TRIBUNALE DI ROMA
Nella causa n. 58828/2022 R.G., G.I Dott.ssa Cristina Pigozzo.
Al momento sono pendenti due processi nei quali siamo Parte attrice che hanno come thema decidendum rispettivamente la domanda di qualificare come abuso di diritto quanto accaduto nella seduta del CdA della Fondazione del 30 maggio 2022, con la mancata approvazione del bilancio consuntivo 2021, neppure discusso nel merito – peraltro conforme al Preventivo già approvato – prendendo a pretesto un dubbio, poi rapidamente risolto positivamente, del prof Pietro Spirito in ordine all’allocazione tra le poste attive o quelle passive degli ammortamenti.
Ora è il momento di individuare i contenuti ai quali dare assoluta priorità avendo tutta la documentazione che ne conferma l’assoluta legittimità formale e sostanziale. Ciò anche per spiegare quanto Lei ha rilevato nell’ordinanza che ha respinto la richiesta di sospensiva in ordine alla reale natura e ammontare del passivo della Fondazione, evidentemente per carenza della nostra parte.
Il primo punto è l’anomalia di una Fondazione che essendo nata con il fine pressoché esclusivo di onorare la memoria dei genitori del fondatore Sergio Giuliani non aveva un capitale significativo alla nascita. La “mission” era elementare e unica: dare una somma non superiore a € 1.000.000,00 al Sindaco di Cosenza perché la utilizzasse per interventi migliorativi specie delle strutture scolastiche.
Il Giuliani avrebbe versato la somma con le proprie risorse personali.
Il Sindaco Occhiuto lo convinse a puntare più in alto acquistando e ristrutturando la Villa Rendano proprietà di SNAM che però da anni l’aveva lasciata inutilizzata.
Questo acquisto, per il quale espressi giudizio negativo quanto meno per l’assenza di un progetto che desse ruolo e identità alla Villa, fu pagato con risorse private del Giuliani e iscritte a debito della Fondazione, prima ancora di iniziare ogni attività, con scadenza a lungo termine (fu indicata il limite di 15 anni). In realtà con la consulenza del Notaio si dava per scontato che con testamento, la cui prima stesura risale al 2012 appena acquistata la Villa, il debito sarebbe stato coperto designando la Fondazione erede universale.
Tutti i costi gestionali e relativi alle attività avviate progressivamente erano coperti da Giuliani con un contributo annuo di € 250.000 e negli ultimi 3 o 4 anni ridotto a € 200.000,00.
Quali le conseguenze di questo versamento progressivamente inadeguato, che fatta eccezione per l’anno 2016 quando Giuliani versò un contributo straordinario di € 500.000,00 per realizzare il Percorso multimediale nella storia del Cosenza, poi portato al successo anche a livello nazionale dalla direttrice assunta ad hoc Anna Cipparrone – la sola professionista dipendente, essendo gli altri due familiari di WP solo addetti a mansioni operative – quali conseguenze – ripeto- portò questa modalità di finanziamento? Che ogni anno il debito aumentava nella misura del contributo annuo (mai sforato), oltretutto del tutto insufficiente anche a coprire le spese afferenti alla gestione della Villa.
Le condizioni di salute del Direttore Generale Francesco Pellegrini cui erano attribuiti tutti i poteri ordinari a e straordinari che lo tennero lontano più del solito in parte del 2018 e del 2019 da un lato lasciarono mano libera a WP – il controllo era possibile solo da remoto e il CdA era presieduto con inevitabili difficoltà dal presidente Giuliani- e quando decisi il trasferimento a Roma nel 2020 (a ottobre mori SG) la coincidenza con il lockdown non permise se non marginali interventi il più significativo dei quali la cancellazione di contratti fuori misura con riduzione del budget previsionale di € 325.000,00 di circa € 115.000,00. Tutto questo lasciando inalterato il contributo annuo di WP dal 2017 in poi ammontante a € 45.000,00 lordi.
