Egregio dottor Gratteri,
diamo per scontato che lei non ha dirette responsabilità nell’azione scellerata di Walter Pellegrini, che senza alcuna motivazione, anzi ricorrendo d’intesa con l’avv. Mungari, ad affermazioni radicalmente false, peraltro neppure camuffate con un minimo di decenza e di abilità, ha preso il governo di una Fondazione che aveva ben operato e investito grandi risorse economiche e umane.
Ma se per effetto di questo “colpo di stato da straccioni” che ha distrutto un patrimonio donato alla città da un ingenuo ma onesto mecenate si realizza un’azione di vandalismo, di vessazione dei confronti del personale meritevole per preservare due familiari di Walter Pellegrini, di aggressione giudiziaria e mediatica a danno di chi ha speso 11 anni di lavoro non retribuito, cioè il sottoscritto, di tale virulenza da determinarne una condizione di invalidità grave e totale, in questo non essere stato parte attiva non basta. Lei anche contro la sua volontà e consapevolezza è divenuto il tutore, il garante di un’operazione criminale. Il suo silenzio, il suo rifiuto di poter conoscere un’altra versione, con il pregio d’essere veritiera e provata addirittura con la videoregistrazione di un CdA programmato con un solo obiettivo: uno formale far fuori il Presidente e Direttore generale al quale nulla poteva essere rimproverato ed uno sostanziale uccidere un giornale on line finalmente libero, letto da milioni di persone in tutt’Italia e autorevole per tutti, sgradevole e fastidioso o peggio per massomafia, politici da strapazzo ed ex sindaco già condannato in primo grado e sotto processo a Roma da un tempo infinito.
Perché Walter Pellegrini, figlio del galantuomo Luigi, che scriveva e pensava da fratello maggiore a fratello minore, diventa il killer sfacciato e impudente di un ente no profit e di un giornale tutelato dall’art. 21 della nostra costituzione?
Perché teme che la “bocciatura” – che è termine improprio – del numero 0 del mensile Calavria malriuscito, con una diffusione annua di 6000 copie il cui costo sarebbe stato di 300 euro a copia, era un vulnus per Antonio Nicaso, direttore designato e noto suo amico. Ma Walter Pellegrini temeva che lei pure non avrebbe apprezzata la decisione di non poter salvare un mensile che sarebbe costato 200.000 euro per 6000 copie che solo poche centinaia avrebbero letto. Quindi lei, dott. Gratteri, con il suo silenzio assordante ha di fatto “coperto” con Walter Pellegrini un manipolo di traditori e per quanto mi riguarda ignobili manigoldi e confermata l’immagine di una Calabria irrecuperabile. Ci sono altre anomalie che lasciano a dir poco perplessi ed io a 78 anni sono attaccato da tutta la melma cosentina per NON aver rubato un euro, per non essere RIMASTO IN UN SILENZIO OMERTOSO, per aver perso salute e denaro perché un crimine restasse senza colpevoli, per aver lasciato nauseato la mia città natale perché essa mi appare, ingiustamente, tutta colpevole.
Lei per il ruolo che ha e per la fiducia di cui gode da parte di molte migliaia di calabresi ha il dovere, scusi il termine perentorio, di dire se l’amicizia per Walter Pellegrini ha lo stesso valore di un lasciapassare e di un attestato di cittadino esemplare. Lo dica e io non lo crederò, ma molti altri la adoreranno come una Madonna pellegrina.
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Buonasera . Voglio sperare che il dottor Gratteri (magistrato eccellente)risponda visto che è chiamato in causa.