Avrete modo di leggere molti commenti con opinioni diverse sull’esito prevedibile delle elezioni americane.
Ma qualche breve considerazione mi permetto di farla, pensando alle conseguenze pressoché sicure che deriveranno dal ritorno di Trump.
Innanzi tutto, bisogna prendere atto che le politiche più conservatrici, che solo per comodità chiamiamo “destra” sono largamente apprezzate in molti paesi, in Europa e nel mondo.
Se, vale come esempio, Lilli Gruber controllasse meglio il suo umore tirando in ballo la Meloni come il male assoluto farebbe cosa buona e saggia.
L’Italia conta poco ma eviterei di cadere nel patetico facendo la guerra ad una parte politica senza chiedersi perché l’altra parte ha perso, perde e perderà.
Dall’Italia all’Europa. Anche qui l’asse si è spostato verso politiche più conservatrici e siccome la politica come scienza della politica non è solo irrazionale, allucinatoria, fantasmagorica qualche domanda l’Unione Europea deve porsela. Ne basta una per adesso: se si chiama Unione dovrebbe passare dalla teoria alla realtà. Per il suo interesse, per la sua sopravvivenza. Trump l’ha detto da anni. Volete difendervi da minacce vere e gravi ormai vicine ai confini? Fatelo prima voi, poi la Nato che è una dependance degli USA interverrà per affiancarvi nella difesa che ricordo non si fa mettendo fiori nei vostri cannoni.
Se l’Italia è il vaso di coccio in Europa – e lo è da decenni – immaginate come possa far salvo il wellfare, che significa sanità, pensioni per il presente e per il futuro. Insomma lo “stato sociale” che ha procurato un debito enorme non più gestibile.
E pensate alla parte più debole dell’Italia, al Sud e per quanto ci riguarda la Calabria. Pensate che ci sia tolleranza per una terra che per ragioni varie non solo colpa dei calabresi ha una classe dirigente politica, amministrativa, imprenditoriale e professionale degna del Burkina Fasu? Non faccio nomi perché le eccezioni positive sono poche e poi perché tutti i calabresi li conoscono e stanno cittu.
Nel mio piccolo faccio fatica a far credere a giornalisti e politici, che pure conosco da una vita, che mi sono trovato a dover difendere un ente no profit, una realtà culturale e civica di qualità, un giornale vincente che avrebbero dovuto essere protetti e difesi dai cittadini e dalle istituzioni locali.
È una vicenda piccola? Per voi forse, per il resto degli italiani almeno dal Pollino in su niente affatto. E da qui le perplessità, i dubbi, il poco credito – aggiungo – alle mie denunce e proposte e segnalazioni – anche da parte di possibili beneficiari subentranti nel patrimonio della Fondazione – di cui non faccio il nome ma che in passato, prima dell’arrivo dei barbari, s’erano proposti per una fase di collaborazione e poi a tempo debito per subentrare nella titolarità della Fondazione con la garanzia di continuarne la missione ed anzi arricchirla.
Tutto sarà reso noto e sono sicuro che molti di voi vi sveglierete dal sonno dei… pavidi, e vi renderete conto che la rapina realizzata da quattro traditori e protetta magari volandosi da un’altra parte da persone stimate anche oltre il giusto vi sarà imputata come un marchio di disonore.