La tentazione di non andare troppo avanti con la pubblicazione di questo giornale è forte. Certo anche per ragioni obiettive, l’età e le condizioni di salute non al meglio, ma anche perché ho avuto prove anche recenti che decine di migliaia di emoji o commenti positivi su oltre 1.500.000 di lettori in 16 mesi con un solo autore non significano nulla. Il flop dell’Associazione civica con il nome tratto da una bella poesia di Leonida Repaci ha lasciato il segno.
Ma cerco di andare avanti il più possibile perché, piaccia o non piaccia, I Nuovi Calabresi è oggi il solo, o quasi il solo, giornale che può dichiararsi totalmente libero in Calabria. Non è presunzione, è la realtà. Quando chiusero ICalabresi con un’azione che definii fascista e poi scoprii essere criminale, nessuna delle teoriche 73 testate giornalistiche locali con Ordine professionale in testa scrisse una riga. Era un concorrente forte e autorevole in meno, non un insulto alla libertà di stampa che è diritto costituzionale. Ma c’è un altro motivo più serio e grave. Nella storiaccia di Villa Rendano e connessi, di cui ho scritto tutto e di più, con pazienza, puntigliosità, ricerca di errori fatti dai protagonisti e dai loro silenziosi e non innocenti protettori, anche solo di fatto, con fortunate intuizioni, e con la diligenza di una commercialista toscana in particolare ho trovato di tutto, ma sempre riconducibile ad interessi loschi, a convenienze sconce, a veri e propri reati.
Le 4 denunce penali alla Procura di Repubblica di Roma sono tutte state assegnate ai PM, nessuna archiviata o ritenuta palesemente infondata come capita con frequenza importante.
I due processi civili, uno promosso dalla banda di cialtroni che ha occupato la Fondazione di cui il Giudice correttamente viste le accuse false e intimidatorie ha imposto la trasmissione prima alla Procura, che l’ha prese come era giusto come carta straccia, sono prossimi alla sentenza.
Ma attendere queste scadenze vicine non basta. È una scoperta di fatti nuovi e tutti gravi che non finisce.
Questa sarebbe la “liticata” tra due Pellegrini di cui in tanti hanno cianciato senza capire o voler capire nulla. Capire comporta responsabilità e scelte e da queste parti è evento raro.
Questo è solo un inizio, che impedisce a me di finire con il giornale “libero in una regione senza libertà”.