La morte di Giuliani con l’apertura della successione confermò la designazione come erede della Fondazione, che in tal modo coprì il debito nominale costituitosi negli anni – pure rimanendo per la gestione totale nei limiti del contributo annuo che Giuliani sempre meno lucido controllava chiedendo aggiornamenti ogni settimana o quasi alla dott. Venneri che curava l’amministrazione.
Ma avendo Giuliani disposto vari legati (uno dei quali alla “badante” per € 1.600.000,00) un altro costituito da un appartamento del valore di circa € 2.500.000,00) per un totale di oltre € 5.000.000,00 le risorse pervenute alla Fondazione sono state inferiori a quanto preannunciato dal testatore (circa € 6.000.000,00 da cui detrarre le spese notarili pari ad € 150,000,00 + quelle legali per l’avv Mungari pari a € 35.000,00 + tasse da definire) e in ogni caso pur immaginando un fantasioso rendimento del 3% avrebbe dato per la gestione della Fondazione risorse per € 180.000,00 del tutto insufficienti.
I soli progetti che avrebbero dato apporti economici significatici, a breve ICalabresi (nella valutazione del prof Spirito fino a € 150.000 annui) e a medio e breve termine il Progetto di alta formazione su Architettura, design, urbanistica nella presenza fase di transizione delle risorse energetiche non inquinanti (cui avevano aderito tre Università e molte personalità del mondo accademico ed imprenditoriale del nord Italia) presentato dal prof. Scaglione dell’Università di Trento che sentito nel fatale CdA del 30 maggio 2022 s’era detto pronto a presentare un master plan esaustivo con previsione di copertura tutti i costi gestionali della Villa Rendano.
Entrambi i progetti sono stati cancellati e ignorati perché l’obiettivo da raggiungere era fare fuori F. Pellegrini da Presidente della Fondazione, oggi ridotta alla mission prevalente “di stabilire rapporti positivi con le forze politiche e sociali del territorio, assenti o precari nella passata gestione”. A parte il ruolo ancillare che ha già restituito all’ irrilevanza e al vuoto programmatico Villa Rendano, esiste una lunga e dettagliata relazione fatta al CdA nel 2018 dal Direttore Generale in cui denuncia, indica, enumera le decine di accordi, convenzioni, collaborazioni con le varie realtà istituzionali rimasti lettera morta e spreco di carta.
La liquidazione della srl Calavria editrice e della Testata ICalabresi voluta dai “congiurati” ha trasformato un successo editoriale e patrimoniale, a pochi mesi dalla possibilità di accedere al mercato pubblicitario nazionale e a febbraio 2023 ai bandi di gara per il finanziamento pubblico della stampa on line, in “un danno per la Fondazione” è un’operazione mistificatrice e inaccettabile.
Parimenti la dipendente assunta regolarmente, dott.ssa Sara Ausilio rivelatasi o meglio confermatasi un’eccellente professionista è stata costretta a dimettersi con la richiesta fattami di rimborsare lo stipendio annuo lordo pari a € 28.000,00 perché dannoso esso stesso.
Con l’ altra professionista Anna Cipparrone che ha portato il Museo multimediale ad un tale livello di notorietà e qualità da indurre il Ministro della Cultura ad inserirlo nel Registro dei Musei nazionali più qualificati, a compenso anche del fatto che con un impegno solitario al quale non era tenuta ha ottenuto finanziamenti pubblici con varie partnership autorevoli di oltre € 300.000,00, è stato ridotto lo stipendio per € 300,00 mensili contra legem e sottoposta ad una azione di mobbing per farla dimettere come l’Ausilio.
Questo è stato bloccato dallo scrivente invitando i lettori de I nuovi calabresi (che ha “bruciato” ICalabresi ceduto gratuitamente a tre redattori con un contributo una tantum comprensivo di IVA di € 100.000,00 e ridotto ad house organ della “nuova Fondazione”) a manifestare la loro solidarietà alla dimissionanda. Hanno risposto quasi in 1000!
Tanto si comunica a codesto on. Tribunale depositando documentazione probatoria sopravvenuta si richiesta di Parte attrice dal prof Pietro Spirito per a cui qualificazione professionale e manageriale si rinvia al CV reperibile su Rete.
Avv. Francesco Pellegrini, Ordine Avvocati Roma