COSA SI PUÒ FARE A COSENZA E COSA NON SI PUÒ.
Breviario per campare da suddito ma tranquillamente.
Ho scelto un modo molto sintetico e scolastico per descrivere cosa è oggi la mia città natale e come e quando lo è diventata.
Cominciamo da ciò che non si può fare, o meglio che puoi anche decidere di fare ma sapendo di pagare un prezzo salato in termini fisici, di stress devastante, un impegno a tempo pieno per fare l’avvocato di stesso, perché è molto probabile che se ti rivolgi ad un avvocato locale questo lavorerà CONTRO di te sebbene sia pagato da te.
- Non si può contare sull’appoggio morale dei tuoi concittadini, anche quelli che ti hanno inondato di emoji e commenti positivi del tipo “uniti si vince” perché quando servirebbe – partecipare alla presentazione di un libro critico, magari anche comprarlo e leggerlo o iscriversi senza oneri ad una Associazione civica – quasi tutti spariscono. Non ripeto i numeri per decenza.
- Non si può contare sul sostegno dei giornalisti locali, che pure avrebbero tutto l’interesse a non accompagnare con l’omertà la chiusura di un giornale libero, con redattori contrattualizzati e molto ben pagati, perché oggi a me e domani a te.
- Non si può rispondere, perché non sai che dire, alle persone non calabresi che scrivono “Questi calabresi che votano sempre i peggiori che si intrallazzano con i più vomitevoli per avere qualcosa in cambio e che poi devono pagare fino a fine vita loro e dei loro figli, ma non siete ancora stanchi di togliervi il cappello davanti a questi criminali che non vi regalano niente ma vi sfruttano peggio dei migranti????”
- Non si può contare su magistrati idolatrati, sui parlamentari eletti come sopra, per probabile imbecillità degli elettori, sulle istituzioni anche nazionali perché
a) agli “amici” degli amici anche gli “eroi” della lotta alla mafia non possono negare la loro silenziosa protezione;
b) perché se vuoi essere eletto devi comportarti di norma come una scimmia che non vede, non sente e non parla;
c) perché al potere pubblico e all’informazione del resto d’Italia “della Calabria non frega nulla”.
- (e altri omissis)
Vediamo ora le cose che si possono fare impunemente.
- Se sei un “ciclotimico” – cioè affetto da un “disturbo mentale e dell’umore con oscillazioni emotive” – puoi vantarti di aver contribuito all’acquisto di Villa Rendano e aver pubblicato un elogio pubblico nei confronti di Sergio Giuliani e Franco Pellegrini e poi diventare protettore e complice dei suoi killers, mandando in vacca un ente no profit costato una barca di soldi, una montagna di lavoro, e realizzatore del polo culturale e museale più importante della città.
- Se sei un cialtrone, traditore e viperino puoi far fuori le persone che con sacrificio e merito hanno realizzato quanto sopra per lasciare campo libero a parenti inutili e clienti forse utili ai citati cialtroni ecc… ecc…
- Se sei un falso amico, infedele anche ai doveri verso la Giustizia, puoi crearti una cuccia comoda all’interno del suddetto ente no profit per fare il regista di una “porcata e poi quando senti puzza di bruciato che viene dal tuo corpo arrivi a “dichiarare il falso con sostitutivo di atto notorio”, che scoperto comporta una denuncia penale con ipotesi di reati gravi che puzzano ancora di più di bruciato per non il solo infedele ma addirittura per tre, due altri infedeli anche nei confronti della regione che li paga.
- Se sei “’na pezza e niente” puoi campare magnificamente e senza problemi nella ex Atene del Sud, ora più somigliante ad una replica di Gomorra.
Spero che con questo vademecum ridotto all’essenziale possa essere utile a chi piacciono poco i lupi e molto le pecore destinati a saziarli.