Come sanno coloro che ci leggono, ho scritto alcuni articoli nei quali ho rilevato che il procuratore Gratteri nella storiaccia, che è stata costellata da diverse illegittimità e anche diversi reati, tutti denunciati alla Procura di Roma, non ha manifestato alcun giudizio, che per gli ottimisti e generosi è la prova della doverosa neutralità del Magistrato inquirente sempre (troppo) alla ribalta televisiva o sulla stampa, in particolare Il Fatto Quotidiano del giustizialista Travaglio; per i pessimisti è invece un modo omissivo per non pronunciarsi su una vicenda che Gratteri ben conosce.
Lo ha dimostrato sbattendomi la porta in faccia quando era prevista la presentazione del giornale di inchiesta libero e schierato senza se e senza ma sul fronte della legalità.
Perché lo abbia fatto – con la conseguente approvazione tacita di quanto sopra – non è difficile capirlo. È legittimamente amico di Antonio Nicaso, coautore con lui di tutti i saggi sulle mafie, letti e promossi ovunque, ed è anche amico del suo primo editore Walter Pellegrini.
È normale che un magistrato, di valore e quasi idolatrato da milioni di italiani, senza sentire le due campane, senza accertarsi perché, in quale modo, e con quali argomenti possibilmente veri e non taroccati era stato dato l’assalto ad una Fondazione privata che era nata per volontà di Sergio Giuliani e con la mia totale dedizione come atto donativo alla città di Cosenza? Una “donazione” importante dal punto di vista economico (13 milioni di euro) e molto di più dal punto di vista civile, culturale, museale e di cittadinanza attiva.
Ho premesso che Gratteri ha grandi meriti per la sua battaglia per la legalità contro le mafie e il loro supporters e non ho motivo di ripeterlo.
Ma con pari franchezza sono convinto che egli abbia ceduto al richiamo dell’amicizia, sempre e comunque, ed ha di fatto sguarnito il fronte, un termine sbagliato perché “il fronte” è costituito da me solo, che ha oggi ha ricevuto da un alto ufficiale il riconoscimento più gratificante (…) “le auguro di continuare a dare il suo contributo forte, di legalità e giustizia per Cosenza”.
Dal Procuratore mi sarei aspettato non un messaggio così generoso ma almeno un’astensione vera dalla vicenda criminale che ha visto protagonista Walter Pellegrini, che ha violato tutto il codice etico e molti articoli del Codice civile e penale.
Se pensa che sbaglio o peggio non le mancano gli strumenti per farmelo sapere e se del caso “pagare”. Ma io che non ho scheletri nell’armadio, mi sono dimesso dalle FS a 54 anni per non essere complice di un reato contro l’interesse dell’Italia, sono in condizione di parlare e scrivere tutto anche nei confronti del superprocuratori, meritevoli ma non idoli da venerare.