Sabato 22 febbraio nel primo mattino
Walter, scrivo di getto questa mail avendo letto che il figlio di Mario Occhiuto è in imminente pericolo di vita. La notizia mi ha addolorato perché i figli non debbono pagare le colpe dei padri. Mai e in ogni caso.
Era chiaro che queste parole tratte dalla Bibbia non sono compatibili con la mia fede cristiana.
Ricordo: Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano,
Esodo 34,7
che conserva il suo favore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione.
Non tutti possono conoscere queste parole dure di Esodo 34,7 e quindi posso comprendere che alcuni in buona fede mi abbiano attribuito una crudeltà o un’assenza di sensibilità nei confronti del padre di questo sventurato giovane, ma debbo manifestare il mio totale disprezzo per Walter Pellegrini, Linda Catanese e Francesco Kostner che in totale mala fede, tre belve come dimostrato nei quasi tre anni di devastazione, persecuzione nei confronti brave collaboratrici della Fondazione, che hanno osato strumentalizzare parole di pietà facendole passare per prove di una insensibilità che non mi appartiene.
Detto questo per rispetto nei confronti della giovane vittima e dei suoi familiari riporto la mail che sotto l’effetto di una notizia dolorosa e quindi inusitatamente non aggressiva ho scritto sbagliando al delinquente abituale Walter Pellegrini.
Walter, se tu pensavi – non ho mai capito su quali basi – che la congiura vergognosa mal realizzata passasse liscia come l’olio ti sei sbagliato. Se pensi che il tuo amico Gratteri possa, come probabilmente è già accaduto con il Ricorso bis al Giudice del lavoro, cambiare contro ogni evidenza in atti l’esito della sentenza per abuso di diritto vai diritto per la tua strada. Ma sappi che prima o poi rischi (anzi di sicuro) vai a sbattere.
Non puoi non aver capito che vincere barando in un tribunale non è del tutto impossibile ma recuperare rispetto, credito, credibilità tra le persone che conoscono parola per parola cosa e perché è accaduto il 30 maggio è molto molto difficile.
Ma siccome non sono il tuo padre spirituale, ma neppure una belva come te e Catanese o viscidi DC come Mungari o cretino come Gambaro ti dico questo.
Se fossi in te troverei il modo di scendere dal treno sbagliato. Eviteresti il rischio (Gratteri o non Gratteri) di dover pagare molto di tuo, in termini economici presenti e futuri. Io non tornerò a Cosenza, non credo recuperabile Villa Rendano e senza contare sulla imminente sentenza (che comunque a chi vince offre un’opportunità, non obbliga ad applicarla integralmente e severamente) può consentire non il perdono, ma evitare la moltiplicazione e la diffusione del disprezzo. Per me questo è tutto. Se vuoi anche non direttamente ma con l’aiuto di una personalità che entrambi conosciamo e stimiamo possiamo, PUOI evitare il possibile peggio. Fr
Questa mail ha provocato la reazione vergognosa di Walter Pellegrini e complici. C’è da capire e spiegare il suo significato.
Walter Pellegrini, è dato certo, ha deciso il 21 febbraio, giorno di compleanno mio e di suo padre, che anche per questo volle ci considerassimo fratelli, ricordò con una tavola rotonda i 70 anni della creazione dell’Editrice Luigi Pellegrini alla quale invitò alcuni giornalisti e il Procuratore Gratteri. Non invitò me che a parte il cinquantennale rapporto affettivo con Luigi ero il Presidente della Fondazione Giuliani e soprattutto Direttore de ICalabresi che segnava un successo e una diffusione non indifferente. Chiesi la ragione di quella mia esclusione e WP rispose che trattandosi di un evento dell’Editrice aveva dovuto tenere conto della sua linea editoriale.
In parole semplici il giornale edito dalla Fondazione, con lui membro del Cda e delega permanente alle attività editoriali, non era in linea con la policy della casa editrice.
Avrei dovuto chiedere spiegazioni ma non lo feci pro bono pacis.
Compresi il perché di quel mancato invito quando seppi che era invece ospite d’onore Gratteri, con il quale avevo rari ma positivi rapporti.
La decisione di appropriarsi senza uno straccio di motivazione della Fondazione era necessario per chiudere ICalabresi definito “un danno per la Fondazione”. Ho compreso solo in ritardo che Walter Pellegrini fece il colpaccio perché nella sua mente – non so se Gratteri fosse d’accordo o addirittura mandante di quella vergogna (vorrei escluderlo) – la “bocciatura” del mensile cartaceo – 6000 copie annue e 200.000 euro di budget! – a fronte del successo imprevisto di un quotidiano con circa 2 milioni e mezzo di lettori, 30.000 follower, valore certificato della testata 250.000 euro – budget 160.000 euro prossimo ad un parziale autofinanziamento sembrò a Walter Pellegrini un dito nell’occhio a Nicaso amico e coautore dei saggi di Gratteri.
Sono cose ormai note ma come si giustifica l’arrogante porta sbattuta in faccia dopo una mail non pacificatrice ma certo meritevole di considerazione?
Io vedo due risposte. La prima che, sarebbe gravissima, che Walter Pellegrini ritenga che con un aiutino (di Gratteri?) il processo Abuso di diritto si risolva a tarallucci e vino, altrimenti con sentenza a me favorevole (ma io sarei solo il tramite nell’interesse della Fondazione) farebbe piazza pulita degli abusivi esponendoli al rischio che essi debbano rispondere di oltre un milione di euro, forse più, per contratti non autorizzati e neppure firmati da me, un prestito di un milione di Euro che risulta con assegno in fotocopia nel testamento del 2014 dato a Vittorio Giuliani mai restituito alla Fondazione e generosamente ma illegittimamente “abbonato” al debitore più altre incomprensibili liberalità (con i soldi della Fondazione).
Se Walter Pellegrini non prende in considerazione anzi mi aggredisce con i suoi scagnozzi confida nell’aiutino di qualche anima santa.
Oppure c’è una seconda risposta. Ho scritto nella mail gettata nella carta straccia e in alcuni articoli che la famosa sentenza è stata già “scritta” cioè resa nota nella realtà grazie a I NUOVI CALABRESI che prova a diventare giornale nazionale. Che Walter Pellegrini e soci hanno distrutto irreversibilmente Villa Rendano disperdendo il patrimonio materiale e immateriale e ora inventandosi il ruolo di accusatore del presunto cinico, cattivo, neppure rispettoso in presenza della dolorosa morte di un giovane trentenne che lascia tutti sgomenti in primo luogo il papà Mario e gli altri familiari prova ad accreditarsi come il Pellegrini buono, cittadino meritevole, compassionevole e giustamente indignato con quel mostro di cattiveria che sarei io, guardandosi senza riconoscersi allo specchio. Questo è o sarebbe il più miserabile osceno ingiurioso atto nei confronti di una giovane vita spezzata e dei suoi familiari sprofondati nel dolore.
Ma il personaggio vi garantisco è ancora peggio di così.