Una premessa scontata per presentare un nuovo giornale, che lascia il SUD e la Calabria in particolare e prova a farsi leggere e ad essere utile, spostando il proprio baricentro da Roma in su.
A spiegare questa che appare una scelta bizzarra e azzardata chiariamo che i giornali on line “ICalabresi” in particolare e poi “I nuovi calabresi” non sono stati un flop per mancanza di lettori, un terzo dei quali a Roma, Milano e Torino. Dopo un anno avevano 30.000 follower sulla pagina Facebook, 2 milioni e mezzo di lettori, a parere anche di giornali importanti “una progetto editoriale riuscito” e per finire il valore della testata certificata era pari a € 250.000,00. E allora perché è stato chiuso e com’è è stato chiuso? Per raggiungere lo scopo quattro traditori con autorevoli mandanti alle spalle hanno fatto fuori il presidente (e direttore del giornale) di una Fondazione privata che nell’edificio storico più bello di Cosenza, acquistato per sottrarlo al degrado, aveva realizzato un polo civico, culturale e un museo storico multimediale apprezzato in Italia e in Europa decretandone la fine di fatto. A parte il danno immateriale si parla di 13 milioni di euro buttati al vento.
Il motivo: non era tollerabile il successo de “ICalabresi”, libero, non manipolabile, dopo che era stato bocciato un progetto di mensile cartaceo “Calavria”, con direttore designato Antonio Nicaso, coautore dei saggi sulle mafie di Nicola Gratteri, oggi Procuratore della Repubblica a Napoli e star televisiva specie su La7. Per 6000 copie annue distribuite un budget di € 200.000,00 cioè 350 euro a copia.
Ma questo non basta a spiegare perché chi scrive, cosentino ma vissuto sempre tra Roma e la Maremma Toscana ha deciso di guardare a nord. I numeri sono importanti per un giornale – e noi li avevamo incredibilmente ottenuti – ma non sono tutto, se non diventano idee, impegno, quella che si chiama “opinione pubblica” o “cittadinanza attiva”.
E questo in Calabria non è accaduto. La regione ricca di bellezze e di storia non ha e non pretende di avere tutti i diritti previsti dalla nostra Costituzione. Lo ha dimostrato non aderendo gratis ad un’associazione civica con una sola e chiara missione. Citando un cosentino illustre il prof. Rodotà, ottenere Il diritto di avere diritti.
Una vergogna! In compenso si è votata ad un culto parossistico del superprocuratore Gratteri. Per i suoi meriti? Anche per questi – peraltro discutibili – ma non soprattutto per questi. Strano che un magistrato che per definizione è garante della legalità appoggi, copra, supporti anche per omissione un atto illegale, in termini giuridici un “abuso di diritto” sul quale da tre mesi deve pronunciarsi con sentenza il Tribunale Civile di Roma.
Ecco allora spiegata in parole semplici perché oggi nasce RITORNO a…
Abbiamo preso atto che in parte del Mezzogiorno, e di sicuro in Calabria, informare, commentare, ospitare contributi di giornalisti e intellettuali di qualità, insomma essere cittadini con la mente libera e con il cuore caldo non è possibile. Vediamo se questi cittadini- calabresi e meridionali lontano dalla loro terra e non solo loro – sono più interessati e più liberi. Con o senza Gratteri, un altro “mistero italiano”.