In un “processo” sia pure virtuale occorre indicare gli imputati singolarmente e anche la città se colpevole quanto meno di favoreggiamento.
I reati di cui debbono rispondere sono quelli che sono stati oggetto di denunce querele alla Procura di Roma. Non è detto che i magistrati li considerino tali, ma non sono comunque frutto di fantasia.
La città di Cosenza in persona del suo ex sindaco Mario Occhiuto e altri è accusata di avere favorito e motivato l’assalto alla Fondazione e alla sua Villa Rendano, del cui acquisto vantava merito elogiando nel contempo il fondatore Sergio Giuliani e Franco Pellegrini con un comunicato presente per anni nel sito comunale, solo con la ridicola accusa rivolta a Franco Pellegrini di aver “riempito di suoi avversari politici la Fondazione Giuliani”. In effetti questi ha nominato nel Comitato scientifico composto da Docenti dell’Unical il prof. Massimo Veltri, che era stato qualche giorno prima ricevuto in pompa magna dal Sindaco che evidentemente non lo considerava suo pericoloso avversario.
All’ex Sindaco e ora per grazia ricevuta senatore della Repubblica va anche ascritto come reato l’aver violato il patto di sussidiarietà tra Comune, soggetto pubblico e Fondazione, soggetto privato che con il nuovo Codice del Terzo settore impone ai due partners correttezza, condivisione e coprogrammazione per i comuni obiettivi di interesse generale.
La stampa locale, l’Unical, i politici di ogni livello e gran parte della classe cosiddetta “dirigente” sono imputati di favoreggiamento omissivo in violazione dei diritti costituzionali e in particolare l’art. 21 (libertà di stampa e di manifestazione del libero pensiero).
L’attuale Sindaco è accusato di mancato esercizio dei suoi doveri istituzionali nella vicenda di cui trattasi per pavidità, impotenza e falsa rappresentazione dei poteri della sua carica.
Sono poi singolarmente imputati oltre che di mala fede e abuso di diritto i sigg. ri Walter Pellegrini in concorso con Avv. Mungari, Linda Catanese, Giovanni Gambaro di vessazione (mobbing, diffamazione e ingiusta intimidazione) a danno di Francesco Pellegrini che in conseguenza di quanto sopra è stato dichiarato invalido civile grave al 100%, come previsto con documento a firma di un onesto e qualificato cardiologo di Cosenza.
Per tutti l’aggravante del dolo perché consapevoli che Franco Pellegrini era stato sottoposto da ottobre 2019 al 10 gennaio 2020, meno di un mese prima del trasferimento a Cosenza su consiglio dei medici curanti, a cinque operazioni complesse di cardiochirurgia e lesione dell’arteria renale, con ricoveri di tre mesi di cui uno in terapia intensiva con imminente pericolo di vita.
Agli stessi vanno imputati i reati di falso ideologico con dolo eventuale per aver presentato fatti, dati, e informazioni non vere e solo a supporto di accuse prive di ogni riscontro.
Agli stessi sono ascrivibili azioni di persecuzione nei confronti di due dipendenti con professionalità pregiata al fine di obbligarle a dimettersi e lasciare solo come dipendenti due familiari di Walter Pellegrini, privi di specifiche competenze.
Si aggiunge l’aggravante per aver in particolare vessato la dott.ssa Anna Cipparrone, nonostante il successo del Museo storico multimediale, una programmazione di eventi di alta qualità con largo apprezzamento di pubblico e in più aver acquisito per la Fondazione a seguito di bandi curati personalmente e non rientranti nelle sue mansioni risorse pubbliche per circa € 300.000.
Con quanto sopra e altro ancora gli imputati hanno procurato perdita e dispersione di risorse materiali e immateriali che hanno reso irreversibile e non sanabile il danno subito al Progetto donativo alla città del fondatore Sergio Giuliani.
L’avv. Santo Emanuele Mungari è accusato di avere utilizzato un inusitato Organismo di Garanzia lasciando vacante l’Organo di Controllo, obbligatorio, per finalità personali illecite e avere prodotto una autodichiarazione falsa al fine di evitare l’inevitabile decadenza con nullità di tutti gli atti a sua firma in concorso con due funzionarie infedeli della Regione Lazio, denunciate pur’esse per falso ideologico, mancata osservanza dei doveri di ufficio, e corruzione.
Le responsabilità attribuibili alla città di Cosenza è di aver accettato con silenzio e complicità attiva e omissiva l’appropriazione indebita e violenta di Villa Rendano e della Fondazione, frutti di un impegno etico ed economico del Fondatore pari a circa 13 milioni di euro, e ignorato che l’avv. Francesco Pellegrini è gravato dall’obbligazione contenuta in una donazione modale del dr. Giuliani che “obbliga lo stesso Francesco Pellegrini a guidare la Fondazione e assicurarne la continuità nel tempo sino a quando le condizioni psicofisiche lo consentano”. Detta obbligazione è ancora pienamente valida ed essa è stata la garanzia che il donante ha voluto per la nomina con testamento della Fondazione a erede universale.
Su queste basi confermate dalla dottrina e dalla giurisprudenza della Suprema Corte è imminente una Citazione per l’annullamento del testamento suindicato con l’effetto di rendere non più disponibili le risorse provenienti dal testatore che quindi renderebbero i quattro autori del malfatto debitori in solido di tutte le somme devolute alla Fondazione.
Con riserva di verificare la sussistenza di altri responsabili di favoreggiamento in modalità attiva o omissiva.