ecco perchè destano scalpore i dubbi che si sono posti in riferimento alla posizione di due componenti della commissione di concorso, a partire dal presidente, Umberto Gargiulo (colui che è andato recentemente a fare l’ordinario di diritto del lavoro a Napoli lasciando un posto vacante in loco, ambito dalla “sindachessa” Maura Ranieri in Fiorita, per intenderci).
Con Decreto Rettorale n. 248 del 29 febbraio 2024 è stato emanato un “Avviso pubblico per l’individuazione di un consulente in materia di diritto sindacale a supporto del rettore” al quale partecipa proprio Gargiulo che viene individuato come “il più adeguato allo svolgimento dell’incarico di consulente in materia di diritto sindacale a supporto del Rettore” con un compenso annuo lordo di 20mila euro fino al 2029. Questo è successo il 13 marzo 2024 (il giorno prima della prima prova del concorso di cui sopra) da una commissione composta dal docente di riferimento della figlia dell’ex segretario amministrativo, Geremia Romano, nonchè da Roberto Sigilli e Ivan Vaccari, che vedono concorrere per il posto di segretario amministrativo del Dipartimento “villelliano” (con Gargiulo presidente di commissione di concorso) rispettivamente la segretaria e la moglie.
Non solo, una vera e propria incompatibilità si è ravvisata in merito alla posizione di un’altra componente della commissione di concorso, la docente Maria Colurcio, in quanto anche membro del CDA dell’Università. La stessa dopo aver presenziato alla prima prova del concorso dello scorso marzo, avrebbe paventato “motivi di salute” cercando una Colurcio-Exit per svignarsela dalla commissione di concorso. Certo è che gli atti di concorso sono a rischio annullamento.
Una Spa “di eccellenza” con i soldi del PNRR
Tornando a Giuseppe Ceravolo, coordinatore amministrativo dei Dipartimenti di area medica dell’Università di Catanzaro (la cui moglie è iscritta al concorso come segretaria amministrativa del Dipartimento di Giurisprudenza), il medesimo è responsabile unico del progetto “Tech4You” nell’ambito del quale il mese scorso, su impulso del dipartimento di medicina sperimentale, è stato emanato un avviso di indagine di mercato al fine di individuare “una struttura alberghiera in grado di erogare tutti i servizi necessari per avviare il progetto pilota nell’ambito del progetto di ricerca denominato Tech4You”. E quali sarebbero questi servizi? Beh, secondo l’avviso, “la struttura ricettiva deve essere dotata al suo interno di Spa, che consenta un uso esclusivo durante le giornate selezionate per 10 persone, con la presenza di personale qualificato per effettuare massaggi” nonchè “struttura idonea per effettuare percorso benessere” oltre che ristorante, personal trainer e “ambiente riservato a uso esclusivo degli ospiti”. Il tutto per una cifra di 25mila euro oltre Iva (come base d’asta) gravanti sui fondi del PNRR. Nel Cda della società consortile promotrice del progetto “Tech4You” figura pure l’attuale Rettore dell’Università, Giovanni Cuda.
Ma lo sa Cuda che mentre alcuni “privilegiati” andranno in Spa con i soldi dell’Unione Europea, gli studenti vanno letteralmente altrove? Ne riparleremo…