C’è un racconto privato che ho ritenuto di non dover rendere pubblico, contro il mio interesse, ma ora nel mare di ignoranza, cattiveria, falsità tese a far aggravare sino all’invalidità totale la mia salute – non è dubbia questa affermazione – riconosciuta almeno fondata dal PM che ha qualificato la denuncia per vessazione con codice rosso, cioè con priorità assoluta.
E allora inoltriamoci, vi assicuro con molto rammarico, sulla strada di verità nascoste.
La nascita della Fondazione che Sergio Giuliani aveva tentato più volte e uscendone, a suo dire, ingannato e truffato, è stata resa possibile dal mio lavoro fin dall’inizio e come gli avevo promesso con un costo per l’onorario del notaio pari a € 3500,00, non un euro di più.
Lo sa l’avv. Mungari che è stato prima amico e poi consulente della Fondazione fin dall’inizio. Non gli fa onore evidentemente di aver tradito la fiducia e l’affetto che gli avevo mostrato e di aver operato contro l’interesse della Fondazione.
Per la prima “colpa” c’è solo il giudizio pur misericordioso del Padre comune, per il secondo vi dovrebbe essere la severità limpida della magistratura, dell’ordine professionale e, nel nostro caso, anche di organi della pubblica amministrazione.
Per ora siamo in attesa delle sentenze dei giudici, alcune imminenti, per quanto riguarda l’Ordine siamo in attesa da oltre due anni e lo saremo a tempo indeterminato (anche io sono iscritto all’Ordine avvocati di Roma, ma la mia caratura è un acino d’uva, quella di Mungari un brillante di x carati).
Per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione, che nel nostro caso è la Direzione Terzo settore della Regione Lazio, che ha respinto un esposto che comportava l’immediata decadenza di Mungari e di tutto il cucuzzaro – bastavano 10 minuti, ci ha impiegato 9 mesi per respingerlo grazie ad un’autodichiarazione di Mungari che noi, e non solo, riteniamo non veritiera, presa per buona da due funzionarie per noi infedeli. Tutti denunciati alla Procura della Repubblica. Se mai arriverà il processo sarò defunto da tempo.
Ma questa è materia sostanzialmente nota. Passiamo al percorso meno battuto.
Partiamo da Vittorio Giuliani, fratello non proprio in armonia di Sergio e mio cugino. Vittorio che grazie a Dio non è proprio un nullatenente ha mostrato, sia pure all’inizio con un po’ di pudore, di essere contrario alla Fondazione che a suo dire gli sottraeva denari che lui considera suoi (non ho mai capito perché, ma l’ha ripetuto fin quasi alla fine a Sergio che mi telefonò sconvolto dopo una chiacchierata telefonica sul tema con il fratello).
Risulta addirittura con una foto un assegno nel testamento del 2012 di Sergio, circuito in totale buona fede dal papà di Camillo su mandato di Vittorio, che questi aveva chiesto e ottenuto un milione di euro “come prestito senza interessi”. Sergio se ne penti quasi subito – gli capitava spesso, ma intanto scuciva a destra e a manca “prestiti” consistenti di solito a persone più che benestanti, ovviamente senza prevista restituzione –. La Banca presso cui era stato versato l’assegno ha fatto la finta tonta e tre volte ha risposto che non aveva rapporti con Sergio da oltre 10 anni (mi risultava perché avevo sventato una richiesta infondata di 5000 euro a Sergio per un errore della banca). Ho fatto il suo avvocato anche per cause inventate più volte e ovviamente non ho mai percepito alcun compenso. Il fatto era che io come garante dell’eredità lasciata alla Fondazione avevo con Mungari chiesto di Vittorio, non di Sergio. Anche la Banca d’Italia fece buco. Ma cosa fa il nuovo vertice della Fondazione? Abbuona quel milione che spettava all’erede e chiude il contenzioso legale.
Lo stesso farà con la controversia con Antonio Nicaso che richiedeva, non si capisce a che titolo, € 90.000,00 oltre il percepito per tre mesi di lavoro per un mensile poi non approvato.
Insomma Walter Pellegrini e Mungari con lui hanno regalato oltre un milione a due persone, una delle quali ricca di suo, e beneficiario per via parentale di un appartamento di valore milionario, mentre hanno chiesto al sottoscritto il pagamento di spese legali esorbitanti per un processo di lavoro che ora si rinnoverà, hanno rifiutato la rateizzazione per far fronte a costosi esami clinici urgenti e pignorato questo mese la metà della mia pensione. Voi sapete che Walter Pellegrini ha percepito € 300.000,00 più altri benefici di dubbia liceità compresi gli 80.000,00 euro nel 2020 e 2021 che pur non spettandogli, essendo io domiciliato a Cosenza, non avevo toccato per non creare possibili problemi alla sua famiglia.
Ma poiché il percorso su strade sconosciute è abbastanza lungo il seguito alla prossima puntata.
È un viaggio sgradevole che si svolge in contemporanea con un altro viaggio di cui sapete tutto, che è vergognoso per decine di “capibastone” che sono o si sentono i padroni di Cosenza (che lascerò definitivamente a metà novembre con un imprevisto trasloco)…
Continua