Per scrivere questo articolo che smentisce l’annuncio che per un po’ di tempo – quello necessario per capire se ne vale la pena – avrei sospeso la pubblicazione de I Nuovi Calabresi ho dovuto chiedere l’autorizzazione al Direttore del giornale che, guarda caso, porta lo stesso nome e cognome mio. Sarà un altro “caso” di omonimia ancora più sorprendente di quello, per la verità imbarazzante e sgradevole, con l’abusivo autonominatosi presidente della Fondazione Giuliani.
Il Direttore, quello che si chiama come me, molto comprensivo, date le circostanze, ha accettato la mia richiesta. Quindi ringraziandolo comincio a scrivere qualcosa che è di piena attualità.
In termini generali, tema è “il casino” che è scoppiato tra Governo e Magistratura.
Ma come sanno coloro che pazientemente mi leggono amo poco “il generale” preferendo di gran lunga “il caso particolare”.
Ma anche qui un paio di precisazioni. Una riguarda il giornale che oggi mi ospita. Nei giorni scorsi Facebook ha comunicato che “il problema tecnico (?)” che aveva interessato il calcolo delle “visualizzazioni” di molti articoli era stato risolto. Non specificava di quale “problema” si trattasse, ma per intuito ho poi capito perché il numero “dei lettori in senso lato” – così traduco la parola “visualizzazione” – era stato per molti giorni più basso rispetto alla media consolidata. Parlo di 1000 che poi, risolto il problema sono diventati 4000 o più. Questo fatto forse sopravvalutato mi ha convinto che forse abbassare così presto la saracinesca de I Nuovi Calabresi era, non drammatico, ma ingiusto e irriconoscente, e questo non mi piace.
Ora veniamo con un “caso particolare” al tema generale che vi ho detto: politica versus magistratura.
Nel video pubblicato su Youtube ho detto con chiarezza il mio modesto, ma credo largamente condiviso, pensiero sulla “pitonessa” – un soprannome che fa pensare – detta anche Santadechè.
Dopo aver straparlato con 4 autorevoli giornalisti praticamente mandando a fare in cu… la Giorgia avevo capito che la suddetta questa volta “l’aveva fatta grossa” o più soavemente “l’aveva fatta fuori dal vasino”.
Il “caso particolare” di oggi potrei chiamarlo così. Chi l’ha fatta oggi (o in questi giorni) fuori dal vasino?
C’è uno che per definizione e forse mano tremula la fa sempre fuori… Si chiama Matteo Salvini che ormai costituisce non un caso politico ma umano, nel senso antropologico.
Brecht, drammaturgo tedesco che la mia generazione era obbligato a citare almeno 10 volte al giorno per essere al passo con i tempi, aveva scritto “Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”.
Ecco, io oggi direi “beati i popoli che non votano Salvini (ndr caso da studiare sui testi di criminologia quello che ha portato due suoi seguaci calabresi a occupare un seggio in Parlamento) e che ogni volta che spara cazzate, cioè quasi sempre, si rivolgono al Signore per chiedergli: ‘perchè, Tu, misericordioso ci punisci così severamente?’”.
Ma torniamo al “vasino” e lo facciamo con un Procuratore molto stimato, un po’ troppo “manettaro” – ma questa è cosa abbastanza comune – comunque idolatrato. Io lo posso stimare ma per principio non idolatro nessuno.
“Fuori dal vasino” l’ha fatta questa volta anche Gratteri. Da ultimoinfatti a 8 e ½ ha attaccato duramente e senza giri di parole il Governo, il Ministro della Giustizia per la “schiforma” – a parere del Procuratore – che sta approvando la separazione delle carriere tra Giudici e PM. Ne ha come cittadino pieno diritto e in un Paese come il nostro che voleva che ogni cittadino fosse accompagnato da due carabinieri (non per portarlo in galera ma per proteggerlo) – almeno al tempo di Nenni, il leader socialista degli anni 50 e 60 -non fa fatica a trovare supporters.
Che il Governo abbia voglia di far pagare il conto a molti magistrati “politicizzati” – cioè i due terzi – è noto e che questi non siano per niente d’accordo è comprensibile.
Ma con un’avvertenza: ma veramente pensate che nelle Procure o nei Tribunali italiani siano tutti santi? Potrei ricordare il caso Tortora, osceno, il caso del presidente dell’ENI suicidatosi perché il PM di Milano venendo meno ad una promessa legittima (per la galera preventiva occorrono tre condizioni) era andato in vacanza lasciando l’ex potente a marcire a San Vittore con 40° di temperatura, e tanti altri ancora. Ma Gratteri con questi precedenti non ha niente da fare. Ma essendo il Capo della Procura di Napoli, la più grande e importante d’Italia, può dire che Giorgia è furba più che intelligente, attaccare il Parlamento e il Governo (che non meritano il 7 in pagella ma li abbiamo nominati noi, da idioti) e insomma assumere un ruolo tribunizio che per bon ton istituzionale forse andrebbe evitato? Non desidero fare l’avvocato difensore di una classe politica mediamente mediocre ma se potessi direi a Gratteri: lei certo conosce il principio latino divide et impera, che vuol dire: se attacchi tutti – destra, centro e sinistra (ammesso che siano distinguibili) – non pensi che li avrai tutti contro? E da acuto procuratore pensi che basti la simpatia di Travaglio e del Fatto quotidiano? È successo con Di Pietro e in tanti altri casi che la gente non conosce. C’è stata la bomba ad orologeria del CSM risolta con il solo Luca Palamara perché nella contrapposizione Politica–Magistratura, entrambi i due Poteri non Abbazie benedettine, ci sono più o meno colpevoli, e quindi più o meno vulnerabili, ma garantisco, non per sentito dire, innocenti e santi ce ne sono pochi, forse non pochissimi, ma sempre in minoranza schiacciante sono. E oggi si è osannati – vedrete varrà anche per l’orco Trump – e quando conviene si è buttati dall’alto della torre. Quindi se mi è consentito – visto che qualche domanda irriverente ma non casuale gliel’ho fatta per la storiaccia del mio livido e traditore omonimo autocollocatosi al vertice di un Ente NO PROFIT (ripeto con me NO PROFIT) – adelante con juicio!
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Ormai la corruzione ha raggiunto livelli tali che risulta abbastanza difficile fare dei distinguo..